Il buddismo, tollerante per natura, nei 2500 anni della sua lungastoria, non ha mai espresso anatemi di condanna verso gli omosessualio i loro costumi giovedì 02 marzo 2006 , di La redazione
Da un pò di tempo è diventato sempre più evidente un certoatteggiamento discriminatorio delle religioni monoteiste nei riguardidegli omosessuali, specialmente dopo le ultime prese di posizione del Vaticano sulle ordinazioni sacerdotali e del seminario alla Lateranense contro la cultura gay e i Pacs.
Conseguentemente, vuoi per reazione, vuoi per delusione o altro, èaumentato il numero di coloro che, sentendosi direttamente attaccatio rifiutati dallistituzione Chiesa, decidono di abbandonarla, talvolta, anche con un atto deciso quale quello dello sbattezzo.
Insieme a questo, purtroppo, si diffonde lidea che tutte lereligioni, indistintamente, abbiano lo stesso atteggiamento omofobiconei riguardi dei gay e delle lesbiche, o della tanto bistrattata cultura gay.
E, per questo, necessario fare ora un distinguo volendosmantellare tale pregiudizio basato solo sulla conoscenzasuperficiale, se non addirittura, sulla non conoscenza di altre viespirituali, quale, in particolare, il Buddismo.
Questo, anche seviene annoverato fra le religioni mondiali, non può essere consideratouna religione nel senso stretto della parola, per la sua unicapeculiarità di non porre al centro della sua dottrina una fede in undio trascendente o in un suo intermediario. Il Buddismo può essere considerato, casomai, un modo di vivere, un sistema per il pienosviluppo interiore dellindividuo che include letica, la psicologia,la filosofia e pratiche di meditazioni. Il dogmatismo e le asserzioni assolutiste non trovano alcun terreno in tale sistema di sviluppointerirore. Questa premessa ha lo scopo di mostrare come nel buddismonon si possa mai parlare di posizione unica riguardo a un soggetto, ugualmente condivisa da tutti, ma esistono piuttosto molteplici idee eatteggiamenti.
Di certo largomento omosessualità, specialmente fra i buddhisti occidentali, italiani inclusi, non rappresenta un soggetto problematico. Lo dimostra il fatto che allinterno delle varietradizioni buddhiste si sono costituiti gruppi di praticanti gaycoesistenti armoniosamente con gli altri.
Attualmente esistono negli USA vari gruppi di Zen Gay, Tantra Gay e Lesbiche ecc... mentre in Italia, a parte la Soka Gakkai si stanno costituendo, almeno per ora solo su internet, alcuni siti buddhisti a tematica esclusivamentegay.
Il buddismo, tollerante per natura, nei 2500 anni della sua lungastoria, non ha mai espresso anatemi di condanna verso gli omosessualio i loro costumi. Latteggiamento non discriminante del Buddismo versoi gay e le lesbiche è supportato dai testi antichi fra i quali spiccail Sutra della Rete di Brama, un testo Mahayana costituito da uncodice morale di 58 precetti da essere osservato dai praticanti che lohanno preso in voto.
Il 40esimo precetto dice:
Discriminazione nel conferire i precetti
Un discepolo del Buddha non dovrebbe essere selettivo e imparziale nelconferire i precetti del Bodhisattva.
Chinque può ricevere i precetti: re, principi, funzionari, monaci, monache, laici, libertini,prostitute, asessuati, bisessuali, omosessuali, eunuchi, schiavi...
In più, nel terzo dei 5 precetti osservati dai praticanti, si parla dicondotta sessuale irresponsabile intendendo con questa il mero abusosessuale, il forzare qualcuno ad avere rapporti sessuali o di averecomportamenti irrispettosi, come le molestie sul lavoro.
Il maestro birmano U Janaka , spiegando questo precetto mostra comeanche una prostituta possa osservarlo se le sue intenzioni sonorispettose dellaltro. Da ciò ne consegue che il Buddismo, o almeno, la sua parte meno tradizionalista, sia molto ben disposta verso le istanze del mondo LGBT, rendendo possibile anche unapertura serena alle proposte dilegge dei Pacs. Nel Buddismo è anche possibile celebrare riti matrimoniali a buddisti e non buddhisti, a coppie etero e omo, datoche il matrimonio non è considerato un sacramento ma semplicemente unabenedizione di lunga vita coniugale e di successo.
Il famoso maestrovietnamita Thich Nath Hanh, autore di numerosi libri tradotti in varielingue, e fondatore della comunità Plum Villane in Francia, hadedicato, in un libro di cerimonie buddiste, quella sul matrimonioanche alle coppie omosessuali.
Taeri sunim (monaco buddhista)
Mercoledì, 22 marzo 2006
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