Noi vi ameremo ancora

di Martin Luther King

[Ringraziamo Fulvio Cesare Manara (per contatti: philosophe0@tin.it) per averci messo a disposizione l’antologia di scritti e discorsi di Martin Luther King da lui curata, Memoria di un volto: Martin Luther King, Dipartimento per l’educazione alla nonviolenza delle Acli di Bergamo, Bergamo 2002, che reca traduzioni di discorsi e scritti del grande maestro della nonviolenza.

Il testo seguente é tratto da La forza di amare, Torino, Sei, 1968, 1973 e successive ristampe, pp.

86-88 (la traduzione é dell’indimenticabile padre Ernesto Balducci).]

Amici miei, abbiamo seguito la cosiddetta via pratica già per troppo tempo, ormai, ed essa ci ha condotti inesorabilmente ad una più profonda confusione ed al caos.

Il tempo risuona del fragore della rovina di comunità che si abbandonarono all’odio e alla violenza.

Per la salvezza della nostra nazione e per la salvezza dell’umanità, noi dobbiamo seguire un’altra via.

Questo non significa che noi abbandoniamo i nostri giusti sforzi: con ogni grammo della nostra energia dobbiamo continuare a liberare questa nazione dall’incubo della segregazione; ma, nel far questo, non dobbiamo rinunziare al nostro privilegio ed al nostro dovere di amare.

Pur aborrendo la segregazione, dovremo amare i segregazionisti: questo é l’unica via per creare la comunità tanto desiderata.

Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: "Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo.

Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi.

Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non-cooperazione col male é un obbligo morale non meno della cooperazione col bene.

Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora.

Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora.

Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell’ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora.

Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire.

Un giorno, noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria".

L’amore é il potere più duraturo che vi sia al mondo.

Questa forza creativa, così splendidamente esemplificata nella vita del nostro Signore Gesù Cristo, e il più potente strumento disponibile nell’umana ricerca della pace e della sicurezza.

Napoleone Bonaparte, il grande genio militare, si dice che abbia detto, guardando indietro ai suoi anni di conquista: "Alessandro, Cesare, Carlo Magno ed io abbiamo costruito grandi imperi, ma appoggiati su che cosa? Appoggiati sulla forza.

Ma tanti secoli fa Ges’ diede inizio ad un impero che fu costruito sull’amore, e anche al giorno d’oggi vi sono milioni di uomini pronti a morire per lui".

Chi può dubitare della veracità di queste parole? I grandi capi militari del passato sono scomparsi, i loro imperi sono crollati e ridotti in cenere: ma l’impero di Gesù, costruito solidamente e maestosamente sul fondamento dell’amore, cresce ancora.

Cominciò con un piccolo gruppo di uomini devoti che, per ispirazione del loro Signore, furono capaci di scuotere le fondamenta dell’impero romano e di portare il Vangelo in tutto il mondo.

Oggi l’immenso regno terreno del Cristo conta più di novecento milioni di uomini e si estende ad ogni paese e ad ogni nazione.

Oggi noi udiamo di nuovo la promessa della vittoria.

"Gesù regnerà dovunque il sole / Si volge nei suoi viaggi regolari; / Il suo regno si stende da sponda a sponda / Finché la luna crescerà per non scemare più".

E un altro coro gioiosamente risponde: "In Cristo non vi é né Est né Ovest / In Lui non vi é né Sud né Nord, / Ma una grande comunione d’amore / Attraverso l’intero orbe terrestre".

Gesù ha eternamente ragione.

La storia é piena delle ossa imbiancate dei popoli che rifiutarono di ascoltarlo.

Possiamo noi nel ventesimo secolo ascoltare e seguire le sue parole, prima che sia troppo tardi.

Possiamo noi solennemente renderci conto che non saremo mai veri figli del nostro Padre celeste finché non ameremo i nostri nemici e non pregheremo per coloro che ci perseguitano.

Tratto da
LA NONVIOLENZA E’ IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Numero 976 del 29 giugno 2005



Martedì, 05 luglio 2005