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www.ildialogo.org SARA’ UN AUTUNNO CALDO: ANZI CALDISSIMO!,di Nino Lanzetta

Scenari prossimi venturi
SARA’ UN AUTUNNO CALDO: ANZI CALDISSIMO!

di Nino Lanzetta

Il prossimo sarà un autunno caldo, forse caldissimo! Casaleggio, guru del M5S, prevede rivolte di piazza. Grillo, però, continua ad usare un linguaggio violento, paragonando il Parlamento ad un cumulo di letame, dando, così, fiato alle destre che lo accusano di aizzare gli animi e di incitare alla rivolta . Commentatori ed economisti sono pessimisti su una ripresa economica a breve. Standard & Poor’s ha escluso che, per l’Italia, possa avvenire nel corso del 2014. Il quadro si presenta fosco e questo governo, al di là delle buone intenzioni, non sembra andare , per ora oltre gli annunci ed i rinvii. Se perde la riconquistata fiducia dei mercati i titoli del debito pubblico stenteranno a trovare collocazione sul mercato e saranno guai. All’orizzonte c’è sempre lo spettro della Grecia. Solo per questo il governo Letta è insostituibile in questo momento e Napolitano fa bene ad ammonire! Molto ci si aspetta dalle riforme costituzionali se i saggi non si faranno condizionare dai politici , combinando pasticci indigeribili nel mescolare principi ed istituti contrastanti o non prevedendo equilibri e bilanciamenti di poteri. Sarebbe utile salvaguardarsi, ripristinando il Mattarellum prima della riforma costituzionale. Quanto ai provvedimenti in materia di economia e lavoro, la coabitazione tra il PDL (con Brunetta, le Santanchè di turno) il PD e il ministro Saccomanni , si fa sempre più problematica. Pare di essere in perenne campagna elettorale e si sottovaluta, colpevolmente, che interi pezzi del nostro apparato industriale smantellano ogni giorno, senza una vera politica industriale e di sviluppo, almeno quello possibile. Dopo la sentenza della Cassazione e il congresso del PD , le cose potrebbero addirittura peggiorare perché il futuro della strategia berlusconiana è una incognita e il PD dovrà pur ritrovare quei valori della sinistra che paiono affievoliti e ripensare ad un’azione di governo improntata a riforme più radicali e ad una partecipazione di tutte le categorie sociali , secondo i propri redditi a tirarci fuori.

Quanto al meridione non si vedono luci all’orizzonte ma fosche nubi. Se il sud sprofonda di chi la colpa? I leghisti ed una certa destra ritengono che sia, ormai, diventato una palla al piede dell’economia del paese. Economisti e meridionalisti ritengono, invece, che il suo sviluppo possa costituire il volano di ripresa dell’intero paese. La tesi, valida e suggestiva, è suffragata dall’esempio dell’unificazione della Germania, una delle quali stava peggio del nostro Sud. Ma in Germania all’impegno finanziario è corrisposto un adeguamento delle strutture e delle regole di funzionamento dell’apparato delle Stato che la praticità e la concretezza dei tedeschi hanno reso eccellente. Cosa che non succede in Italia, dove da secoli tutto sembra mettersi in discussione e muoversi salvo lasciare immutati i privilegi e le rendite, aggravando con migliaia di leggi, codicilli, regolamenti il funzionamento di un organismo burocratico (statale, regionale, provinciale e comunale!) elefantiaco ed inefficiente. Ed è, appunto, dal criminale connubio della politica con la burocrazia che nascono i guai del Paese, che da noi, poi, sono ancora più gravi! Per lo sviluppo non ci sono soldi! Lo Stato non paga ancora neanche i fornitori, le Asl di Napoli gli stipendi ai dipendenti. Quanto ai fondi europei, i nostri ineffabili politici “sudisti”, o non li hanno spesi o li hanno dilapidati. Il governatore Caldoro teme che le sommosse possano partire da Napoli. Invece di recarsi a Roma a piatire miseria e cullarsi dietro palliativi miglioramenti dei conti, cominci a fare piazza pulita, usando l’accetta e non il temperino!Modifichi lo Statuto, denunci i politici corrotti, abolisca le indennità e i privilegi porti la trasparenza dove una coltre di fumo avvolge i palazzi del potere regionale. Non si iscriva al partito dei Gava, dei Pomicino, dei De Lorenzo, de i De Donato, de i Mastella de i De Mita, dei Cosentini, dei Cesaro e perfino dei Bassolino! E’ finita la pagina! Agisca se ne è capace, o se ne vada. Lo ha fatto il Papa Ratzinger, lo può fare anche lui! Nel frattempo, stia zitto!

NINO LANZETTA




Martedì 30 Luglio,2013 Ore: 23:13
 
 
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