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PAPA FRANCESCO E IL DIO DELLA CARITA' ("DEUS CHARITAS"). La porta e la chiave. Una riflessione di Piero Stefani - con note  ,a c. di Federico La Sala

Ultimo aggiornamento: May 29 2013 14:05:41.

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 29/5/2013 06.35
Titolo:PAPA FRANCESCO CLONE DEL PREDECESSORE?
Clone del predecessore?

di Klaus Nientiedt

- in “www.konradsblatt-online.de” del 28 maggio 2013
- (traduzione: www.finesettimana.org)

Alcuni osservatori dell’attualità ecclesiale si preoccupano molto in questo momento di chiarire che tra papa Benedetto e papa Francesco non c’è la minima differenza. Con questo si vuol dire che sarebbe irrealistico presumere di poter sperare, con papa Francesco, in progetti di riforma che non erano fattibili con Benedetto.

Che ora con Francesco si realizzi tutto ciò che sotto Benedetto non è stato realizzato, è una speranza effettivamente irrealistica e decisamente anche lontana dall’ecclesialità. Ma bisogna proprio sostenere che tra Benedetto e Francesco non ci sia la minima differenza, in altri termini: che il nuovo papa faccia e pensi tutto esattissimamente come il predecessore? Ma che immagine di Chiesa e di papato sta dunque dietro a questa idea?

Anche a prescindere dal fatto che Francesco ha già posto una serie di segni con cui si è assolutamente distinto dal predecessore, sarebbe forse giusto attendersi una totale uguaglianza tra i vescovi di Roma?

Ma veramente alcuni pensano che la Chiesa cattolica possa garantire la sua unità solo tramite il fatto che in un certo senso un papa sia il clone del suo predecessore? Sarebbe un’immagine di Chiesa lontana dalla realtà. In passato non è stato così - e perché mai dovrebbe essere così oggi?

Prendiamo ad esempio Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Per quanto queste due persone possano essere state vicine - tra le due c’era ben più di una “minima” differenza. Dichiarare la messa tridentina rito straordinario della messa romana era qualcosa da non farsi con Giovanni Paolo II. Si possono anche citare le differenze di opinione tra Giovanni Paolo II e il cardinale Joseph Ratzinger a proposito dell’incontro di Assisi. O anche sul diverso atteggiamento rispetto alle richieste di perdono di papa Wojtyla nel 2000.

L’idea che tra due papi non ci debba essere la minima differenza mi pare un po’ infantile. C’è solo da sperare che non si stia prima di tutto attenti a che non avvenga mai nulla di diverso rispetto a quanto voleva il predecessore del papa in carica. Altrimenti come sarebbe possibile qualsiasi sviluppo?
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 29/5/2013 14.05
Titolo:"Anche il Papa e la chiesa hanno peccati e imperfezioni". Papa Bergoglio ...
Papa: "Anche io e Chiesa abbiamo peccati,
ma Dio è misericordioso e perdona sempre"


Sotto una pioggia battente e senza nessun riparo, Bergoglio ha percorso Piazza San Pietro a bpordo della jeep scoperta per salutare i fedeli che lo attendevano per l'Udienza generale: "Non abbiate paura di essere genitori"


CITTA' DEL VATICANO - "Anche il Papa e la chiesa hanno peccati e imperfezioni". Papa Bergoglio, sfidando la pioggia battente che anche oggi cade sulla Capitale, così ha parlato ai 90mila fedeli riuniti in Piazza San Pietro per l'Udienza generale del mercoledì. "Alcuni dicono- continua Bergoglio - : 'Cristo sì, la Chiesa no', ovvero: 'credo in Dio ma non nei preti'. Ma la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio e ha anche aspetti umani, ci sono nei suoi membri imperfezioni, peccati. Anche il Papa ne ha, e ne ha tanti". "Ma il bello - ha detto ancora il Pontefice - è che quando ci accorgiamo di essere peccatori, allora troviamo la misericordia di Dio. Dio sempre perdona".

"Amate la Chiesa cari fratelli e sorelle - ha esortato rivolto ai pellegrini di lingua francese -, essa è l'opera di Dio". "Quando leggiamo i Vangeli, vediamo che Gesù raduna intorno a sè una piccola comunità che accoglie la sua parola, lo segue, condivide il suo cammino, diventa la sua famiglia, e con questa comunità Egli prepara e costruisce la sua Chiesa", ha detto ancora il Pontefice ricordando che "la Chiesa è famiglia in cui si ama e si è amati". "Domandiamoci oggi: quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento parte della famiglia della Chiesa? Che cosa faccio perché sia una comunità in cui ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia e l'amore di Dio che rinnova la vita?", ha suggerito. "La fede - ha poi concluso - è un dono e un atto che ci riguarda personalmente, ma Dio ci chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa".

"Non abbiate paura di essere genitori". "La paternità è un dono di Dio e una grande responsabilità per dare una nuova vita, la quale è un'irripetibile immagine di Dio. Non abbiate paura di essere genitori. Molti di voi certamente diventeranno padri!", ha aggiunto Papa Francesco, rivolgendosi ai giovani presenti oggi all'Udienza generale. "Siate anche aperti alla paternità spirituale, un grande tesoro della nostra fede. Dio vi doni la ricchezza e la irradiazione della sua paternità e vi colmi della sua gioia", ha chiesto loro. "Ricordate - ha aggiunto - che Dio è padre di ciascuno di noi. È modello di ogni paternità, anche di quella terrena. Non dimenticate di rendere grazie a Dio per il vostro genitore". "Ciascuno di noi - ha detto ancora - deve tanto al padre eterno che ci ha trasmesso la vita".

"Dio dà quello che chiediamo, ma a modo divino". Bergogno ha ricordato, durante la messa a Santa Marta, che "il Signore sempre ci dà quello che chiediamo, ma al suo modo divino". "Io ricordo una volta, - ha raccontato Francesco - ero in un momento buio della mia vita spirituale e chiedevo una grazia dal signore. Poi sono andato a predicare gli esercizi alle suore e l'ultimo giorno si confessano. È venuta a confessarsi una suora anziana, più di 80 anni, ma con gli occhi chiari, proprio luminosi: era una donna di Dio. Poi alla fine l'ho vista tanto donna di Dio che le ho detto: 'Ma suora, come penitenza preghi per me, perché ho bisogno di una grazia, eh? Se lei la chiede al Signore, me la darà sicurò. Lei si è fermata un attimo, come se pregasse, e mi ha detto questo: 'Sicuro che il signore le darà la grazia ma, non si sbagli: al suo modo divino'. Questo mi ha fatto tanto bene. Sentire che il Signore sempre ci dà quello che chiediamo, ma al suo modo divino. E il modo divino è questo fino alla fine". "Il modo divino - ha spiegato Francesco - coinvolge la croce, non per masochismo: no, no! Per amore. Per amore fino alla fine".

Il tweet. "La Chiesa nasce dal gesto supremo di amore della Croce, dal costato aperto di Gesù. La Chiesa è una famiglia in cui si ama e si è amati", è il nuovo tweet di Papa Francesco

* LA REPUBBLICA, 29 maggio 2013