I commenti all'articolo:
Severità religiosa per gli economisti di Francesco,di Rocco Altieri

Ultimo aggiornamento: December 12 2020 09:52:05.

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Autore Città Giorno Ora
Antonio Gimigliano Pisa 11/12/2020 05.51
Titolo:"Amerai il prossimo tuo come te stesso"
Non avevo avuto modo di conoscere Aldo Capitini nella mia formazione scolastica: l'ho scoperto in tarda età come pisano di adozione... Pisa, la città in cui si è maturata la sua vicenda umana e intellettuale, ha onorato la sua memoria ricordandolo nella toponomastica soltanto a trent'anni dalla sua morte, nel 1998, a seguito di una petizione di numerosi cittadini promossa dal Centro Gandhi e dal suo presidente, il professore Rocco Altieri, autore di questo articolo. Articolo che a me è risultato molto utile per entrare nella tematica fondamentale dell'illustre pensatore, vale a dire la conciliazione fra i bisogni della singola persona e quelli della collettività di appartenenza. L'uomo può chiedere rispetto agli altri uomini, realizzando se stesso e le sue aspirazioni, soltanto quando riconosce agli altri la stessa dignità che pretende per sé. E' il precetto evangelico “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, al quale tutti dovrebbero ispirarsi nella vita di ogni giorno, riconoscendo come “prossimo” qualsiasi essere umano...
Autore Città Giorno Ora
Manfredi Lanza Castelvetro (MO) 12/12/2020 09.52
Titolo:Commento risposta all'articolo di Altieri
La ringrazio della fiducia che mi testimonia nell’inviarmi il suo articolo, a mio parere assai ben redatto e congegnato. Ne condivido, solo parzialmente, i contenuti e le implicite raccomandazioni.
“Liberalsocialismo” o “socialismo religioso”, scrive lei, riecheggiando le proposte di Aldo Capitini.
Certo un “socialismo religioso” sarebbe preferibile all’irriflessivo liberalismo radicale e al capitalismo selvaggio che non guarda in faccia ad alcuno. I funzionari dell’amministrazione comunale di Castelvetro (MO) si rapportano al sottoscritto come ad un’anonima targhetta, dispensandomi favori e sfavori nella più totale indifferenza.
Il punto è: un socialismo può essere religioso? Lanza del Vasto, diversamente da Capitini, ha ritenuto che la politica (in tutte le sue sfaccettature di Destra e di Sinistra) e la religione fossero tra loro incompatibili, non integrabili l’una nell’altra, così come l’acqua e l’olio. Pertanto la religione, da conversione alla vera verità che sola conta, non negherebbe la politica, né la sua legittimità relativa in un mondo che è quel che è, ma prescinderebbe da essa; “a Cesare quel ch’è di Cesare, a Dio quel ch’è di Dio”. Se ne terrebbe, quindi, discosta e lontana quanto più l’esistenza in vita lo può permettere. Anche un papa, a suo tempo, si era sbilanciato in un: non expedit!
Un socialismo qualsivoglia può essere autenticamente non violento? Solo Iddio è non violento e solo chi si impegna in religione, voltando le spalle alle ambizioni e illusioni politiche, potrebbe aspirare ad avvicinarsi entro certi limiti alla non violenza divina. La violenza è iscritta nella natura, nell’esistenza o mondo creato, che è costante gioco e tenzone tra diversi e contrari. Un eventuale socialismo potrebbe puntare ad un’equilibratura del gioco del divenire più armoniosa e riuscita rispetto ad altre ideologie e altri regimi; non a eliminare la violenza, che è parte costitutiva della realtà.
La scelta del liberalsocialismo non è la più rivoluzionaria possibile, perché è una scelta comunque politica. La scelta più rivoluzionaria – opinerebbe e ribatterebbe a Capitini Lanza del Vasto – è quella della conversione, che implica la rinuncia alla politica.
La “purificazione della prassi politica”, spesso peraltro invocata strumentalmente dai pulpiti politici più diversi, è una contraddizione in termini. La politica, in quanto tale, è strutturalmente impura, così come sono imperfette tutte le realtà del divenire (il quale diviene proprio perché imperfetto); è strutturalmente e irrimediabilmente compromissoria, spiritualmente sempre deludente.
Il “dotto di Fichte”, forse, può solo essere un aristocratico illuminato da ispirazione divina. Il borghese, troppo infognato nella melma del mondo terreno, troppo coinvolto nella mischia della vita esistenziale, troppo acciecato e fatto bersaglio dalle contumelie pesanti e anche minime della vita, crede nella politica e semmai, nel tentativo di salvare capre e cavoli, in una politica dichiarata o presunta religiosa.
Le rinnovo i miei auguri di fine e inizio anno.
 
Manfredi Lanza