"TEBE": IN VATICANO NON C'E' SOLO LA SFINGE, C'E' LA PESTE E C'E' EDIPO. TRADIMENTO STRUTTURALE DEL MESSAGGIO EVANGELICO. «Tocca al Papa convocare un concistoro speciale per inve­stigare le attività della Chiesa cattolica in Irlanda» ...
IRLANDA. Abusi sessuali su migliaia di bimbi: la "Child Abuse Commission" ha concluso i suoi lavori dopo nove anni di inchieste e presentato un rapporto. Una sintesi di Enrico Franceschini e di Fabio Cavalera

È una delle pagine più nere della storia d’Irlanda, e della storia della Chiesa cattolica: l’abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi, riformatori e altri istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi. «Il Rapporto non basta. Vogliamo che quegli istituti siano perseguiti e puniti dalla giustizia».


a cura di Federico La Sala

-  La Chiesa irlandese nella bufera "Abusi sessuali su migliaia di bimbi"
-  Rapporto shock: per 40 anni violenze "endemiche" negli istituti religiosi
-  Scoperti 2500 casi avvenuti tra il 1940 e il 1980.
Il primate Brady: "Dispiaciuto profondamente"

-di Enrico Franceschini (la Repubblica, 21.05.2009)

LONDRA - È una delle pagine più nere della storia d’Irlanda, e della storia della Chiesa cattolica: l’abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi, riformatori e altri istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi. Una macchia vergognosa, di cui finora si conosceva l’esistenza attraverso documentari televisivi, film di denuncia come il pluripremiato "Magdalene" di qualche anno fa, inchieste dei giornali e indagini preliminari. Ma adesso la Child Abuse Commission, la commissione istituita dall’allora primo ministro irlandese Bertie Ahern, per fare luce su questo indegno scandalo, ha concluso i suoi lavoro dopo nove anni di inchieste e presentato un rapporto che fotografa con esattezza le dimensioni e i dettagli di quanto è avvenuto.

Il risultato suscita orrore: un dossier con le testimonianze di 2500 vittime di violenze, avvenute tra gli anni ‘40 e gli anni ‘80, negli istituti gestiti da preti e suore in Irlanda. Racconti atroci, di uomini e donne oggi adulti che ricordano di essere stati picchiati in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente.

E’ la cronaca di una discesa agli inferi, tenuta nascosto per decenni, poi trapelata qui e là, ma solo ora svelata in tutta la sua mostruosa realtà. Che questo sia avvenuto nel paese più cattolico d’Europa, dove la Chiesa ha per lungo tempo sovrastato con la sua influenza ogni aspetto della società civile, è ancora più grave e raccapricciante, commenta la stampa irlandese. Il rapporto non è una lettura facile. «Credevo che mi avrebbero rivoltato le budella», dichiara un testimone. Altri parlano di «predatori sessuali che colpivano sistematicamente e abusavano sessualmente i bambini più vulnerabili». Le vittime erano spesso giovani "difficili", orfani, disabili, abbandonati, che speravano di ricevere dalla Chiesa il conforto che non avevano mai conosciuto e si ritrovavano invece inghiottiti in un feroce cuore di tenebra. La pedofilia e l’abuso sessuale nei confronti dei bambini erano un fatto «endemico», conclude il documento.

Il fatto che questo orrore sia venuto pienamente alla luce, per iniziativa del governo, è un segno di quanto sia cambiata l’Irlanda negli ultimi vent’anni: oggi è colpita come tanti dalla crisi economica, ma è un paese irriconoscibile, trasformato dalla globalizzazione, moderno e aperto. La Chiesa cattolica irlandese piega la testa: il cardinale Sean Brady dice di essere «profondamente dispiaciuto» per gli abusi sessuali. «Mi vergogno che dei bambini abbiano sofferto in un modo così orribile in queste istituzioni», afferma in un comunicato l’arcivescovo di Armagh e Primate di tutta Irlanda.

Tra gli ordini religiosi investigati dalla commissione ci sono anche le Sisters of Our Lady of Charity Refuge, le suore che gestivano la Magdalene Laundry di Dublino, il soggetto dell’omonimo film del 2002. Ma le resistenze di associazioni religiose e del ministero dell’Istruzione hanno prolungato l’inchiesta, cosicché molti dei carnefici sono già morti; e in base a restrizioni legali la commissione non ha potuto nominarli, tranne nei rari casi in cui un prete o una suora abbia già subito una condanna giudiziaria.



-  "Il Rapporto non basta. Quello che oggi chiediamo è che quegli istituti vengano perseguiti dalla giustizia"

 

-  Botte, umiliazioni e violenze sessuali nei racconti degli ex bambini
-  Sadie, Thomas e gli altri "Eravamo i loro schiavi"

-  di e. f. (la Repubblica, 21.05.2009)

LONDRA - Sadie O’Meara aveva 15 anni quando gli ispettori dell’assistenza sociale la strapparono alla madre, che non era sposata - una colpa imperdonabile nell’Irlanda bigotta e clericale del primo dopoguerra - e la consegnarono alle Sisters of Our Lady of Charuty of Refuge, le Magdalene Sisters, le famigerate suore protagoniste del film che tanto scalpore ha suscitato quando è apparso nelle sale di tutto il mondo nel 2002. «Mi misero a lavorare in una delle "Magdalene Laundries", le lavanderie dove ragazze orfane o private della famiglia venivano sfruttate come schiave», racconta. «Ci facevano alzare alle sei del mattino, marciare in un cortile, assistere alla messa, senza mangiare un boccone e neanche bere un bicchiere d’acqua. Ogni mattina c’erano ragazze che svenivano in chiesa per la debolezza». Sadie è una dei testimoni che hanno parlato con la commissione governativa d’inchiesta, per la compilazione del rapporto di 2500 pagine pubblicato ieri a Dublino. «Dormivo in una cella simile a quella di una prigione. La notte mi chiudevano dentro a chiave. C’era un letto di ferro e un secchio d’acqua come unica forma d’igiene. C’erano sbarre alla finestra, da cui si vedeva solo un grigio cortile. Il cibo era immangiabile. E poi la cosa peggiore erano le botte, le umiliazioni costanti, le violenze sessuali. Mia madre morì mentre ero dentro, non me lo dissero nemmeno».

Una sua compagna di sofferenze, che preferisce non rendere pubblico il proprio nome, testimonia gli abusi sessuali a cui era sottoposta dalle suore del medesimo istituto. «Scrissi una lettera per rivelare cosa stava accadendo lì dentro e riuscii a darla a un uomo che ci portava il pane. Ma lui la restituì alla madre superiora, che mi convocò nel suo studio e mi fece picchiare così selvaggiamente da aprirmi delle ferite nella carne viva delle gambe».

Thomas Wall, un orfano di Limerick, fu affidato all’orfanatrofio dei Christian Brothers all’età di tre anni. «Da quando ne avevo otto, fui abusato sessualmente e violentato dai sacerdoti dell’istituto», racconta. «Se piacevi a qualcuno, era finita, non avevi scampo. Non c’era modo di nascondersi o difendersi, avevano accesso a te 24 ore su 24. Mi sono rimaste le cicatrici delle percosse che ho subito». Tom Hayes, anche lui orfano, finì nel medesimo orfanotrofio, ma oltre alle violenze dei preti gli toccarono quelle dei ragazzi più grandi: «Era la norma essere svegliato nel mezzo della notte e stuprato dai tuoi compagni. Da adulto non sono più riuscito ad avere rapporti normali». Dice John Kelly, un’altra vittima di abusi sessuali: «Il Rapporto non basta. Vogliamo che quegli istituti siano perseguiti e puniti dalla giustizia».


Abusi sui minori irlandesi

 

L’inchiesta del governo accusa gli istituti cattolici

Un rapporto di 2575 pagine. «Intervenga il Pontefice»

«Migliaia di casi». Il cardinale Brady: provo vergogna

di Fabio Cavalera (Corriere della Sera, 21.05.2009)

LONDRA - Thomas Wall è oggi un signore di sessant’anni e porta dentro di sé l’incubo di quelle giornate trascorse nella scuola-riformatorio gestita dal­la congregazione dei «Fratrum Christianorum», i Brother Chri­stians di Glin, la città irlandese sul fiume Shan­non. Lì dentro la vita quotidiana era segnata dagli orrori. «Ero un bambino e ogni giorno un presu­le abusava di me. No, non c’era modo di evitarlo, era così per tutti, ventiquattro ore su ventiquattro, la tua intimità ve­niva violata». E i piccoli dove­vano piegarsi alle perversioni degli uomini di Chiesa o dei compagni più grandi che ave­vano la «supervisione» nottur­na sulle camerate.

Accadeva pure negli altri isti­tuti della contea di Limerick, sempre sotto l’insegna dei «Fra­trum Chritianorum» il cui mot­to è «Facere e docere», fare e in­segnare. Ma ciò che facevano e insegnavano era qualcosa di or­ribile, di disgustoso. Come an­che in altri collegi dell’Irlanda: ad esempio governati dalle «So­relle della Pietà» le quali scam­biavano le opere di bene per un diritto assoluto di appro­priazione dei minori che impri­gionavano. Sadie O’Meara era un’adolescente: «Mi rinchiude­vano a chiave la sera, il cibo era fetente, alle finestre c’erano le sbarre, mi maltrattavano, non mi dissero neppure che mia madre era morta». Era questa la regola: scuole lager, orfano­trofi lager.

Un rapporto choc di 2575 pa­gine e si alza il sipario su un tea­tro raccapricciante nel quale «stupri, molestie e abusi erano endemici». È durata nove anni l’inchiesta della commissione presieduta dal giudice dell’alta corte, Sean Ryan, e alla fine i ri­sultati rivelano che le «indu­strial schools» irlandesi per 35 mila bambini e ragazzi abban­donati o in difficoltà, devianti o senza più i genitori, un network di 250 istituti organiz­zati dagli ordini religiosi cattoli­ci per oltre mezzo secolo, fino alla chiusura decisa negli Anni Novanta, sono stati il palcosce­nico segreto di crudeltà «che avevano lo scopo di provocare dolore e umiliazione».

Centinaia di testimonianze descrivono il clima di schiavitù e di terrore. In una scuola della contea di Galway, remota, fon­data nel 1885, per decenni tre presuli si sono accaniti contro i giovani. In un’altra la «San Giu­seppe » per i sordi, a Cabra, i su­periori hanno coperto, persino davanti agli ispettori, le scorri­bande punitive sugli ospiti. Sei riformatori hanno accolto mi­ster John Brander, un educato­re. Solamente di facciata. Era un «serial sexual and physical abuser», un maniaco violento. Fino a che ha concluso la «car­riera » in prigione. E al riforma­torio di San Patrizio tenevano addirittura un registro con il diario delle punizioni corporali inflitte dallo «staff religioso». Nella istituzione controllata dalle «Sorelle della Pietà», nel­la contea di Waterford, i ragaz­zi e le ragazze erano malnutriti, in compenso riempiti di alcol.

Uno scandalo che sconquas­sa la Chiesa cattolica nel Regno Unito. Quasi tutti i responsabili degli abusi e delle violenze so­no garantiti da «immunità pe­nale » perché nel 2004 la magi­stratura, su appello delle Con­gregazioni, assicurò l’anonima­to degli aguzzini. Ora i vertici ecclesiali invocano il perdono, promettono il repulisti. Il Pri­mate della Chiesa irlandese, Se­an Brady, è esplicito: «Provo vergogna». Il comitato che tute­la le vittime delle violenze sco­perte dalla commisione si ribel­la. «Tocca al Papa convocare un concistoro speciale per inve­stigare le attività della Chiesa cattolica in Irlanda».



Giovedì 21 Maggio,2009 Ore: 09:43