I baci non dati...
Inviato: 14 gen 2010, 12:18
I BACI NON DATI Intervento di P. Ermes Ronchi (docente di Teologia e scrittore) all'incontro che si è tenuto il 24 ottobre 09, dal titolo molto interessante ... "L'Educazione sentimentale e affettiva del prete".
Riporto di seguito alcuni stralci:
Perché baci non dati? Per mille motivi: per solitudine, per paura, per senso di colpa, per scelta precisa, per fedeltà alla regola, per durezza di cuore, per incapacità, per impotenza d'amare.
Gli uomini hanno paura delle donne, e i religiosi una paura raddoppiata. E' una paura che viene da lontano, più lontano dell'idea del peccato, più della temibilità dell'eros, viene da lontano quanto la vita. E' una paura avvertita fin dal primo giorno. Non è solo paura del corpo, del volto e del cuore della donna, ma anche paura della vita e paura di Dio. Perché queste tre cose sono molto vicine: la donna, la vita e Dio.
Mi soffermo su un concetto determinante: Non smarrire la polifonia dell'esistenza. Dio non copre tutte le gamme d'onda del nostro cuore. L'amore di Dio non risponde a tutte le dimensioni del cuore dell'uomo, neppure del cuore del monaco.
Dio non pretende di essere unico, geloso sbocco. Adamo vede Dio e non è felice. E il Signore dirà "Non avrai altri dèi di fronte a me" (Es 20,3), ma non già "Non avrai altro amore all'infuori di me".
A mio avviso, queste che ho segnalato sono le parti più vibranti di tutto il documento, dato che, nel suo successivo svolgersi, ha sottolineato prevalentemente la bellezza dell'amicizia, dell'affetto, tralasciando del tutto l'aspetto sessuale, di coppia e molte altre situazioni spirituali, logistiche e anche storiche che tutte noi ben conosciamo.
Ma che se ne sia parlato, almeno questo, mi sembra buona cosa.
Riporto di seguito alcuni stralci:
Perché baci non dati? Per mille motivi: per solitudine, per paura, per senso di colpa, per scelta precisa, per fedeltà alla regola, per durezza di cuore, per incapacità, per impotenza d'amare.
Gli uomini hanno paura delle donne, e i religiosi una paura raddoppiata. E' una paura che viene da lontano, più lontano dell'idea del peccato, più della temibilità dell'eros, viene da lontano quanto la vita. E' una paura avvertita fin dal primo giorno. Non è solo paura del corpo, del volto e del cuore della donna, ma anche paura della vita e paura di Dio. Perché queste tre cose sono molto vicine: la donna, la vita e Dio.
Mi soffermo su un concetto determinante: Non smarrire la polifonia dell'esistenza. Dio non copre tutte le gamme d'onda del nostro cuore. L'amore di Dio non risponde a tutte le dimensioni del cuore dell'uomo, neppure del cuore del monaco.
Dio non pretende di essere unico, geloso sbocco. Adamo vede Dio e non è felice. E il Signore dirà "Non avrai altri dèi di fronte a me" (Es 20,3), ma non già "Non avrai altro amore all'infuori di me".
A mio avviso, queste che ho segnalato sono le parti più vibranti di tutto il documento, dato che, nel suo successivo svolgersi, ha sottolineato prevalentemente la bellezza dell'amicizia, dell'affetto, tralasciando del tutto l'aspetto sessuale, di coppia e molte altre situazioni spirituali, logistiche e anche storiche che tutte noi ben conosciamo.
Ma che se ne sia parlato, almeno questo, mi sembra buona cosa.