- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (180) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Buon Natale dall'UGANDA,di p.Giuseppe Franzelli

Buon Natale dall'UGANDA

di p.Giuseppe Franzelli

Ngetta, 23 Dicembre 2019
Carissimi,
Buon Natale! Sono le parole e gli auguri di sempre, che ci scambiamo ogni anno, e l’abitudine a ripeterli rischia di farci perdere la straordinaria novità e attualità dell’avvenimento che stiamo per celebrare.
Credere e proclamare che Dio, l’onnipotente creatore del cielo e della terra, ha scelto di farsi piccolo e debole come noi nel suo Figlio Gesù, diventato nostro fratello per salvarci, è la notizia più bella, incredibile e meravigliosa che sia mai stata annunziata. Umanamente parlando, sembrerebbe una favola, troppo bella per essere vera. Si tratta invece di un fatto, l’avvenimento che ha dato una svolta e ha cambiato per sempre la storia del mondo, dando una speranza ed un significato diverso alla vita di ognuno di noi. Il bambino chiamato Gesù (“Dio salva”) nato per noi nella povertà e nascondimento di Betlemme è il segno concreto dell’amore infinito del Padre, un segno che sarà più tardi innalzato sulla croce del Calvario perché tutti possano vedere e credere in lui, l’ Emmanuele, “Dio-con-noi”.
Con la sua nascita, morte e risurrezione, Gesù nostro fratello ci offre la possibilità di una vita nuova, nell’attesa di condividere, dopo la nostra morte, la gioia, l’amore infinito e la vita stessa di Dio nostro Padre. E’ questo il vero dono di Natale, il regalo più grande che Dio ci fa, bussando alla nostra porta e chiedendoci di lasciarlo entrare nella nostra vita, non solo a Natale ma in ogni giorno del nostro cammino.
Mi auguro e vi auguro che ognuno di noi abbia il coraggio di dire di sì al Signore che viene, accogliendo con riconoscenza il regalo del suo amore e della sua presenza nel nostro cuore e nella nostra vita. Buon Natale, allora, un Natale vero, pieno di gioia, amore e speranza !
Sono passati solo due mesi dalla mia ultima lettera, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale. Fra le cose successe in questo tempo voglio segnalare e condividere con voi innanzitutto quanto è avvenuto il 30 Novembre. Due giorni prima, il 28 Novembre, approvando ufficialmente il miracolo avvenuto per sua intercessione, papa Francesco ha aperto la via per la prossima beatificazione di P. Giuseppe Ambrosoli, comboniano e medico,che ha operato per quasi 31 anni nell’ospedale di Kalongo a servizio degli ammalati. Il giorno 30, nel cimitero della missione, ho partecipato alla esumazione e ricognizione dei suoi resti. E’ stato un momento molto significativo ed intenso. P. Ambrosoli è stato per me un confratello ed amico con cui ho condiviso alcuni tratti del mio cammino durante la mia prima esperienza missionaria fra gli Acholi. Quando ero a Patongo, ogni tanto mi confessavo da lui, e qualche volta ho ascoltato la sua confessione. Di lui conservo molti ricordi, soprattutto la dolorosa vicenda dell’ultimo viaggio quando, nel febbraio 1987, siamo stati costretti dall’esercito del nuovo governo ad abbandonare le nostre missioni. Umile, semplice e sempre disponibile, P. Giuseppe era uno che credeva davvero – come è scritto sulla sua tomba – che “Dio è amore e io sono il suo servo per la gente che soffre”. Per chi lo avvicinava, P. Giuseppe è davvero stato un riflesso dell’amorevole cura di Dio per tutti i suoi figli, specialmente i malati e sofferenti. La Chiesa ha riconosciuto ora l’eroicità della sua testimonianza e ce lo addita come modello. L’anno prossimo celebreremo con gioia la sua beatificazione. D’accordo con il nuovo vescovo, ho pensato di dedicargli una finestra della cattedrale, di fronte a quella di S. Daniele Comboni. Personalmente, mi consola ed incoraggia sapere che ora, lassù, ho un compagno di viaggio a cui rivolgermi perché mi accompagni ed aiuti nel mio ultimo tratto di strada!
Da Ngetta, continuo infatti il mio cammino nella nuova veste di vescovo “emerito”, che non ha però nulla a che vedere con l’immagine di un pensionato. I lavori per la cattedrale sono…quasi finiti. Il che significa che ogni giorno c’è qualcosa da aggiungere o correggere. Mi ricorda “la fabbrica del duomo”, come dicono a Milano. Finalmente è invece arrivata in porto la stampa del “Kwer me Sakramento”, il rituale in lingua lango, uno strumento pastorale importante per i sacerdoti e catechisti. In quanto all’impegno per far partire la televisione cattolica nazionale.. non ve ne parlo, sia perché non c’è spazio sia perché continuano a sorgere nuovi problemi ed imprevisti. Pregate !!!
Il 5 Dicembre nella parrocchia di Ngetta ho presieduto la celebrazione di 76 matrimoni. A differenza di quando sono arrivato in Uganda tanti anni fa, ora ci sono sempre più coppie relativamente giovani che decidono di sposarsi in chiesa. Tuttavia prevale ancora il numero di coppie attempate, genitori di vari figli, alcuni dei quali già adulti. In ogni caso, non mi sarei mai aspettato di trovarmi di fronte ad uno sposo novello di… 107 anni! Ancora abbastanza arzillo anche se curvo ed appoggiato ad un bastone, di fronte alla mia incredulità, mi ha assicurato che quella era davvero la sua età, non un anno di più né di meno! Conoscenti, amici e parenti, a cominciare dalla moglie, più giovane di lui di una decina d’anni, sono intervenuti in coro a confermare la cosa. Dati anagrafici più o meno corretti a parte, è bello constatare come la grazia e il dono di Dio possono raggiungere tutti, a qualsiasi ora… Non è mai troppo tardi!
Partecipando recentemente alla celebrazione dei 100 anni dall’arrivo delle suore comboniane a Gulu e i 150 anni di fondazione dell’istituto missionario dei Padri Bianchi, ho avuto modo di riflettere sulla storia della salvezza. In una prospettiva di fede, ognuno di noi è un anello di una lunga catena di cui Dio si serve per realizzare il suo piano di amore. Come coloro che ci hanno preceduto, qualunque cosa facciamo e in qualunque luogo viviamo, siamo chiamati a far parte ed essere protagonisti di questa meravigliosa storia d’amore che Dio porta avanti nei secoli. Attraverso le nostre vicende umane, le scelte e il bene che facciamo ogni giorno ma anche attraverso e nonostante i nostri sbagli, e debolezze, Dio, Signore della storia, porta avanti il suo meraviglioso piano di salvezza ed amore per tutti i suoi figli.
Ho ricordato e penso alla mia infanzia in famiglia, agli anni passati in seminario, l’ordinazione sacerdotale nel 1967, i tre anni in redazione a Nigrizia, i primi 17 anni in Uganda fra gli Acholi, i sette a Firenze, due a Bologna, sei anni e mezzo facendo la spola fra Messico e Sudafrica alla direzione dell’Anno comboniano di formazione permanente, la destinazione “in pectore” alle Filippine che di fatto non si è mai avverata, due anni a Roma come factotum, ed infine la nomina a vescovo di Lira e questi ultimi 14 anni in Uganda. Visti in una prospettiva di fede, sono tutti legati da un filo unico, l’amore e la fedeltà del Signore che anche attraverso di me come attraverso ognuno di voi continua a scrivere e portare avanti al sua storia di salvezza. Nascendo e rinascendo ogni giorno e ogni anno in questo nostro mondo in cui, come a Betlemme, sembra che non ci sia posto per questo Dio povero e viandante che, in Gesù, cammina sulle nostre strade, facendosi nostro fratello e compagno di viaggio.
Per questo ogni Natale, anche quello di quest’anno è importante. E’ un dono che va accolto e vissuto in questa prospettiva di fede. Alla luce del Natale e dell’incarnazione, la storia del mondo e le nostre storie personali acquistano una dimensione ed un significato più bello e profondo.
Questo è il mio primo Natale da “emerito”. Per quattordici anni, con il Messaggio di Natale trasmesso attraverso la nostra radio, ho raggiunto con i miei auguri tutte le famiglie della diocesi. Quest’anno non udiranno la mia voce. Non importa. Se ben ricordo, il santo papa Giovanni Paolo II diceva: “ Quando le gambe non ce la fanno più, correte con il cuore!” Mentre questa mia lettera vi assicura che sono vicino a voi, cari amici che mi leggete, certamente il mio cuore corre e la mia preghiera raggiunge innanzitutto la mia gente, sparsa nella vasta regione lango, in tutte le case e capanne più remote, anche dove non c’è la radio. E chiedo anche a voi di pregare per loro, perché c’è ancora troppa povertà, troppa ingiustizia e corruzione, troppo buio che contrasta la luce del Natale e che impedisce a molti di vivere nella pace, dignità e serenità a cui hanno diritto tutti gli uomini per i quali il Figlio di Dio si è fatto nostro fratello.
Dopo Natale, Domenica 29, celebrerò nella parrocchia di Dokolo la festa della Sacra Famiglia con un gran numero di coppie venute da ogni parte della diocesi. Altri matrimoni, tante famiglie in cui con l’arrivo di nuovi figli continuerà il Natale, per la crescita della grande Famiglia di Dio. Prego il Signore che benedica anche le vostre famiglie.
Se Dio vuole, arriveremo così anche alla fine del 2019. Un anno in più da aggiungere ai tanti che il Signore ci ha regalato e uno in meno che ci separa dall’incontro definitivo con lui, alla fine del nostro cammino. Auguriamoci a vicenda che sia davvero un Buon Anno, vissuto bene e in pienezza, sperimentando giorno per giorno la pace, la gioia e l’amore che il Signore ci regala con il suo Natale. Pregate per me! P. Giuseppe



Lunedì 23 Dicembre,2019 Ore: 21:18
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Primopiano

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info