CHI E' FAUSTO MARINETTI. CONOSCERE LE PERSONE DAL DI DENTRO.
a cura di Carlo Castellini
L'ho conosciuto prima attraverso i suoi libri, AI CONFINI DI DIO, L'OLOCAUSTO DEGLI EMPOBRECIDOS, e solo dopo l'ho visto in carne ed ossa. Era di passaggio a Brescia, venuto da Trento, dove aveva tenuto una delle sue numerose conferenze, di informazione e formazione, su problematiche solidali ed altro. Dalla descrizione fattami al telefono, una volta giunto in stazione, l'avevo riconosciuto subito.
Aveva fatto sosta a casa mia al Villaggio Sereno, e dopo una buo na spaghettata al pomodoro, aveva chiesto di posare il capo per un quarto d'ora. Prima di congedarsi, mi aveva affidato alcuni suoi libri, che, a mia volta, avevo affidato alla biblioteca.
Durante il periodo estivo di alcuni anni fa, ero riuscito a conoscere anche la famiglia, residente a Senigallia, con la moglie brasiliana, i due figli Gianmarco e un secondo di cui non ricordo il nome. Mi aveva offerto un pranzetto a base di riso e di pesce. Una casa antica la sua, con tante scale, non certo adatta per aiutare Gianmarco a salire ed entrare in casa, per la sua condizione di disabile grave, quasi totalmente cieco. Mi fece una certa impressione.
Erano visibilmente contenti di ospitarmi. Nel pomeriggio, verso le 16, portammo Gianmarco nella piscina vicina; papa' Fausto prese letteralmente in braccio il suo piccino e lo fece scivolare in acqua, con grande leggerezza e gioia, mentre io stavo seduto ad osservare le nuotate del giovane “delfino”. Al ritorno Fausto me lo depose dolcemente tra le braccia, forse per bisogno di comunicare, ma anche per desiderio inespresso di trovare condivisione e sintonia, non formale.
NON SI PUO' CAPIRE FAUSTO MARINETTI SENZA CONOSCERE DON ZENO SALTINI. L'ESPERIENZA DI NOMADELFIA PREPARA LA SUA ESPERIENZA IN BRASILE.
Non si può capire Fausto Marinetti senza avere compreso Don Zeno Saltini, e la sua fondazione comunitaria di Nomadelfia (Grosseto). Come non si può capire l'esperienza brasiliana di Fausto, senza essere passati prima dall'esperienza comunitaria, umana e sociale di Nomadelfia. Ed è importante che ad affermare queste cose siano gli altri, non loro i protagonisti, quasi ad affermare che sono stati capiti e compresi, non solo nelle loro utopie, imperfette, se volete, ma anche nelle loro realizzazioni sociali, fondative di un altro modo di vedere le persone, la società civile, la chiesa e altro. Per questo motivo possiamo dire che il nome di Fausto è inscindibilmente legato a quello di Zeno che lui chiama convintamente “papa'”. Infatti quando lui ne scrive o parla, il suo animo si illumina d'immenso. E' qui a Nomadelfia che Fausto incontra l'humus di cui si nutre, l'ambiente ideale in cui può esprimersi come uomo in atteggiamento di ricerca. Qui riesce a fare chiarezza dentro di sé, dopo i quindici anni passati in convento nell'ordine dei Cappuccini.
E' alla ricerca di alcune chiavi di lettura della sua crisi umana e spirituale. E papa' Zeno, senza forzare la mano (come del resto farà mons. Pranzini nella docu -fiction con Giulio Scarpati nelle vesti di Don Zeno), gli si offre con idee nuove e concretezza di proposte, che fanno breccia sull'animo sitibondo di Fausto. E percorre Marinetti tutti i gradini qualificanti di una progressiva liberazione da una spiritualità astratta, che gli ha complicato non poco la vita. E si impegna a sporcarsi le mani verso una visione e testimonianza solidale che include cultura e grande spirito di dedizione e di accoglienza. Marinetti allora si immerge nei problemi umani di Nomadelfia, di cui assimila lo spirito e lo stile che lo renderanno idoneo ad affrontare il grande mare aperto del Brasile che tra qualche anno abbraccerà.
Dietro le scelte importanti di vita di FAUSTO (l'Autore) affiora sempre il ricordo e la filosofia di vita di DON ZENO SALTINI, che lui chiama affettuosamente Papa' Zeno. Le sue parole col tempo, diventarono musica interiore per le orecchie di chi lo ascolta con atteggiamento filiale.
Lo accompagneranno sempre, specie nelle regioni brasiliane, dove le grandi povertà lo costringono a uscire dalle sue certezze dogmatiche e argomentazioni teologiche dalle omelie occidentali piene di vuoto e di cultura narcisistica, immergendosi nei corpi e nelle anime, di una lunghissima schiera di bambini e bambine, di adolescenti e uomini e donne, che lo strattonano da ogni parte, per avere un brandello di attenzione e di umanità. Fino a quando, giungerà il momento, di chiedere alla sua aiutante di campo se volesse sposarlo. E sarà così. Il Brasile entrerà in lui anche fisicamente attraverso il corpo e la cultura popolare femminile. Solo così riusci' a sancire un'alleanza vera e autentica, tra la cultura e teologia occidentale la sua, e la cultura dei poveri e degli ultimi.
Dalle immagini che ho visto, ricordate e ordinate dai suoi amici, che venivano a fargli visita da fuori, ricordo che sia nella catechesi che nella liturgia, FAUSTO, si immergeva tutto, cercava parole loro, attualizzava il messaggio, coinvolgeva i presenti, giovani e adulti, e la sua offerta eucaristica era un dialogo sentito, un teatro vissuto, dove lui perdeva i suoi punti di riferimento tipici di una chiesa chiusa, nascisistica, che parla ma non vive, che fa beneficenza, ma subito di allontana. In questo l'esperienza di campo vissuta in pienezza a Nomadelfia (Grosseto), lo aveva già messo sulla strada giusta. Da qui nascono le sue riflessioni, le sue
denunce, i sui numerosi appelli a papa Francesco, che troveranno eco e spazio nel suo ultimo libro .
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MA QUAL E' IL CUORE E LA FILOSOFIA DELLA COMUNITA' DI NOMADELFIA?
In questa comunità di Nomadelfia, si distingue dalle altre comunità per la concezione della famiglia, non intesa come gruppo chiuso, di stile borghese e individualista, ma come gruppo familiare, inteso come cellula di Nomadelfia. Quattro o cinque famiglie condividono la vita quotidiana sia per i pasti ma anche per l'educazione dei figli e per i momenti ricreativi. La struttura logistica del gruppo familiare è composta da una casa comune e da altre casette attorno che rappresentano la zona notte delle singole famiglie. In parole chiare il gruppo familiare è una famiglia di famiglie, fondata sullo spirito fraterno tipico delle prime comunità cristiane. Tutte queste cose messe insieme fanno breccia sulla sensibilità di Fausto, che vi si immerge, con la mente e con il cuore. E diventa così interprete efficace di questa nuova filosofia di vita, portavoce e responsabile di tante iniziative educative che incidono sulla comunità ma anche sulla sua liberazione.
FAUSTO MARINETTI SI RIVOLGE AL PAPA CON UNA “LETTERA A PAPA FRANCESCO”.
CARO FRANCESCO:”Caro papa Francesco, ho tentato di farti avereun messaggio per via ufficiale. Non mi resta che ricorrere ai due pastori, che puzzano di pecora, don Mazzolari e don Milani, che hai additato ai parroci come modelli in questo ospedale da campo. Sono loro due che mi suggeriscono:”Vedi, Francesco? C'è un nostro collega che ha sofferto più di noi per causa di Santa Mare Chiesa: don Zeno Saltini. Fondatore di una comunità di famiglie, che applica il vangelo socialmente. Nel 2016 hai ricevuto Nomadelfia e hai benedetto il loro impegno per bambini ed anziani. Zeno sostiene di non essere un allevatore di bambini. Senza di lui ci sentiamo a disagio sulla via della Gloria del Bernini. Per non tradire i figli ha rinunciato a quello che aveva di più caro: l'esercizio del sacerdozio:”Se non posso essere loro padre come prete, perchè una norma canonica me lo proibisce, lasciatemelo essere come laico”. E' passato sul suo corpo e sulla sua anima. Ci può essere amore più grande? Non merita come noi, più di noi, di essere riscattata la sua memoria, che è stata incompresa e oltraggiata dal giornale ufficiale della Santa Sede? La testimonianza di don Zeno contiene nuovi annunci. Se non si vuole credere alle sue parole , impossibile negare le sue opere: 5.000 abbandonati accolti come figli, ai quali non si dà una famiglia che passa, ma un popolo nuovo che non passa; una comunità di famiglie che hanno TUTTO in comune (anche i mezzi di produzione); paternità/maternità umana non è un fatto meramente biologico, ma di spirito, perchè “non dalla carne, non dal sangue, non da volontà di uomo, ma da Dio siamo nati”, sia come singoli, che come famiglie, che come popoli.
Ti invio a nome di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, la mia storia di: “Don Zeno, obbedientissimo ribelle”.
Tuo fratello Fausto, Senigallia 27.6.2017.
IL LIBRO DI FAUSTO MARINETTI.
Linguaggio efficace e sempre in tensione come il suo autore, ricco di idee e di eruzioni vulcaniche spirituali e psicologiche; si arricchisce di una ventina di capitoletti, che lui chiama Messaggi; perchè in ogni settore vi sono fatti di cronaca, riflessioni umane, spirituali, di Chiesa e altro; con tanti collegamenti alla nostra realtà occidentale, di chiusura Ogni tanto si rivolge a papa Francesco quasi per chiedergli un consiglio di vita da seguire, per risolvere i problemi degli ultimi che lui chiama “empobrecidos” =impoveriti.
AVVERTENZE DELL'AUTORE.
Il bel volumetto ordina i propri argomenti a mo' di messaggi ognuno dei quali ha un proprio titolo e argomento trattato.
Alcuni titoli colpiscono più di altri: “Bambini crocifissi: in Brasile otto milioni”. L'Autore avverte i lettori che il testo è iniziativa personale sua. I documenti da lui citati con relativa data, sono reperibili nell'archivio di Nomadelfia. Quelli senza data sono appunti delle conferenze d di Don Zeno tra il 1970-80. Il corsivo è dell'autore. Le citazioni sovrabbondano, perchè egli, dice di sé, è un illustre nessuno. Quando il '68 incendia piazze e università, la sua fede vacilla. Né libri, né teologie gli saziano l'anima. Incontra un prete contadino, DON ZENO SALTINI, che gli rivela il suo segreto:”L'ho imparato in campagna; se semino fagioli e cipolle, nascono fagioli e cipolle; se semino vangelo, nasce vangelo”. Chi restituisce la famiglia a 5.000 abbandonati o è un pazzo o......., è un pazzo due volte, una per Dio, l'altra per l'uomo. Don Zeno lo vuole al suo fianco, compagno di viaggio e confidente, per dieci anni:”Il seminario ti ha guastato. Devo smantellarti da cima a fondo”. “Ci sei riuscito? Ho seminato secondo le tue istruzioni. Quanto qui c'è di buono è farina del tuo sacco. Grazie, babbo Zeno”. (Fausto Marinetti).
LA RECENSIONE PIU' CRITICA?
“Come fai a fare una critica a un testo così? Puoi solo leggerlo, commuoverti, pregare, scegliere. Insomma va benissimo perchè c'è la vita e c'è tanto cuore di Don Zeno. Quando il papa andrà a Nomadelfia credo che ne gusterà da vicino i frutti. Tu lo aiuti. Bravo. Un abbraccio”. (MATTEO MARIA ZUPPI, Arcivescovo di Bologna), di Carlo Castellini.
Mercoledì 09 Maggio,2018 Ore: 21:52 |