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www.ildialogo.org "Sorella Morte o Ultimo Avversario?",di Mario Mariotti

"Sorella Morte o Ultimo Avversario?"

di Mario Mariotti

Se io mi metto a riflettere sulla morte, pensiero che mi accompagna ad intermittenza da quando sono al mondo, mi sento più vicino a concepirla come Ultimo avversario, vedi S.Paolo, che come Sorella, vedì S.Francesco. Il relazionarsi ad una sorella allude ad un rapporto sereno, positivo, rassegnato. Quest'ultimo, a sua volta, allude ad una non-resistenza, ad una accettazione di un. passaggio che è sì triste, ma necessario per accedere ad un al di là saturo dell'infinita bellezza e dolcezza di Dio.
Io, invece, la morte l'ho sempre vissuta come un avversario, (come un negativo da contrastare con la scienza, l'amore, la condivisione). Ho ancora nel profondo le urla strazianti della madre di Pina di fronte alla figlia) morta di embolia dopo aver messo alla luce una piccina; il racconto delle condizioni in cui erano stati trovati i diciassette cadaveri torturati dalle Esse-Esse a Villa Martuzzi; le immagini dei campi di sterminio usate al processo di Norimberga per inchiodare alle loro responsabilità i gerarchi nazisti, autori di questo blasfemo crimine contro l'umanità,.(Sarà anche per questo che a me, finché c’è stata é rimasta simpatica 1'URSS, dato che erano stati i Russi, al costo di 20 milioni di morti, a liberare Auschwitz il 27 gennaio del 45). Questo mio concepire la morte come qualcosa di estremamente negativo litiga con la parte razionale di me stesso: essa è strutturale alla vita; tutti i viventi, fatto il 1oro percorso, sono destinati a finire; e le cellule dei loro corpi a tornare nel "tutto" universale.
Il motivo di questo mio sentire, che è irrazionale, probabilmente risiede nel fatto del mio concepire la vita, ogni vita, come un miracolo, come un evento irripetibile e miracoloso. L'intelligenza della materia che si organizza invita, e tutti i viventi, dall'alga azzurra all'organismo più complesso qual'è l'uomo, per me sono l'unico e vero miracolo, che è tale e che tale andrebbe considerato da tutti coloro che abitano la terra dei viventi. Ecco il miracolo del DNA della gattina, che ha in memoria tutta la procedura per mettere alla luce i suoi gattini, per cui noi ci troviamo davanti ad una “Gioconda” composta dalla mamma gatta e dai suoi piccini, che pedalano succhiando il latte; ecco la lumaca che attraversa la strada bagnata, e che va presa e messa dall'altra parte,così non la schiacciano; ecco la farfalla che è caduta nella ciotola che contiene l'acqua per la mia colombina, e che va tolta perché possa continuare a vivere. Io che mi ritrovo sulle spalle, o meglio nel profondo,questo tipo di sensibilità, non posso non concepire la morte, cioé la non-vita, come un nemico,come un avversario da contrastare finché non sarà lui stesso a vincere.
Tutte le persone che mi sono state care e che sono morte, per ora, finché sono vivo,le tengo dentro di me; il pensiero che un giorno forse potrò tornare ad incontrarle quando sarò andato da loro io lo vivo come qualcosa che mi aiuta, ed anche se so che è solo un desiderio, mi abbandono a lui. E poi, in altri momenti, l'Ultimo avversario si addolcisce, e diventa quasi simpatico, perché lo elevo al grado di “Compagna morte” e le riconosco il merito di essere rimasta l'unico soggetto, dati i segni dei tempi, in grado di abbassare le penne ai ricchi ed ai potenti, supplendo, ìnquesto modo, al rincoglionimento della Sinistra, che ha dimenticato quel suo specifico che l'avrebbe fatta essere tale, cioè Sinistra. C'è poi un altro aspetto infine da prendere in considerazione: la morte come sorella non va bene perché allude alla rassegnazione; lei come ultimo avversario rischia di rimanere tale perché, alla fine vince sempre lei, ma quest'ultimo aspetto si può anche transustanziare in strumento di liberazione. Se penso alla sofferenza, alla miseria universale, agli ostaggi di coloro che li stanno torturando, alla lotta per la vita di coloro che si trovano a vivere come se il loro essere nati fosse una colpa da espiare con sofferenze interminabili, ecco allora che anche lei, la Morte, diventa bella perché libera dal dolore il malato ed anche colui che lo assiste, perché non c'è un dolore più grande di quello di vedere soffrire e di non poter far niente per chi soffre.
Ed allora benvenuta, Compagna Morte Liberatrice, ultimo rimedio di questo casino-mondo, che però, per migliorare, per diventare meno casino, ha bisogno di vederti sempre e solo come un Ultimo Avversario, da contrastare con la ricerca, l'amore e la condivisione,al servizio del miraboloso miracolo della Vita.
M. M.



Giovedì 31 Ottobre,2019 Ore: 21:38
 
 
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