L’INFORMAZIONE E IL POTERE ECCLESIASTICO: TRA TIMORI, LAICISMO E SCENDILETTO…

INDAGINE CONOSCITIVA A CURA DI CARLO CASTELLINI


Sembra che anche sul governo dei mezzi d’informazione la Chiesa cattolica voglia mettere un suo “IMPRIMATUR” ecclesiastico, così da poter garantire la verità delle proprie notizie al mondo. Lo storico CARLO AUGUSTO VIANO, sul “CORRIERE DELLA SERA”, del 17 settembre 2007, affermava in un’intervista, che in ITALIA “ormai c’è una devozione agghiacciante verso il Papa come neanche nel peggiore regime democristiano. Non esiste alcuna voce discordante, o se c’è, non se ne dà mai notizia”.
Il problema non sta tanto nel fatto che al Papa e ai Vescovi venga data l’opportunità di entrare nella comunicazione massmediatica cosiddetta “laica”, quanto che qui non vi sia contradditorio. Gli operatori dei media non immettono, pariteticamente alle voci ecclesiastiche, anche voci del dissenso come, del resto, i mezzi di informazione dovrebbero fare regolarmente per deontologia professionale. Certo, alcuni lo fanno, come i quotidiani e i periodici non cattolici in genere, anche se c’è modo e modo, di offrire l’informazione ai lettori, consentendo maggiore spazio, enfasi, titoli, notorietà a ciò cui si vuole veramente dare rilievo.
Ma la critica di CARLO AUGUSTO VIANO, riguarda soprattutto i media di penetrazione più capillare e più estesa, come la TIVU e la RADIO. Infatti negli ultimi anni abbiamo avuto una notevole presenza di preti nei vari TALK-SHOW e trasmissioni televisive. Si pensi quando anni fa il CARDINALE TONINI era costantemente intervistato su tutto, quando un DON MAZZI presenziava in RAI, quando una suora commentava il calcio, fino a frati cantanti a San Remo. (NDR, Ricordate FRATE CIONFOLI ? Ed i problemi connessi per le sue apparizioni in Tivu, con la sua congregazione religiosa e ed i suoi superiori e confratelli?)
Però, se è venuta un po’ meno questa RIBALTA DEL BASSO CLERO, non è venuta meno, anzi, nel frattempo si è rafforzata, quella dell’ALTO CLERO, della gerarchia. Sono i vescovi, i curiali, i docenti ecclesiastici ad intervenire oggi, voluti lì dai vertici, per assolvere meglio all’incarico di “DIFENSORI” E “PUBBLICITARI” della causa cattolica.
Il 17 settembre i Telegiornali hanno dato la notizia del FESTIVAL DELLA FILOSOFIA A MODENA, con l’intervista a MONS RAVASI (NDR, già Presidente della Biblioteca ambrosiana) ora VESCOVO E PRESIDENTE DEL DICASTERO PONTIFICIO PER LA CULTURA): perché, tra tutti i presenti, quasi tutti laici, è stato scelto un Monsignore? Se è vero che la troupe giornalistica della Rai presso il VATICANO, detta proprio “RAI VATICANO”, è composta da soli giornalisti indicati e voluti espressamente dalla SANTA SEDE, si comprende l’entità del controllo dell’informazione, messo in atto dai vertici ecclesiastici.
A proposito di Rai, il 16 Luglio 2007, ben 80 telespettatori del TG-1, tra cui volti conosciuti del mondo cattolico delll’area del DISSENSO, come GIOVANNI FRANZONI, MARIA IMMACOLATA MACIOTI, GIULIO GIRARDI, VITTORIO BELLAVITE, LUIGI SANDRI, E DON ALDO ANTONELLI, hanno inviato una lettera al Direttore GIANNI RIOTTA, perché, a loro parere il TG-1 nel campo dell’informazione religiosa è a “SOVRANITA’ LIMITATA”.
(Sembra, che la sera del 15 Luglio 2007, durante l’edizione delle ore 20, venisse fatta passare in forma breve e ristretta la notizia che l’ARCIDIOCESI CATTOLICA DI LOS ANGELES “aveva accettato di pagare la cifra record di 660 milioni di dollari alle 508 vittime di molestie sessuali da parte di membri del clero, bambini abusati, da preti e vescovi, dal 1994 ad oggi”). (NDR, si vedano a questo proposito l’interessante studio e indagine di FAUSTO MARINETTI,SULA PEDOFILIA E LE TRADUZIONI DI IMPORTANTI DOCUMENTI EFFETTUATE DA STEFANIA SALOMONE).
In genere però, nessun telegiornale Rai e Mediaset – che sono i TG che raccolgono la quasi totalità dell’audience- dà spazio ad una critica seria, forte, chiara, autorevole, costituisce cioè un “contraltare”, per quanto viene detto dal Papa, dalla Curia Romana, o da altri esponenti ufficiali della Chiesa Cattolica. Sebbene nella Chiesa non manchino associazioni, gruppi, movimenti, e singoli autorevoli, che la pensano in maniera critica, non li si intervista, cosicché, l’informazione religiosa in Rai, ma non solo – questo vale anche per le Reti Mediaset e per la-7 – è molto parziale e di parte.
Insomma in Italia, l’informazione religiosa dà spazio a quella cattolica nella misura del 98-99%, mentre le ALTRE realtà religiose ricevono percentuali da 1-1% o zero virgola: sono dati di un’inchiesta – afferma e documenta PIERO CAPPELLI – realizzata in Italia tra il 2004 e il 2006 dal CENTRO DI ASCOLTO DELL’INFROMAZIONE RADIOTELEVISIVA. Eppure il TESTO UNICO DELLA RATIOTELEVISIONE all’art. 3 afferma chiaramente che i fondamenti per una corretta informazione sono “L’OBIETTIVITA’, LA COMPLETEZZA, LA LEALTA’ e L’IMPARZIALITA’ DELL’INFORMAZIONE, L’APERTURA ALLE DIVERSE OPINIONI, TENDENZE POLITICHE, SOCIALI, CULTURALI E RELIGIOSE”.
A tutt’oggi non è così. Dietro a questa indagine è stato presentato all’AUTORITA’ PER LE GARANZIE DELLE COMUNICAZIONI, un esposto a nome di CINQUE CHIESE DEL PROTESTANTESIMO, insieme ad altre dell’area PENTECOSTALE-CARISMATICA e DALL’UNIONE ITALIANA INDUISTA, ma questa notizia, come le precedenti, molto probabilmente non è mai stata diffusa, sempre per lo stesso motivo.
“LA CARENZA DI PLURALISMO NELL’INFORMAZIONE SUI TEMI RELIGIOSI HA COME CAUSA, PRINCIPALMENTE, IL FATTO DI AVERE DEI GIORNALISTI “ZERBINI” DEL POTERE ECCLESIASTICO”, DOCUMENTA ANCORA PIERO CAPPELLI, AUTORE DI “LO SCISMA SOMMERSO”,edito dai Fratelli Gabrielli, de IL SEGNO di Verona.
Il problema è radicato nella volontà “politica” della dirigenza, attuata attraverso il direttore di un telegiornale, di una trasmissione, di una rubrica. Costoro decidono quale taglio sia più opportuno dare, quali ospiti invitare: direttori, che al momento della loro accettazione, sposano in genere, la linea “politica” dell’editore.
Dietro a tutto questo stanno i vari giornalisti-strumenti, soggetti-oggetti (NDR, mi vengono alla mente nomi come GIUSEPPE DE CARLI, che si è laureato alla Cattolica di Milano; anche FABIO ZAVATTARO, devoto e sottomesso quanto mai; un po’ meno, ALDO MARIA VALLI, di diverso spessore dai precedenti e meno appiattito su un’informazione teleguidata dalle gerarchie curiali ed ecclesiastiche; che vengono indirizzati per servizi e informazioni di un certo tipo, sbilanciati a favore della chiesa cattolica. (NDR, vi ricordate a proposito DOMENICO DEL RIO, cronista dei viaggi papali, poi sospeso per un periodo di tempo perché si era permesso qualche valutazione non ortodossa in ordine ai viaggi papali?)
Di fronte alla censura nei confronti del DISSENSO CATTOLICO e delle altre CONFESSIONI RELIGIOSE presenti in Italia, si registra il TOTALE SILENZIO. Di questo sistema di giornalisti della TIVU ‘ PUBBLICA, si fa complice e allo stesso tempo, ne diventa l’artefice, LA CLASSE POLITICA, che attraverso gli organi di amministrazione, competenti per il PARLAMENTO, non ha quasi mai sollevato problemi in merito a questo deficit di DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA (fatta eccezione per il PARTITO RADICALE).
Questo vale per il mondo dell’informazione e non solo, poiché anche tre altri ambiti subiscono l’INVADENZA ECCLESIASTICA come quelli della POLITICA, DEL SOCIALE, DELL’ECONOMIA. Senza parlare di tutte le ALTRE opportunità che la “CASTA ECCLESIASTICA” – leggi CURIA VATICANA E VERTICI DELLA CHIESA ITALIANA – ha nel nostro Paese in forma esclusiva, assai maggiore che negli altri Stati. POLITICI E GIORNALISTI ITALIANI INSIEME, SONO RESPONSABILI DI QUESTA MANCANZA DI PLURALISMO INFORMATIVO.
Ma perché, ci chiediamo allora, i nostri rappresentanti politici non permettono UNA CORRETTA INFORMAZIONE RELIGIOSA per l’allargamento delle voci, con la possibilità di ascoltare anche quelle del dissenso, consentendo un’informazione equilibrata tra chi è a favore e chi è contro le posizioni dominanti?
Se ciò non avviene è perché il POTERE DELLA CHIESA CATTOLICA E’ TALMENTE FORTE DA CONDIZIONARE ANCHE MOLTISSIMA PARTE DELLA POLITICA ITALIANA CHE, A SUA VOLTA, SI RIVELA IPOCRITAMENTE DEBOLE E CONSENZIENTE, PENSANDO DI POTER LUCRARE CONSENSI E VOTI (NDR, FRANCO BARBERO, PRESBITERO DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI BASE DI PINEROLO, in una pubblica assemblea ha affermato che l’on. GIANNI LETTA, SOTTOSEGRETARIO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, SI INCONTRA SPESSO CON BENEDETTO XVI, PER DISCUTERE E PER FAR APPROVARE NUOVE LEGGI……).
Eppure la Chiesa italiana non dovrebbe temere la concorrenza, avendo al suo comando un giornale come AVVENIRE e l’AGENZIA DI INFORMAZIONE S.I.R., supportati dai Media Vaticani come L’OSSERVATORE ROMANO, IL CENTRO TELEVISIVO, LA RADIO VATICANA, E LA LIBRERIA EDITRICE VATICANA, disponendo di oltre 160 settimanali diocesani o interdiocesani, disseminati in tutto il territorio, guidati dai vescovi delle circa 224 diocesi, e di altri periodici, di tipo devozionale ad alta diffusione, tra i quali FAMIGLIA CRISTIANA, IL MESSAGGERO DI SANT’ANTONIO, (tra i più diffusi al mondo: milioni di copie in diverse lingue).
Senza contare le numerose case editrici presenti nel nostro Paese, a partire da quelle cattoliche come SAN PAOLO, DEHONIANE, CITTADELLA, MARIETTI e tante altre, anche egregie, come la QUERINIANA DI BRESCIA.
Si contano poi 2000 TV cattoliche sparse in tutto il mondo e migliaia di Radio, a partire dalla più conosciuta e diffusa RADIO MARIA: la stragrande maggioranza di questi mezzi di informazione è in linea con Roma, tuttavia mantiene una certa autonomia critica seppur molto circoscritta.
(INDAGINE CONOSCITIVA – PARTE TERZA) . A CURA DI CARLO CASTELLINI


Mercoledì 06 Gennaio,2010 Ore: 18:19