Buon anno a tutti coloro che sentono dentro il proprio
"io" quella voglia di voler cominciare un anno nuovo, una vita
migliore e aprirsi al percorso della propria vita con l'impegno di amare
e rispettare
innanzitutto se stessi
Mi chiamo Vincenzo, originario di Giugliano di Napoli, mi sono costituito
nel carcere di Bellizzi dopo che la sentenza di primo grado era passata,
purtroppo, definitiva.
Dico purtroppo perché vi è in me tanta angoscia e sofferenza
e ricordo ancora quanto fu atroce varcare il primo cancello di queste
mura mentre il mio caro papà e mio fratello in lacrime dall'altra
parte disperavano nel dolore più indebito che si possa provare;
è lo stesso dolore che tutt'ora fa del mio morale, dei miei cari,
della mia amata, una sofferenza giornaliera e tutto questo ingiustamente
perché sono un mero innocente.
Sono anni che questa incredibile tirannia ci tiene nella morsa del dolore,
laddove un innocente sorriso non ha più esistenza, ma viviamo nella
speranza, quella speranza che dà la forza di andare avanti.
Si può cambiare nella propria vita per migliorare un po' quel piccolo
bagaglio di desideri che ognuno ha nel cuore. Non ci vuole nulla, solo
un po' di buona volontà e un pizzico di fiducia in se stessi
il carcere non è un mezzo che aggiusta i propri errori, spesso
è frustrante e istigativo, quindi va ragionato per mettere sotto
i piedi le tante umiliazioni e mortificazioni subite.
Io sono un ragazzo che nella vita, dopo gli studi, ha sempre lavorato;
miravo con fiducia ad un futuro in cui ognuno cerca di raggiungere una
meta, quella di crearsi una famiglia e donare ai propri figli ciò
che i miei cari mi hanno saputo dare, nel rispetto dei valori cattolici
della vita. Ma un giorno avevo chiesto di incontrare, in un umile dialogo,
la mia ex compagna attraverso un omaggio di alcune rose; mi sono visto
crollare addosso tutte le cattiverie e le ingiustizie non immaginando
né riuscendo a capire cosa mi stesse succedendo. Vengo accusato
di un fatto mostruoso, assurdo, incredibile..un omicidio di un povero
ragazzo che non avuto la fortuna di conoscere e che neanche sapevo che
frequentasse la mia ex compagna alla quale feci recapitare quelle innocenti
rose. Lo giuro: non mi sarei mai permesso
eppure piango e soffro
sul suo cadavere ingiustamente da mero innocente. Se non fosse così
non avrei avuto il coraggio di scrivere al giornalino.
La sofferenza, in questo caso, è come un dolore che ti fa disperare
perché vorresti localizzarne la provenienza ma non la trovi
e questo ti fa sentire ancora più male, proprio perché non
te lo sei procurato.
Sono incensurato, nella vita non ho mai conosciuto cosa significasse "errare";
facevo il disk-jockey a livello professionale, lavorando in diverse discoteche,
ho conosciuto tantissima gente, tante ragazze, tante storie che volevano
essere alla base di ogni spensieratezza. Ma questa ingiusta storia mi
ha fatto crescere anche involontariamente nelle indebite sofferenze.
Non voglio arrendermi, so di avere tante ragioni, e per questo combatto
per non distruggere questa speranza che mi fa vivere e crederci ancora.
Credeteci pure voi, siate forti e create nei vostri cuori almeno un piccolo
sforzo per il nostro Signore Gesù il quale non vi redimerà
ma vi emenderà a rafforzare la voglia e il desiderio di voler costruire
una vita migliore.
Auguri di cuore.
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