FRATELLO TRA I FRATELLI CON LA SOLA FORZA DEL VANGELO

di Mario Pavan

- Il Papa sempre più testimone del partire dal Concilio Ecumenico Vaticano II_

Ci dà la spinta, l’esempioe la forza di convertirci, sempre, papa Bergoglio. Questa volta lo ha fatto da uomo dell’America vera, quella chiamata “ latina”, nella terra più sfruttata del mondo e che ha pagato finora l’alto prezzo nel vedere calpestati i diritti fondamentali della donna e dell’ uomo, di ogni donna e di ogni uomo. E tutto e da decenni solo nel nome di un’economia squilibrata e diabolica.Globalizzata, di definisce
Francesco, il fratello Francesco, ha raccolto nella sua borsa le lacrime e le speranze di una teologia di popolo, perché la Chiesa dovrebbe essere, secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II, il popolo di Dio. E ,nello stesso tempo, ha donato in Ecuador, Bolivia (la terra dove fu tradito e ucciso l’argentino Ernesto Che Guevara a Vallegrande) e nel Paraguay, stati diversi politicamente, il segno di una Chiesa davvero universale, cattolica, come nel suo significato etimologico.Un significato di un termine voluto da Cristo che non “battezzò” religioni. E anche la Chiesa, da noi , in quest’Europa che ha smarrito il suo essere federazione di popoli, è in affanno, quasi ancora immobile in tante sue scelte, troppo incerta perché tutti aspettiamo chissà mai quali segni e quali consensi. Papa Francesco, invece, è davvero l’uomo che incarna il Concilio Ecumenico Vaticano II come un punto di partenza. Ed è per questo che dal suo ri-tornare nei Paesi che da lui, argentino, sono amati in modo del tutto speciale, ci consola nel nome della Speranza.Una Speranza che non è utopia ma che fa risuonare le voci del Concilio Ecumenico Vaticano II, attraverso i richiami di papa san Giovanni XXIII nella “Pacem in terris”e nell’incarnare “cio che ci unisce che è di più di cio che ci divide”, senza dimenticare il beato Paolo VI nel “grido di angoscia” di “quei Paesi che diventano sempre più ricchi nei confronti di un Terzo Mondo (allora!) sempre più povero”.E con la devozione di san Giovanni Paolo II verso Maria, la Madre che vigila e protegge, sempre.
Abbiamo colto il suo volto accorato di condivisione a Palmasola, luogo di una redenzione di sangue dove gli scarti possono davvero diventare necessarie spinte viventi nell’edificare un’ecologia e un’economia “nuove”.
E solo partendo da qui, da questi Paesi che hanno visto i loro popoli in un cammino di risveglio, di una ricerca di giustizia autentica ( perché hanno conosciuto e forse ancora in parte conoscono sulla loro pelle le piaghe quotidiane dello sfruttamento a tutto campo)si può ripartire.
Papa Francesco e i tre capi di stato hanno compiuto gesti importanti e la gente, tutta la gente, accorsa anche da altri stati confinanti , è stata partecipe, attiva perché responsabile e rivolta ad un fine da raggiungere insieme.Nella democrazia , altra realtà vitale, che da noi, è invece in stato di coma profondo.
Grazie, papa Francesco: per questa bella lezione impartita evangelicamente, nella vita concreta e non dettata “ex cathedra”.E’ stata una continuazione della scelta già del cardinale Jorge Mario Bergoglio, prima di essere il psapa o meglio il “vescovo di Roma”. Un altro punto di partenza per una catechesi di vita, finalmente esperienziale , dell’uomo, per la vita insieme con ogni altro uomo.Un ripasso dell’ultima sua stessa enciclica-programma : “Laudato si’ “ (enciclica sulla cura della casa comune).
Mario Pavan



Lunedì 13 Luglio,2015 Ore: 16:28