Comunità di Sant’Egidio
Incontro interreligioso ad Assisi,

Notizie dell’Agenzia SIR del 4-9-2006


di

Andrea Riccardi fondatore della comunità di Sant’Egidio

Si è aperto oggi ad Assisi un convegno interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Riportiamo di seguito le notizie sull’incontro fornite dall’Agenzia di Stampa SIR





04/09/2006 10:58
DIALOGO TRA RELIGIONI: PAGLIA (VESCOVO DI TERNI), "LO SPIRITO DI ASSISI CONTRO OGNI FONDAMENTALISMO"


"Lo Spirito di Assisi è il vero modo per tagliare ai credenti fondamentalisti le radici del loro atteggiamento, che in verità tradisce le religioni stesse". Lo ha detto al Sir mons.Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, a margine dell’Incontro interreligioso che si è aperto oggi ad Assisi, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Conferenza episcopale umbra e alla diocesi di Assisi. A venti anni di distanza dallo storico incontro con i leader delle religioni voluto da Giovanni Paolo II, e dopo i grandi e tragici eventi recenti, lo "Spirito di Assisi", secondo mons. Paglia, "porta a far riflettere sull’indispensabilità dell’incontro e del dialogo": "Ripetere Assisi vuol dire irrobustire ed affinare l’arte dell’incontro che richiede pazienza ed audacia, perdono e capacità di chiarirsi". L’Incontro interreligioso, ha aggiunto, "libera energie di solidarietà che rendono possibile la convivenza anche nella diversità". In questi venti anni, a suo avviso, "uomini e donne di religioni diverse hanno appreso il modo di conoscersi e spiegarsi, di sentire responsabilità comuni di fronte a problemi e speranze".

"Se volessi identificare un orizzonte comune, lo indicherei con il ’nuovo umanesimo’ - ha affermato -. Le religioni nel cui cuore l’uomo ha sempre un primato importante si trovano di fronte a una cultura che, invece, lo esclude dal proprio orizzonte. Basta pensare alla cultura di morte, alla facilità con cui si parla di eutanasia, alla inevitabilità delle guerre che sempre procurano innumerevoli morti civili, all’orrore degli sfruttamenti dei minori anche nella piaga dei bambini soldato, a come le leggi del mercato prevaricano la condizione umana, fino al mutamento dell’ambiente. Le religioni si assumono l’impegno di ridare all’uomo dignità nel contesto del pianeta". In questo senso, ha concluso, "l’ecumenismo, prima ancora di essere un accordo è un modo di vivere: guardare con amore l’altro è il comandamento del Signore all’unità tra tutti i cristiani".



04/09/2006 12:00
DIALOGO TRA RELIGIONI: CARD. POUPARD, "LA PACE RICHIEDE AMORE E FIDUCIA RECIPROCA"


Le religioni, "spesso accusate di fomentare l’odio e di causare violenza", "ben lontano dall’essere un problema sono invece parte della soluzione auspicata per portare armonia e pace nella società". Lo ha ribadito oggi il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e del Pontificio Consiglio della cultura, nell’assemblea inaugurale dell’Incontro interreligioso in corso ad Assisi, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Le religioni, ha sottolineato, "lanciano un invito a pensare e uno stimolo a volere la pace, per lottare con coraggio contro le ideologie che rendono gli uomini nemici fra loro: il fanatismo rivoluzionario, l’odio di classe, l’orgoglio nazionalista, l’esclusivismo razziale, gli egoismi commerciali, gli individualismi di persone o gruppi gaudenti e indifferenti ai bisogni altrui". "Come un bambino fragile e minacciato - ha detto -, la pace richiede molto amore. Ci vuole, dunque, un impegno costante ed un’azione perseverante per trasformare la mentalità e gli atteggiamenti e creare un’autentica cultura di pace ispirata dall’amore. Viviamo senza dubbio in un’ora drammatica della storia del mondo. E’ necessario, dunque, unire l’intelligenza, il coraggio e la sensibilità di tutti per accrescere lo slancio di amore e di pace nel mondo. Bisogna ricostruire la fiducia reciproca. Che non si acquista per mezzo della forza e neppure si ottiene con belle dichiarazioni, ma bisogna meritarla con gesti e fatti concreti scaturiti dall’amore".

Per il card. Poupard sono tre le sfide che chiamano oggi in causa ogni credente: "approfondire la propria tradizione religiosa, non in maniera selettiva, ma nella piena fedeltà alla propria tradizione religiosa"; "incontrare i fedeli di altre tradizioni religiose in uno spirito di reciproco rispetto, fiducia ed amicizia"; combattere insieme "per la promozione della dignità di ogni persona attraverso l’impegno nella giustizia". Lavorare insieme alle altre religioni "per la promozione dell’armonia e della pace è un compito concreto per i credenti", ha aggiunto: "Infatti, gli antichi pregiudizi, la insufficiente conoscenza, la mancanza di comprensione delle credenze e delle pratiche delle altre religioni e il timore dell’altro, dovuto a tendenze egocentriche dell’uomo, hanno spesso dominato le relazioni umane". Il cardinale ammette che "il dialogo interreligioso non è sempre un obiettivo facile" ma è "importante non abbandonare la speranza e non attendere che arrivi una crisi per cominciare a costruire relazioni amichevoli fra credenti di diverse religioni". Inoltre, ha precisato, il dialogo "non è e non deve essere considerato come un segno di debolezza da parte del credente. La ragione dell’impegno nel dialogo interreligioso non è l’ignoranza o l’insoddisfazione verso la propria tradizione religiosa. Al contrario, ci si avvicina ad un altro credente perché si è fermamente radicati nella propria tradizione religiosa".


04/09/2006 12:13
BENEDETTO XVI: ASSISI, "IL CARATTERE PROFETICO" DELL’INCONTRO DI PREGHIERA PER LA PACE VOLUTO DA GIOVANNI PAOLO II


L’incontro interreligioso di preghiera per la pace voluto da Giovanni Paolo II, il 27 ottobre 1986, ad Assisi, "assume il carattere di una puntuale profezia", anche alla luce degli "eventi occorsi in questo ventennio e della situazione in cui versa al presente l’umanità": lo ha scritto Benedetto XVI in una lettera all’arcivescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, letta oggi dallo stesso arcivescovo in apertura dell’Incontro internazionale organizzato dalla Comunità di S. Egidio, la diocesi di Assisi e la Conferenza episcopale umbra, sul tema "Per un mondo di pace: religioni e culture in dialogo". Il Papa ha ricordato, tra gli eventi significativi, "la caduta, nell’Est europeo, dei regimi di ispirazione comunista", con la fine della "guerra fredda": "Fu, quello - ha osservato il Santo Padre - un momento di generale speranza di pace", ma purtroppo "il terzo millennio si è anzi aperto con scenari di terrorismo e di violenza che non accennano a dissolversi. Il fatto poi che i confronti armati si svolgano oggi soprattutto sullo sfondo delle tensioni geo-politiche esistenti in molte regioni può favorire l’impressione che, non solo le diversità culturali, ma le stesse differenze religiose costituiscano motivi di instabilità o di minaccia per le prospettive di pace". Di qui l’importanza dell’invito di Giovanni Paolo II "ai leaders delle religioni mondiali per una corale testimonianza di pace".

Nonostante le differenze tra i vari cammini religiosi, ha chiarito Benedetto XVI, "il riconoscimento dell’esistenza di Dio non può non disporre i credenti a considerare gli altri esseri umani come fratelli". A nessuno, dunque, è lecito, ha proseguito il Papa, "assumere il motivo della differenza religiosa come presupposto o pretesto di un atteggiamento bellicoso verso altri esseri umani", tuttavia, "si potrebbe obiettare che la storia conosce il triste fenomeno delle guerre di religione". "Sappiamo però - ha aggiunto il Santo Padre - che simili manifestazioni di violenza non possono attribuirsi alla religione in quanto tale, ma ai limiti culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa nel tempo. Quando però il senso religioso raggiunge una sua maturità, genera nel credente la percezione che la fede in Dio, Creatore dell’universo e Padre di tutti, non può non promuovere tra gli uomini relazioni di universale fraternità". Di fatto, ha ricordato Benedetto XVI, "testimonianze dell’intimo legame esistente tra il rapporto con Dio e l’etica dell’amore si registrano in tutte le grandi tradizioni religiose". Un altro aspetto importante dell’iniziativa promossa ad Assisi da Giovanni Paolo II è l’aver posto "l’accento sul valore della preghiera nella costruzione della pace": "Gli oranti delle varie religioni poterono mostrare come la preghiera non divida ma unisca, e costituisca un elemento determinante per un’efficace pedagogia della pace".

"Di questa pedagogia abbiamo più che mai bisogno", ha continuato il Papa, soprattutto tanti giovani, che "nelle zone del mondo segnate da conflitti, sono educati a sentimenti di odio e di vendetta, entro contesti ideologici in cui si coltivano i semi di antichi rancori e si preparano gli animi a future violenze. Occorre abbattere tali steccati e favorire l’incontro". Comunque, per non cadere in "interpretazioni sincretistiche, fondate su una concezione relativistica", ed "evitare inopportune confusioni", occorre che "la preghiera si svolga secondo quei cammini distinti che sono propri delle varie religioni": "La convergenza dei diversi - ha sottolineato il Papa - non deve dare l’impressione di un cedimento a quel relativismo che nega il senso stesso della verità e la possibilità di attingerla". Il Santo Padre ha poi ricordato San Francesco, "punto di riferimento per quanti anche oggi coltivano l’ideale della pace, del rispetto della natura, del dialogo tra le persone, tra le religioni e le culture". È tuttavia importante ricordare, ha proseguito il Papa, che fu "la scelta radicale di Cristo" a fornire a Francesco "la chiave di comprensione della fraternità a cui tutti gli uomini sono chiamati". Benedetto XVI ha, quindi, ricordato che quest’anno, oltre a cadere il 20° anniversario dell’iniziativa di preghiera per la pace di Giovanni Paolo II, "ricorre anche l’ottavo centenario della conversione di San Francesco".

04/09/2006 14:23 DIALOGO TRA RELIGIONI: RICCARDI (SANT’EGIDIO), “LA PACE È UN CANTIERE APERTO A TUTTI”

“Ci incontriamo perché le distanze tra mondi religiosi e culturali non si allarghino ancora, magari attraverso la pubblicistica dell’odio e del disprezzo”. È quanto ha affermato oggi Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, durante l’assemblea inaugurale dell’Incontro interreligioso in corso ad Assisi, organizzato dalla stessa Comunità. “Con la Giornata di preghiera per la pace del 27 ottobre 1986 – ha ricordato Riccardi - si compì l’evento interreligioso più partecipato del Novecento. Non si negoziò, non si cercò un accordo confusamente: si digiunò, si stette in silenzio, in preghiera, in amicizia. La pace - ha aggiunto Riccardi citando Giovanni Paolo II - è un cantiere aperto a tutti”.
L’incontro di Assisi del 1986, secondo l’opinionista Arrigo Levi, “ha acceso in tutti gli uomini, anche non credenti, una fiamma di speranza in questa drammatica sfida della nostra epoca: vera pace o guerra catastrofica? Ci unisce - ha concluso Levi - la certezza che solo uno sforzo incessante per capirci e rispettarci può farci avanzare sulla via della pace”.



Lunedì, 04 settembre 2006