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Ultimo aggiornamento: October 10 2011 18:44:29.

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 10/10/2011 18.44
Titolo:La doppia faccia di Benedetto
La doppia faccia di Benedetto

di Massimo Teodori (Il Sole 24 Ore, 9 ottobre 2011)


Con Crisi di un papato, Marco Politi, studioso del mondo cattolico e sperimentato vaticanista
(illuminanti i suoi libri su papa Wojtyla), racconta con maestria il carattere tradizionalista del
pontificato di Benedetto XVI a sei anni dal conclave in cui non doveva divenire papa. Fondato su
una gran quantità di documenti di diversa origine, il libro illumina le tappe della china regressiva su
cui è scivolato il teologo Ratzinger che non è riuscito a divenire uomo di governo della Chiesa.

Con
il catastrofico discorso di Regensburg ha compromesso i rapporti con l'Islam a cui si era dedicato
per vent'anni Giovani Paolo II; trascurando ad Auschwitz la Shoah e sostenendo che il nazismo è
stato un corpo estraneo alla Germania, si è alienato la simpatia del mondo ebraico; sminuendo l'uso
dei preservativi nell'Africa martoriata dall'Aids, ha suscitato indignate reazioni nel mondo;
simpatizzando con l'oltranzismo religioso ha riammesso nella Chiesa quattro vescovi lefebvriani tra
cui un noto negazionista; e pur condannando la pedofilia, ne ha sminuito la gravità con
l'affermazione che il fenomeno è presente in tutti gli ambienti.

Concentrato negli studi teologici e restìo ad ascoltare i segnali esterni, papa Ratzinger ha così
accentuato uno stile di governo solitario che ha rigettato l'interpretazione del Vaticano II come
rottura tra la Chiesa preconciliare e postconciliare, e non è neppure riuscito a domare i conflitti
interni alla Curia. Come asse portante e missione principale della Chiesa, il pontefice ha indicato
con ostinazione la necessità di condannare il "secolarismo aggressivo" dominante oggi in Europa, e
ha incitato a combattere il relativismo che rappresenterebbe il grande male del secolo, insieme ai
pericoli dell'indifferentismo, del libertinismo e dell'individualismo.

Se, dunque, questa è la bussola teologica ratzingeriana, non meno nostalgico è l'orizzonte che ne
consegue nel magistero civile: «Nessun fedele può appellarsi al principio del pluralismo e
dell'autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettono e che attenuino la
salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali». Singolare canone integralista secondo cui nel
XXI secolo il richiamo etico deve necessariamente coincidere con l'interpretazione ecclesiasticodottrinale della religione cattolica.

Non stupisce quindi che negli anni di Benedetto XVI, con la
mediazione in Italia della Conferenza episcopale e in Europa del «Consiglio pontificio per la nuova
evangelizzazione» affidato al vescovo Rino Fisichella, già "cappellano" della Camera, si sia
manifestata la più rigida chiusura su alcune questioni oggetto di discussione anche nella Chiesa: il
biotestamento, l'omosessualità, il divorzio, la pillola, le coppie di fatto e la fecondazione assistita.

Marco Politi ha il merito, fuori dai labirinti iniziatici e gergali, di far luce sull'arroccamento di
Benedetto XVI che, a suo parere, ha portato alla crisi del papato, in maniera divergente dall'eredità
lasciata alla Chiesa e al mondo dal suo predecessore.

***

Il libro del vaticanista Marco Politi si intitola Joseph Ratzinger. Crisi di un papato (Laterza, pagg.
344, € 18,00 in libreria da questa settimana) e cerca di indagare, con lo spirito del cronista di affari
vaticani gli orientamenti e le discussioni aperte dal papato di Benedetto XVI.
Dopo sei anni di pontificato Benedetto XVI, infatti, è ancora un pontefice che divide. I cui atti
fanno ovviamente discutere, dagli incidenti come la citazione su Maometto, alle frasi sull'Aids che
hanno suscitato reazioni di protesta in tutto il pianeta; fino a questioni calde come come il calo dei
sacerdoti e il ruolo della donna.
Ma Politi traccia anche il profilo di Ratzinger uomo: sensibile, timido, caloroso e pieno di
umorismo nel privato. Un uomo che crede a un cristianesimo «religione dell'amore».