Sbagliamo bersaglio prendendocela con i politici; sono gli intellettuali i responsabili dei nostri mali
I MALI DEL MONDO SONO PROVOCATI DA COLORO CHE TENGONO SEPARATE LE COLLETTIVITA’ UMANE : I cosiddetti "INTELLETTUALI".
Si credeva che la colpa delle separazioni, e dunque delle guerre, fra Stati fosse dei politici; ma essi erano manovrati dal procedimento naturale emotivo in venuta, come tutti.
Perciò non si combinava niente a contestarli.
La colpa nascosta è di coloro che dovrebbero rappresentare la razionalità (almeno hanno diffuso questa voce...); e ne hanno fatto un monopolio, impedendo di conseguenza agli altri di ragionare, paralizzati da tanta scienza.
Non subiremo più passivamente la pseudo-cultura attuale,
che è uno strumento dei poteri contro le persone.
Molti guardano agli intellettuali con riverenza e rispetto, nel senso che considerano le loro idee al di sopra delle possibilità di comprensione e di giudizio delle altre persone.
Invece gran parte delle teorie sono complicazioni inutili, di idee staccate dalla realtà e da ogni senso compiuto. Per sostenere le quali gli addetti ai lavori le attaccano a una ragnatela di citazioni e bibliografie che impressionano i "profani"; che invece ne dovrebbero essere serviti.
L’attuale cultura si è formata separandosi dalla situazione esistente, risultato del procedimento naturale di forza; che appunto va superato.
Ma non va superato ignorandolo.
Tale superamento, che le idee comportano, ha lo scopo di ritornare all’insieme del reale, a migliorarlo ogni volta.
E questo nell'interesse stesso dell'interno (delle conoscenza), che così sarà ulteriormente ampliata ed approfondita dal nuovo esterno.
Questo però non avviene, perché il procedimento della formazione della superiore entità si ferma a metà del suo ciclo: si limita a staccarsi dalla vita pratica (necessaria opposizione per il formarsi delle entità superiori), ma non vi ritorna a modificarla. Realizza la sua superiorità grazie al mantenere inferiore il mondo esterno. Perché la visuale è ristretta alle coordinate di partenza, che diventano anche quelle di arrivo.
Coloro che incarnano le idee si accorgono che ciò li eleva agli occhi degli altri. E si fermano lì, avendo raggiunto lo scopo del successo personale (dentro gli schemi mentali del procedimento di forza naturale).
Così fanno deviare le idee, da fine, a mezzo, a strumento di sé stessi in quanto persone materiali, separate fra loro e concorrenti. La dialettica, da quel momento, non si svolge più (come dovrebbe) fra la realtà pratica insufficiente e le idee teoriche che dovrebbero aggiustarla. Ma si svolge solo a livello teorico, fra gli addetti ai lavori, i cultori dei vari campi. Per i quali lo scopo non è di risolvere le cose, bensì di affermarsi personalisticamente: e per qualificarsi in qualche modo, si negano a vicenda, complicando sempre più le cose.
Mario Ragagnin
www.marioragagnin.net