A proposito del "Gesù gay" nel-L’UOMO CHE GESÙ AMAVA

di Gianni De Martino con testi di Pasquale Quaranta


di Piero Montana


La prima volta che mi sono imbattuto nell’uomo che Gesù amava , a dire il vero, non me ne sono neanche accorto. Già nel 1982 ebbi modo di leggere quel discutibile libro di successo internazionale, che fu ed è IL SANTO GRAAL di Michael Baigent, Richard Leigh, Henrry Lincoln, che oggi, grazie ad uno dei romanzi più venduti nel mondo IL CODICE DA VINCI di Dan Brown, continua ad avere un suo revival.
Nel saggio IL SANTO GRAAL in effetti si trova un capitolo sul discepolo prediletto di Gesù assai interessante che trae le sue fonti oltre che dal quarto Vangelo di Giovanni, dal Vangelo segreto di Marco, scoperto dal professor Morton Smith della Columbia University in un monastero presso Gerusalemme.
Nel contesto generale in cui tale capitolo veniva inserito- in cui la tesi di fondo è che il santo graal non è altro che il sangue reale, ossia il sangue della discendenza di Cristo, che la Maddalena compagna e forse sposa di Gesù, come attestano alcuni vangeli gnostici, preserva con il mettere al mondo dei figli- non prestai sufficiente attenzione al rapporto "omosessuale" di Gesù con Lazzaro, che forse era suo cognato, anche perché questo rapporto veniva sfumato da un legame d’affetto, dovuto alla parentela, e dal momento che per gli autori del libro il centro di maggiore interesse ed attrattiva su cui si focalizzava la loro attenzione era costituito invece dal rapporto eterosessuale di Gesù con la Maddalena e dalla loro discendenza dinastica.
La scoperta dell’ "omosessualità" di Gesù la feci invece nel 1998 leggendo un bel libro di Massimo Consoli, ECCE HOMO-L’omosessualità nella Bibbia.([1])
Anche il libro di Consoli, per quanto riguarda il discepolo prediletto, fa riferimento al quarto vangelo canonico e all’opera di Morton Smith, La scoperta e l’interpretazione del Vangelo segreto di Marco, ma in ECCE HOMO, il nostro autore sembra seguire separatamente due piste parallele, la prima fornita dal Vangelo di Giovanni, la seconda dall’opera di Morton Smith; ne consegue che due sarebbero stati "gli amori segreti e gay" di Gesù, il primo per l’apostolo Giovanni, il secondo per Lazzaro.
La resurrezione di Lazzaro, così come viene presentata dal Vangelo segreto, contrariamente a quel che di essa sappiamo, ha chiaramente un valore simbolico e pertanto non va intesa in senso letterale. In una sorta di rito iniziatico, che consisteva nella reclusione in una tomba, che diveniva il grembo della rinascita dell’accolito, Lazzaro è " resuscitato" da Gesù, che semplicemente dopo aver rimosso la porta del sepolcro, nell’atto di aiutarlo ad uscire fuori, a "rinascere", tende la mano al giovane , che " vedendolo , subito lo amò e gli chiese di poter rimanere con lui".([2])
Ma questa resurrezione apparente non è completa, giacché solo dopo un breve periodo di intimità ( sei giorni) tra il Maestro ed il discepolo a casa di quest’ultimo, sempre secondo il Vangelo segreto, a Lazzaro viene insegnato il mistero del regno di Dio con il portare di sera (nell’oscurità?) sul suo corpo nudo solo un drappo di lino, al fine di trascorrere la notte insieme a Gesù su una sponda del fiume Giordano, dove con molta probabilità avviene la cerimonia del battesimo, nella quale, secondo il professor Smith, il discepolo consuma un’unione non solo simbolica e spirituale con il Maestro, ma anche fisica, diventando- come fa intendere sostanzialmente san Paolo, in termini però solo simbolici, essere il significato, lo scopo del battesimo- "una cosa sola " con Lui.
Pur non avendo letto The Man Jesus Loved di Theodore Jennings, (non ancora tradotto e pubblicato in italiano), sul cui studio si basa il recente ed interessante saggio di Gianni De Martino, L’uomo che Gesù amava - Testi di Pasquale Quaranta (Fabio Croce Editore), dall’informazione di cui ero già a conoscenza, e cioè dell’identificazione del discepolo prediletto con Lazzaro e non con Giovanni, a differenza dello stesso De Martino non provo alcuna delusione, giacché sono anche a conoscenza di un’ipotesi, di un’interpretazione sicuramente assai ardita, avanzata da Michael Baigent, Richard Leigh, Henry Lincoln nel loro saggio IL Santo Graal, dove gli autori di questo libro famoso, seppure per molti altri aspetti discutibile, nel capitolo dedicato al discepolo prediletto giungono alla conclusione, raggiunta anche da un illustre filologo biblico, William Brownley, che Lazzaro ed il discepolo prediletto siano la stessa persona, ossia che Lazzaro sia la vera identità di Giovanni, "dal momento che l’autore del Vangelo di Giovanni - il Vangelo che narra l’episodio di Lazzaro- non si identifica mai come Giovanni. Anzi , non dice mai il proprio nome. Tuttavia, allude a se stesso con un appellativo che lo distingue. Chiama costantemente se stesso il discepolo prediletto, colui che Gesù amava e fa capire in modo chiaro che gode di una posizione eccezionale, privilegiata rispetto ai compagni. All’ultima Cena, ad esempio, mostra apertamente la sua personale vicinanza a Gesù; e a lui solo Gesù confida come avverrà il tradimento".([3])
D’altra parte se l’autore del Vangelo di Giovanni fosse davvero Giovanni, come spiegare le parole dette con esplicito riferimento a Lazzaro dalle sue due sorelle : " Signore, ecco, colui che tu ami è ammalato" ( Giovanni 11:3) ?
Giovanni non verrebbe qui a contraddirsi, non verrebbe qui a mettere in discussione il suo rapporto di privilegiata intimità con il Salvatore ?
Se al contrario la vera identità di Giovanni fosse quella di Lazzaro non verrebbe ad essere, per così dire, rafforzata l’opinione che Gesù davvero amasse qualcuno del suo stesso sesso, dal momento che questo qualcuno fosse un’unica persona, a Lui particolarmente cara, e che questo rapporto fosse in effetti costituito da quel che oggi chiameremmo una sorta di legame o amicizia particolare ?
Un amore che non verrebbe affatto a pregiudicare l’assunto di base di gran parte della teologia cristiana, e cioè che Gesù è un Dio incarnato, un Dio in parole povere esposto alla gamma dell’esperienza umana, compresa quella affettiva e sessuale ( sia etero che omo), senza la quale il Gesù dei Vangeli e del cristianesimo risulterebbe in ultima analisi meno credibile, un Dio, per così dire, incompleto, un Dio la cui incarnazione umana sarebbe stata solo parziale.
Per tali ragioni non sono affatto d’accordo con don Franco Barbero, che nel recensire l’ultimo studio di Gianni De Martino sugli "amori" di Gesù in Clubbing di Ottobre 2004 viene a sostenere che " gay e lesbiche credenti non hanno bisogno di un Gesù gay". Se Gesù infatti non fosse stato anche "gay", e non avesse dato chiari segni di questa sua particolare inclinazione sessuale, non sarebbe stato un Dio lontano, un Dio straniero, estraneo nella sua incarnazione ad un’umanità oggi più che mai sofferente anche per questa sua particolare inclinazione sessuale ?
Per avvicinarci al Cristo, oltre alla fede, basterebbe solo scoprire idealmente, anche attraverso la Sua testimonianza - come sostiene don Barbero - "che Dio è amore ed accoglienza …ed in pace con i nostri cuori e i nostri corpi" , mettendo poi concretamente, per così dire, da parte quella completezza della Sua incarnazione, in base alla quale tutti, se lo vogliono, se lo credono, senza prescindere dalla loro natura umana, dal loro orientamento sessuale, possono entrare misticamente in comunione con Lui ?
Piero Montana
Consulente del Sindaco per la realtà omosessuale della Città di Bagheria



Note

[1]) Massimo Consoli, Ecce Homo- L’omosessualità nella Bibbia, Kaos, Milano, 1998;

[2]) Il vangelo segreto. La scoperta e l’interpretazione del vangelo segreto secondo Marco, Mursia, Milano, 1977

[3]) Baigent Michael, Leigh Richard, Lincoln Henry, Il Santo Graal : una catena di misteri lunga duemila anni, Mondadori, Milano, 1982;



Giovedì, 25 novembre 2004