Matrimonio islamico indonesiano
Il matrimonio islamico non é un sacramento ma é un contratto che si stipula tra lo sposo e la sposa. Tradizionalmente la sposa non é presente alla cerimonia ma é assistita dal suo rappresentante legale.
In alcuni paesi invece la sposa presenzia alla cerimonia con lo sposo e insieme firmano il contratto di nozze. Un uomo generalmente aspetta alcuni anni prima di poter prendere moglie perchè deve garantire alla sposa la casa ed il mantenimento anche se lei lavora. Quindi in molti casi lo sposo ha alcuni anni in più rispetto alla sposa.
La sposa può inserire clausole nel contratto di matrimonio, può chiedere al marito di esercitare il diritto al lavoro tenendo per sé i guadagni oppure può scegliere di essere lunica moglie.
Il Profeta stesso ha affermato che il matrimonio forzato é nullo quindi la sposa deve dare il proprio consenso alle nozze. A differenza del matrimonio cristiano, che pone laccento sulla procreazione, il matrimonio islamico é una Sunna ed é sharaiticamente molto raccomandato.
La persona sposata ha la precedenza su quella non sposata quanto alla ricompensa nellal di la in quanto il matrimonio é una prova importante e difficile.
Uomo e donna sono ognuna la metà di un solo essere . La persona più gradita ad Allah é colui che tratta meglio la sua sposa e colei di cui lo sposo é soddisfatto merita il Paradiso.
Uomo e donna raggiungono la pienezza della loro condizione umana e spirituale nellunione coniugale e il loro appagamento nellesercizio lecito della sessualità. Da questo punto di vista lislam non é affatto una religione bigotta e sessuofobica come si pensa qui in Occidente. E raccomandato cercare di avere una prole numerosa poiché maggiore é la ricompensa del padre e della madre di famiglia sia nella vita terrena che in quella eterna. Tuttavia se non si possono avere figli é meglio arrendersi al decreto di Allah.
Lessenza del matrimonio é appunto la stipula di un contratto in cui lo sposo si impegna a sostenere, a mantenere, ad assistere la sposa, ad educare e mantenere i figli che verranno dalla loro unione.. mentre la sposa si impegna a custodire i beni dello sposo, ad educare i suoi figli, ad amarlo e sostenerlo oltre che ad obbedirgli (ma ci sono stati casi in cui la sposa ha rifiutato il dovere dellobbedienza ed il matrimonio é stato considerato valido egualmente). Lo sposo si impegna a fare un dono alla sposa allatto della stipula del contratto matrimoniale, un dono (mahr) anche molto consistente che resta alla sposa e di cui lei sola può disporre. E buona norma festeggiare anche con canti e danze (a sessi separati) il matrimonio ed é anche buona norma che la cerimonia venga preceduta da un discorso religioso in cui un sapiente parla dei benefici del matrimonio stesso.
La forma esterna dei festeggiamenti e molto diversa da paese a paese e sovente la festa é molto sfarzosa, può durare anche una settimana ed impegnare due o tremila persone. Di solito viene invitato tutto il villaggio.
I gruppi religiosi che fanno riferimento ai fratelli musulmani ed agli altri gruppi islamisti, invece, si sposano mantenendo gli stessi usi rituali ma fanno un festeggiamento più sobrio, ci sono canti e vengono invitati giocolieri ma vengono banditi i vestiti troppo sfarzosi, i gioielli e tutto il superfluo che può essere interpretato come un ostentazione.
Il giorno prima delle nozze le donne della casa preparano i dolci tradizionali e i piatti per il pranzo di nozze. La sposa viene depilata ed il suo corpo viene ricoperto da tatuaggi allhenne specialmente sulle mani ed ai piedi. Gli abiti variano da paese a paese e sono in genere molto colorati.
Nel Maghreb la sposa viene disposta come una regina su una sedia tutta intarsiata con una corona in testa e si usa mettere, dopo la cerimonia, sette abiti nuovi come buon augurio per la riuscita delle nozze. Il corteo nuziale che porta la sposa alla casa dello sposo distribuisce dolci e fiori a tutto il villaggio e tutti sono invitati alla festa. Nonostante le apparenze il significato spirituale del matrimonio é molto sentito.

Giovane sposa tunisina
Giovedì, 02 marzo 2006
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