Le tre scimmiette

Le tre scimmiette
Chiediamo di nuovo scusa ai nostri amici animali se  ancora una volta ricorriamo ad una immagine che li ritrae per parlare di scandali completamente umani a cui essi sono del tutto estranei.
Non c’è corruzione nel mondo che noi umani ci ostiniamo a chiamare “animale”, ma soprattutto non ci sono le menzogne che invece caratterizzano la vita delle “umane” società. Ma di fronte ad una fotografia che riprende insieme i tre personaggi più noti di cui si discute in questo momento per l’ennesimo scandalo a base di corruzione, sesso e droga party (quello relativo alla protezione civile), abbiamo pensato immediatamente alle tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano. E abbiamo preferito usare la loro immagine piuttosto che quella dei personaggi implicati a vario titolo e responsabilità nello scandalo del momento, giusto per non disturbare lo stomaco dei nostri quattro lettori.
Le tre scimmie sagge – ci informa Wikipedia - sono rappresentate in una cornice di legno nel santuario di Toshogu a Nikko. Le tre scimmiette si tappano con le mani rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca. I loro nomi sono “mizaru”, “kikazaru” e “iwazaru” e significano rispettivamente “non vedere il male”, “non sentire il male” e “non parlare del male”. Le tre scimmie erano le tre guardiane simboliche del mausoleo dello Shogun Tokugawa Ieyasu a Nikko.
Abbiamo fatto questa scelta perché quando scoppia uno scandalo c’è sempre chi interpreta la parte del sordo, chi quella del muto, chi quella del cieco, ma non nel senso della leggenda delle tre scimmie sagge.
E’ una pantomima che si ripete costantemente in tutti gli scandali che si sono succeduti nel corso della nostra storia patria. Tutti si dichiarano non responsabili (sarebbe meglio dire irresponsabili), nessuno sa nulla, si c’ero anch’io ma non ho visto nulla (come Berlusconi che non ha visto durante l'ultimo viaggio in Israele un muro alto nove metri e lungo seicento KM attraverso una cui porta è passato), tutti ingannati da chi avrebbe millantato un credito con il potente di turno che invece non ne sa nulla  e via divagando, depistando, disgustando. Si tratterebbe, di birbantelli, di piccoli mariuoli, come disse Craxi ai tempi di "Mani Pulite" rivolto a Mario Chiesa primo arrestato milanese di quella stagione politica, non un sistema organico dedito alla corruzione, alla truffa, all’inganno ai danni del pubblico erario, alias dei cittadini che pagano le tasse, cioè di quelli che le pagano alla fonte, gli unici che le pagano i lavoratori dipendenti che non possono evadere.
Ma in questi giorni c’è stato chi ha parlato e ha detto cose diverse. La Corte dei Conti, massimo organo di controllo della contabilità dello Stato Italiano, ha detto che in Italia la corruzione nella pubblica amministrazione è aumentata del 229% (lo scriviamo anche in lettere affinché non ci siano dubbi: duecentoventinove per cento). Un aumento esponenziale che ricorda e fa impallidire anche quello che accadeva nel periodo del ventennio fascista, uno dei più corrotti della storia patria.
Altro che delinquentucci, altro che schegge impazzite al di fuori di un sistema moralmente sano che invece si dimostra essere un ben oliato sistema di corruzione che tutto avvolge e che, per salvare se stesso, incentiva a delinquere sempre più ampi strati della popolazione secondo la logica del “tutti ladri, nessun ladro”. Ma ovviamente non è così.
Da questi fatti le persone oneste non possono che trarre disgusto che nasce dalla certezza di essere presi platealmente in giro, di doversi sorbire bugie macroscopiche che costano decine e decine di milioni o forse miliardi di euro intascati fraudolentemente, per poter fare la bella vita alla faccia di chi lavora e non ha neppure di che campare dignitosamente.
Ovviamente giudicheranno i giudici, non noi, anche se ci viene il sospetto che in questa, come è già successo in altre occasioni, la possibilità che i colpevoli la facciano franca è molto concreta, vista la devastazione a cui è sottoposto il “sistema giustizia” nel nostro paese per effetto delle varie leggi ad personam approvate finora ed in via di approvazione.
Ma forse uno spiraglio comincia a vedersi. Il fatto che persino uno come Berlusconi, che di processi ne ha parecchi sulle spalle, e non certo per multe per divieto di sosta, parli oggi di lotta alla corruzione e di espulsione dai partiti di coloro che hanno processi in corso, fa capire che qualcosa sta cambiando nella sensibilità del popolo italiano.
Ce lo auguriamo.  Se lo augurano anche le nostre amiche scimmie che non ne possono più di vedere una società umana tanto corrotta e putrida.


Domenica 21 Febbraio,2010 Ore: 16:09