RECENSIONE
“L’UOMO DI VETRO” DI VITTORINO ANDREOLI

di CARLO CASTELLINI

DELLA CASA EDITRICE RIZZOLI. PRIMA EDIZIONE GENNAIO 2008-03-13


Capita non di rado, di incontrare persone che nel dialogo con te, rivelano, una capacità di comunicazione ed una simpatia umana, tali, che ti sembra di averle sempre conosciute; perchè, parlando con te, non esaltano se stesse, non parlano spesso del proprio operato, sono riservate e discrete; svelano anche i propri peccati e ammettono tranquillamente i propri limiti: ed in questo ti fanno sentire subito a tuo agio, creando sentimenti di condivisione e di empatia.
 Ve ne sono invece altre, il cui contatto, crea esattamente sentimenti opposti: cioè di antipatia e di rifiuto, più o meno latenti o espressi. Il libro di Vittorino Andreoli, dal titolo bello e significativo “L’uomo di vetro”, della casa editrice Rizzoli, edito in prima uscita nel gennaio di quest’anno, crea invece subito sentimenti di simpatia e di empatia, tanto che si fa leggere abbastanza in fretta.
Il sottotitolo ne rivela l’idea portante, cara all’autore: e cioè, che se l’uomo è capace di accettare e di ammettere la propria fragilità, invece di negarla in maniera forzata e artificiosa, riesce a convivere con essa ed a trasformarla in uno stile di vita accettato da se e condiviso dagli altri.
 Ad una condizione però: che l’uomo scelga tra comportamenti saggi che lo rendono uomo, accettato dai propri simili (inter pares), e quelli più falsi ed artefatti, imposti da pubblicità, propaganda, mass media, educazione sbagliata, falsa morale, che ti rendono l’uomo più succube di schemi, non sempre condivisi, che effettivo portatore di valori umani morali e intellettuali condivisi ed accettati.
 Questo atteggiamento dell’autore in controtendenza, perchè contro la ricerca di un look ad ogni costo imposto da fuori, afferma che la fragilità dell’uomo può addirittura diventare una risorsa, da valorizzare che ti fa accettare anche dalla società. Per cui leggere un libro di questa natura, è come stringere un’alleanza di amicizia, è come far scivolare la tua mano in un’altra mano che ti accoglie, senza farti violenza; che ti aiuta a camminare e ad uscire dai labirinti tortuosi della psiche dove a volte tanti si sono rinchiusi.
 
 Vittorino Andreoli, è un appassionato psichiatra, che il grande pubblico ha già più volte avuto occasione di conoscere in varie apparizioni televisive, molto stimato dal pubblico e dalla critica, perchè molto efficace nel descrivere i labirinti della nostra psicologia ma anche delle nostre devianze. Con una passione ed una efficacia descrittive non comuni.
 L’Autore, seguendo le delicate fasi della crescita dell’uomo, ne descrive via via, i delicati passaggi ma anche le insidie che si nascondono nelle prese di posizione e nei condizionamenti messi in atto dagli adulti, genitori, educatori, tutori, insegnanti, politici, preti, istituzioni, asili, scuole, gruppi di riferimento; coglie così l’occasione per formulare pensieri, per aprire nuove piste di riflessione; riuscendo così a intrecciare fili di un discorso costruttivo con il lettore, giovane o anziano; riesce così a fornire delle chiavi di lettura per leggere piccoli drammi personali famigliari; che rischiano di far naufragare la navicella della nostra esistenza ma anche della nostra tranquillità psicologica.
 
Alla fine, l’Autore forte della sua esperienza con molte persone curate, riesce, anche con il lettore, a gettare una sorta di salvagente per un ancoraggio psicologico più sicuro e sereno, perché farcito di consigli utili, per giovani e adulti.
 
Vittorino Andreoli è sposato da 40 anni; e non si presenta con spavalderia e sicumera, di chi ha risolto tutti i suoi problemi, personali, famigliari, professionali. Anzi, al contrario, si presenta come un medico della psiche umana, che si mette sullo stesso piano del paziente, gli tocca la mano, per comunicare il fluido del suo calore umano; entra con discrezione, con questa sua personalissima password, nei lambiccati circuiti dell’animo umano, da cui cerca di far scaturire il sorriso.
 
La luce si fa strada, la mano è tesa, e la terapia solidale fa muovere i primi passi. Questa è l’immagine che l’Autore ha fornito mille volte e di se al pubblico televisivo. Per questo gradisce ricordare l’esempio del meccanico, che per far ripartire la macchina va alla ricerca del pezzo di ricambio senza il quale non può ripartire; il meccanico della psiche, lui si propone come un amico solidale, perchè umano e solidale come il paziente uomo che cura.
 
A mano a mano che procedi nella lettura, il volumetto, scritto con stile immediato ed accessibile a tutti, risente di saggezza e umanità nutrite di buon senso paterno. E ti accorgi, alla fine, che tante esperienze e valutazioni in parte possono o potrebbero toccare anche te; secondo questa filosofia della fragilità, che se accettata e condivisa, ti può perfino cambiare dentro; ed aiutarti ad accettarti anche nei tuoi limiti; fisici, psicologici, spirituali.
 
 Qua e là lo scrittore psichiatra, che ha scritto anche “Lettera ad un insegnante”, sempre della casa editrice Rizzoli, ama ricordare alcuni episodi della sua infanzia; come ad es. la scarsa propensione da sempre evidenziata nel gioco del calcio con conseguenze prevedibili nella vita di relazione con gli altri adolescenti della sua età. Come psichiatra è spesso costretto ad aiutare l’uomo a ritrovare se steso; ed a mettere insieme alcuni frammenti della sua personalità che sono andati perduti, per ricucirli in nuova unità.
 
 Un pò come avviene nel mito di Iside e di Osiride, egiziani; o nel mito di Set, che voleva la sua morte per sostituirlo al potere.
 
 Insomma, questo di Vittorino Andreoli, non è un libro teorico, non è un manuale di “Istruzioni per l’uso”, ma è qualcosa di più prezioso, che si propone come uomo gentile, ma con bisturi bene affilato; mette in discussione le tue false sicurezze, toglie le mille maschere ai nostri alibi, che ci siamo per comodità o per egoismo, costruiti ad arte. Ed in fondo, lo scrittore psichiatra, ci aiuta ad accettarci, così come siamo; più fragili, per l’appunto, ma, quindi, anche più umani.
 
 
 (CARLO CASTELLINI)


Martedì 20 Gennaio,2009 Ore: 12:06