Il crollo dei miti

di CLAUDIO GIUSTI

16 ottobre 2009
16 ottobre 1869   
Raid di John Brown a Harper's Ferry.

Una parte dei forcaioli considera la pena di morte un deterrente. Gli altri sono invece d’accordo con noi abolizionisti. Anch’essi pensano che il patibolo non scoraggi nessuno, ma sono convinti che l’uccisione a sangue freddo di un essere umano, purché condita da formalismi giudiziari, sia un fatto di alta moralità.
 
Comunque la teoria della deterrenza della pena capitale è molto apprezzata perché fornisce una giustificazione razionale a quella che è una pura e semplice vendetta e i forcaioli non accettano che essa sia contraddetta dai fatti e cercano di ignorarli. Ma i fatti hanno la testa dura.
 
In America il 1999 è stato l’anno del trionfo forcaiolo: il massimo di condanne a morte e di esecuzioni è coinciso con il minimo di assassini. Nel 1999 abbiamo visto il record delle esecuzioni (98) e delle condanne (circa 300) mentre il tasso di omicidio scendeva al 5,7 per centomila che, pur essendo quasi sei volte il nostro, è la metà di quello americano di vent’anni fa.
 
Poi però, negli anni successivi, abbiamo assistito non solo al vertiginoso calo del numero delle condanne a morte e delle esecuzioni (sospese fra il 25 settembre 2007 e il 6 maggio 2008), ma anche alla stupefacente immobilità del tasso di omicidio che, alla faccia della deterrenza, è rimasto incredibilmente stabile. Le condanne a morte sono passate da 300 l’anno a poco più di cento, mentre le esecuzioni, dopo il picco di 98, sono scese a 53 del 2006, 42 nel 2007, 37 nel 2008 (complice la moratoria dovuta alla sentenza Baze) e a 39 quest’anno. Allo stesso tempo il tasso di omicidio è rimasto inchiodato fra il 5,5 e il 5,7. Quindi, o gli americani non sanno che ora è ancor più difficile e raro essere condannati a morte e uccisi, oppure i forcaioli raccontano balle. 
 
Oggi i dati appena forniti dall’FBI ci mostrano come il tasso di omicidio sia sceso ancora (5.4 nel 2008) contraddicendo così anche un’altra ben radicata tradizione di pensiero. Quella secondo cui, durante i periodi di crisi economica, c’è da aspettarsi un aumento degli omicidi.
Non abbiamo proprio più certezze.
 
 
 
 
 
Claudio Giusti
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Venerd́ 16 Ottobre,2009 Ore: 17:24