Quegli strani incroci fra croci e crociere

di Mimmia Fresu

C'è chi la Concordia la adagia su un fianco per un eccesso di genuflessione e c'è chi, invece, genuflessa, cerca la concordia dell'anima fra i banchi di una chiesa. Se nel primo caso è una nave da crociera, il secondo episodio accade in una navata con la croce. Entrambi i fatti uniti dalla stessa sindrome: quella della paura: “salga a bordo”...ho paura...è buio. Dalla navata sale un urlo di
dolore (uno dei fedeli è preda di un attacco di epilessia), il capellano sospende la messa e intima di portare via quel paziente. Offici quella messa padre Carrucciu...”ho paura, ho la pressione alta”.
La sindrome di Schettino è più diffusa di quel che si pensava. La capella è quella del Policlinico di Monserrato (CA), è lì che padre Giuseppe Mario Carrucciu governa le rotte della fede fra i marosi del dolore, in mezzo ai pazienti e i loro congiunti che supportano la medicina con la preghiera, in un'alchimia di scienza e trascendenza. Fra le mani, al posto del rosario, stringe un bianco iPhone.

Quella capella, come in tutti gli ospedali, è un luogo di speranza, dove l'invocazione all'altissimo non è di circostanza, ma è fede autentica che si eleva quando è l'anima a sanguinare, in un universo di solitudine. Come quello di una madre che vede il proprio figlio preda di una crisi epilettica nel bel mezzo di un pateravegloria. Padre Carrucciu, tuttavia, di paura ne deve avere tanta e non solo fra le pareti sacre della casa del Signore. Si dice che viva nel terrore anche nel suo appartamento ricavato all'interno dell'ospedale: due porte blindate e videocitofono a protezione di 160
metri quadri: tre camere con tripli servizi, pare. A questo, è detto ancora, occorre aggiungere uno studio privato. Si tratterà, immaginiamo, di una sorta di sacrestia distaccata dove curare i rapporti con i santi in paradiso. Una ostentazione stridente in tempi di tagli finanziari, specialmente nella sanità. Esosi estetismi che poco si adattano alla fede francescana, del cui fondatore ricordiamo una frase: “desidero poco e quel poco che desidero lo desidero poco”. Riportano le cronache di una aggressione da parte del religioso nei confronti di quella madre che cercava spiegazioni per quel gesto poco pio. La vicenda, più che il soprannaturale dovrebbe chiamare in causa la struttura sanitaria per gli ambiti di sua competenza. In particolare quella sui costi di quell'esercizio sacerdotale. Bianca come un Giglio, la preghiera Costa. Ma quante coincidenze fra croci e crociere.



Marted́ 24 Aprile,2012 Ore: 22:47