L'indagine che ha portato in prigione il sacerdote è stata condotta dai carabinieri del Nas, Nucleo antisofisticazione di Milano, che hanno operato in coordinamento con il comando centrale di Roma. Dalle indiscrezioni si è saputo che l'indagine avrebbe anche un filone che riguarda un giro di prostituzione all'interno di saune. Altre voci, ma assolutamente ancora prive di conferme, parlano anche di consumo di cocaina.
L'inchiesta è coordinata dal pool di magistrati di Milano che si occupano di reati contro la famiglia e in particolare di violenze a danno di donne e minori. Stamani, i carabinieri del Nas, accompagnati da una pattuglia del territoriale genovese, hanno raggiunto il sacerdote nella sua abitazione adiacente la parrocchia e lo avrebbero poi accompagnato a Marassi. La notizia dell'arresto è stata comunicata alla Curia genovese e all'arcivescovo Angelo Bagnasco in particolare. Per ora dall'Arcivescovado non sono ancora arrivati commenti ufficiali.
PROFILO DEL SACERDOTE – Su Internet si può visualizzare la pagina del
prete arrestato oggi dagli inquirenti di Genova.
Don Riccardo Seppia, il nostro Parroco, è nato a Genova – Sestri Ponente il 1° maggio 1960; dopo il diploma nel 1979 è entrato nel seminario di Genova ed è stato ordinato Sacerdote il 6 ottobre 1985. Il suo primo incarico è stato come viceparroco nella parrocchia di San Giovanni Battista di Recco dove si è fermato sino al 1989; è stato quindi trasferito nella parrocchia di San Pietro di Quinto, sempre come viceparroco, dove ha svolto il suo ministero sino al 1994. Nel 1994 è stato nominato parroco delle parrocchie di Clavarezza, Pareto e Frassinello in Valbrevenna; mentre rivestiva questi incarichi studiava a Roma per la Licenza in Diritto Canonico presso l’Università Pontificia “Angelicum” e aiutava, in qualità di cappellano, la Parrocchia di S. Zita in Genova. Nel 1996 è stato nominato Parroco della nostra Comunità ricevendone Canonico Possesso il 3 novembre per mano di S.E. Cardinale Dionigi Tettamanzi.
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2011/05/14/AOP6u5T-pedofilia_arrestato_bagnasco.shtml
Genova
Pedofilia, arrestato parroco
Bagnasco celebra la messa
14 maggio 2011
Genova - Don Riccardo Seppia, il parroco della chiesa di Santo Spirito di via Calda di Sestri Ponente è stato arrestato dai carabinieri del Nas di Milano questa mattina, su ordine del Gip di Genova, Annalisa Giacalone. L’accusa è di violenza sessuale su minore e l’intervento dei Nas milanesi si spiega perchè questo reato sarebbe stato scoperto nell’ambito di un’indagine su un traffico di cocaina. A disposizione degli inquirenti vi sarebbero una serie di intercettazioni che risalgono anche a pochi giorni fa. Questo spiegherebbe la rapidità con cui è stato eseguito l’arresto in modo da evitare la reiterazione del reato. Dalla Curia, per il momento, nessun commento ufficiale, mentre i parrocchiani hanno accolto la notizia con sgomento.
Il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, celebrerà messa questo pomeriggio nella chiesa il cui parroco è stato arrestato per pedofilia. L’impegno non era tra gli appuntamenti dell’arcivescovo di Genova. Durante la messa Bagnasco ha espresso sconcerto per quanto accaduto. La curia di Genova ha disposto nei confronti di don Riccardo Seppia “la sospensione da ogni ministero pastorale e da ogni atto sacramentale, nonché la revoca immediata della facoltà di ascoltare le confessioni sacramentali”.
Don Riccardo, 51 anni, è entrato nel seminario di Genova ed è stato ordinato sacerdote il 6 ottobre 1985. Il suo primo incarico è stato come viceparroco nella parrocchia di San Giovanni Battista di Recco dove si è fermato sino al 1989. Successivamente è stato trasferito nella parrocchia di San Pietro di Quinto, sempre come viceparroco, dove ha svolto il suo ministero sino al 1994.
Nel 1994 è stato nominato parroco delle parrocchie di Clavarezza, Pareto e Frassinello in Valbrevenna; mentre rivestiva questi incarichi studiava a Roma per la licenza in diritto canonico presso l’Università Pontificia “Angelicum” e aiutava, in qualità di cappellano, la parrocchia di S. Zita a Genova. Nel 1996 è stato nominato parroco della nostra comunità.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/14-maggio-2011/abusi-chiesa-2-anni-don-rossiil-prete-pedofilo-confessionale-190644917840.shtml
LA SENTENZA A FOGGIA
Abusi in chiesa, 2 anni a don Rossi
Il prete pedofilo nel confessionale
Accolta tesi dell'accusa: il sacerdote era al Sacro Cuore
Il racconto choc ai genitori: palpeggiate in parrocchia
FOGGIA - È stato condannato a due anni e due mesi di reclusione don Nicolangelo Rossi, il prete salesiano di 79 anni, originario del Beneventano accusato di aver commesso atti sessuali su alcune bambine mentre era sacerdote al Sacro Cuore, la parrocchia del rione Candelaro di Foggia. Secondo la tesi dell’accusa sarebbero state quattro le bambine che avrebbero ricevuto le attenzioni particolari del sacerdote. Il tribunale di Foggia ha condannato don Rossi solo per un caso, assolvendolo per gli altri tre.
A deciderlo il giudice per le udienze preliminari Antonio Diella che ha parzialmente accolto la richiesta del pm Vincenzo Maria Bafundi che, nel corso della sua requisitoria, aveva chiesto una condanna a 4 anni e sei mesi di reclusione. Don Nicolangelo Rossi fu arrestato dagli agenti della squadra mobile l’11 maggio del 2007 quando viveva in un istituto dei Salesiani in provincia di Taranto: il sacerdote fu prima posto ai domiciliari in un istituto sempre dei Salesiani a Castellammare di Stabia e poi ebbe l’obbligo di dimora a Vico Equense, in provincia di Napoli. Nel giugno del 2008 anche questo obbligo venne revocato.
La storia venne fuori nell’estate del 2006 quando quattro bambine raccontarono ai genitori che il prete - che all’epoca dei fatti era viceparroco del Sacro Cuore - le avrebbe toccate mentre si confessavano. A denunciare per prima cosa sarebbe accaduto all’interno del confessionale della parrocchia del Candelaro fu una bambina che in lacrime raccontò alla madre e poi agli investigatori le presunte attenzioni del sacerdote. Nel corso delle indagini la polizia ha raccolto le denunce di altre tre bambine: fatti accertati dall’accusa, attraverso indagini particolari proprio per la delicatezza del caso e con l’ausilio di psicologi e assistenti sociali per tutelare le presunte vittime.
Da parte sua don Nicolangelo Rossi, in tutti questi anni e cosi come ha fatto nel corso del processo, si è dichiarato innocente ed estraneo ai fatti contestati. «La sentenza è del tutto insoddisfacente perché la mia assistita ha sempre detto la verità. Non si è assolutamente inventato nulla»: così l’avvocato Michele Sodrio, il legale di una delle tre bambine che secondo la sentenza non avrebbero ricevuto le «attenzioni particolari» del sacerdote. «Ai fini civili - ha detto ancora l’avvocato Sodrio - faremo appello e proporremo alla procura di Foggia di fare appello ai fini anche penali».