Lambert e i pregiudizi religiosi di Colombo

di Renato Pierri

Roberto Colombo nell’articolo “Ricomincia l'eutanasia di Lambert. Libertà-vita, sentenziato un mortale capovolgimento”, su Avvenire del 3 luglio, scrive: “Una sentenza, quella della Corte Suprema, che si fonda sul convincimento dei togati francesi che la «libertà personale» (liberté individuelle) del malato Vincent non sarebbe violata dall’interruzione dei sostegni fisiologici vitali, le cure essenziali privato delle quali egli va incontro a morte certa”. Ed ovviamente non è d’accordo con i giudici. Non è d’accordo semplicemente perché non considera che la Corte Suprema non ha stabilito si faccia qualcosa per far morire Vincent Lambert, ma ha stabilito si smetta di fare ciò che si è fatto durante lunghi anni per impedirgli di morire. La differenza sfugge a molti.

Riguardo al binomio vita – libertà, Colombo sembra ignorare che per molte persone la libertà è più importante della vita stessa, la qualità della vita (vita priva della libertà) è più importante della vita stessa. Roberto Colombo, dovrebbe provare per un attimo a liberarsi dai pregiudizi religiosi, e rispondere ad una semplice domanda: “Preferirebbe essere tenuto in un letto per un tempo indefinito nelle condizioni in cui si trova Vincent Lambert, oppure andarsene in santa pace?”. Tutti, liberi da pregiudizi religiosi, dovremmo provare a rispondere a questa domanda, e poi metterci a discutere se sia giusta o ingiusta la sentenza dei giudici francesi.

Renato Pierri




Venerdì 12 Luglio,2019 Ore: 13:10