Il pallone elettronico è il pallone sgonfiato di uno smartphone che non può accarezzare vesciche e calli dei tuoi piedi che calcano campi da calcio
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Buona sera, mister Carlo, mi cambio ed entro in campo.
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Sei in ritardo, Luca, e metti via quella macchinetta infernale che hai in mano.
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Non è macchinetta e neppure è infernale. Si chiama smartphone.
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Taci, non si dicono parolacce.
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- Si chiama così…
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Lo so, Luca, volevo solo farti capire che giocare a calcio muovendo due dita, non è il massimo dello sport. Ti può far passare il tempo, ma il tuo fisico e le tue facoltà si muovono pigramente dietro un pallone elettronico.
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Non è vero, io lo trovo affascinante.
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Facciamo una partita sulla macchinetta, dai.
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Squadre schierate e palla al centro. Un tizio la passa a un altro, con lo stesso colore della maglia, e questo smorza la velocità della palla con un movimento elegante e corre veloce. Un difensore cerca di prendergli la palla, ma lui, con una serie ubriacante di dribbling, avanza verso la porta e scaglia un pallone potente.
Il numero uno avversario si tuffa disperatamente, tocca la palla, ma questa accarezza la rete e dallo smart si alza un grido metallico: goal!
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Bello, Luca, ma non sei sudato! Senza la tua fatica, senza un tuo sforzo, quella palla e quella rete sono elettroniche, vuote di significato. Grande eroe il tuo goleador, ma non è un tuo amico che con te durante la settimana si è allenato con il bello o cattivo tempo: non ha provato quel palleggio che non ti viene fuori se non dopo molteplici tentativi.
E gli spettatori del tuo strumento elettronico non sono tuo papà o tua mamma e neanche la tua morosa. Che emozione quando ti gridano ‘Vai Luca, corri, vedrai che ce la fai!’ E se sbagli diranno: ‘Non importa, dai riprovaci!’ Una emozione che la tua macchina non conosce, e non può fartela provare.
vince, pareggia o perde tutta la squadra.
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Ok, le ho detto che ho capito!
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Lascia stare le dita e muovi le tue gambe, tutto il tuo corpo; lasciati permeare dalla gioia del gioco frutto di un lavoro e di un apprendimento fatto nell’erba e nel fango di un campo reale.
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Porca miseria, mister, come le devo dire che ho capito!
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Va bene, ed ora metti giù il pallone elettronico e vai a rompere il sedere a quel pallone di cuoio che sta già rotolando e aspettando chi è in ritardo. Corri!
(by Masoli Franco)
Giovedì 05 Maggio,2016 Ore: 20:20 |