POLITICA PRIMA DELLE ELEZIONI
INTERVISTA A ERNESTO MIRAGOLI GIORNALISTA PROFESSIONISTA E TITOLARE DEL SITO WWW.WEBALICE.IT
dI CARLO CASTELLINI
1. “LA VACA LA VA 'NDII VERZ”. “LA VACCA VA NELLE VERZE”: che cosa vorresti dire con questo adagio in dialetto comasco applicato alla situazione politica italiana? Cosa c'entrano le vacche con le verze? Potresti parlare fuori di metafora? “Quando la vacca – in inverno – ha fame e non è controllata in stalla, esce e va nel vicino campo di verze,se le mangia provocando due danni: toglie la possibilità alla famiglia del contadino di mangiare e rovina irrimediabilmente il campo coltivato. Nella politica italiana la vacca è andata nelle verze. La vacca, cioè la politica, i politici, i tigellini dei politici, il sottobosco che vive di politica, i parassiti della politica…insomma…tutti costoro hanno fatto del nostro campo di verze uno scempio che farebbe disperare ed inorridire anche il più paziente e consumato contadino. Ci hanno ridotti alla fame e all’incredibilità politica generale. A Mario Monti va riconosciuta una sola cosa: riavere dato un po’ di credibilità formale al politico che governa il nostro Paese. Solo questo, però”. . “Giudicare sommariamente l’atteggiamento dei nostri politici sarebbe generalista ed ingeneroso. Anche in questo dissestato e dissennato Parlamento vi sono state persone perbene che purtroppo non hanno potuto dare il meglio di sé perché i giochi li hanno sempre condotti i segretari di partito ed i lobbisti.E’ semplicemente assurdo che un deputato o senatore, perché facente parte di una maggioranza, debba comunque alzare la mano per il “no” o per il “sì” , a seconda di quel che decidono i capigruppo del partito. Va detto, pertanto, che il mosaico, visto nell’insieme, anche se presenta qualche tessera non sbeccata, illustra un disegno complessivo deludente e ripugnante. La gente perbene, quella che lavora, quella che è onesta, non si aspetta più nulla da questi signori ed è diffidente anche in vista delle prossime elezioni. In più è arrabbiata perché impotente: sa che non potrà condizionare con le proprie scelte la prossima legislatura. Questo mi preoccupa perché si avranno sostanzialmente due atteggiamenti alle urne: l’atteggiamento di chi protesta contro la casta e sceglie un movimento nuovo (Grillo, Ingroia…) e l’atteggiamento di chi sceglie di non votare o addirittura di non recarsi alle urne dicendo come il povero Renzo Tramaglino:”Sta’ lì, maledetto paese!”.
“Lo so che non è bello parlare di porcate e di porcellum, ma è lo stesso primo firmatario della legge elettorale che ha definito una porcata il suo lavoro. A me sarebbe piaciuto che questo Parlamento (da Monti in poi) si fosse comportato in questo modo: Monti (da tecnico) fa il lavoro antipatico (Iva, IMU, tasse, riforma legge del lavoro…) noi parlamentari eletti mandiamo due segnali ai nostri elettori. Il primo segnale è una vera riforma della legge elettorale. Nominiamo cinque esterni di alto spessore giuridico e morale, li incarichiamo di predisporre una legge elettorale serie in tre mesi e poi la discutiamo in Parlamento modificandola senza stravolgerla. Il secondo segnale: ridurre i costi della politica e dei politici. Si poteva votare una legge che fissasse lo stipendio di un parlamentare a cinquemila euro al mese e delegasse le due camere a pagare i portaborse. Cinquemila euro sono una bella cifra (anche se non sono i 18.000 attuali!). I portaborse sarebbero stati pagati il giusto (e non in nero!). Se avessero fatto solo queste due cose in questo anno e mezzo, avrebbero dato un segnale di forte senso civico al Paese intero. Non l’hanno fatto perché non l’hanno voluto fare. Non ci meritano e noi non li meritiamo! Possiamo salvare il salvabile recandoci alle urne e annullando la scheda oppure scrivendo: vogliamo una nuova legge elettorale e la riduzione drastica di quel che ci costate. Se TUTTI facessimo così, il segnale sarebbe forte e si darebbero una mossa per non perdere la faccia. Ma non sarà così. Molti di noi si lasceranno ancora adescare dalle sirene di turno, dimenticando il mito greco che ci ricorda che le ossa dei marinai che davano ascolto alle sirene biancheggiavano sulla spiaggia di quell’isola”.
“Penso quel che ho detto sopra. Parliamoci chiaro: quante persone conosci che, se dovessero arrivare in paese Berlusconi, Bersani, Grillo…mettici chi vuoi, non s’affretterebbero a far ressa per stringere la mano e farsi conoscere, convinte che “…un domani…non si sa mai…”? E allora? Allora abbiamo quello che ci meritiamo e che scegliamo! Io vorrei che TUTTI ci astenessimo, ma so che è impossibile e, siccome l’ottimo è nemico del bene, dico di scegliere il male minore. In quanto al restare ai margini…vi rimarremo anche dopo le elezioni. Chi di noi si sente davvero protagonista della vita politica del Paese? Chi di noi è mai stato coinvolto, dopo le elezioni, dal deputato o senatore locale per essere messo al corrente di che cosa fa, per dare un parere su una legge? Loro sono loro e noi non contiamo nulla”.
“Secondo me, nessuno. Si sono apparentati tutti. Per la verità ci sarebbe il Fare per fermare il declino di Oscar Giannino che potrebbe rischiare di rimanere al palo e poi ci saranno tutte le piccole liste che nascono come funghi a livello locale e che, in genere, non prendono voti. Riguardo ai partiti tradizionali, però, credo che nessuno scomparirà. A meno che succeda un vero tsunami politico, ma al riguardo nutro forti dubbi. L’italiano si interessa poco della cosa pubblica. Ai tempi votava Dc o Pci e poi un po’ di Psdi, Pri, Pli, Msi e radicali perché seguiva la massa. Poi si è dato anima e corpo a Forza Italia intontito dalla propaganda berlusconiana. L’italiano dai politici vuole sole panem et circenses”.
“Il vero guaio è che quelle persone che hanno rubato denaro pubblico sono solo la punta dell’iceberg di un sistema di corruzione che è radicato nel nostro Paese e che viene da lontano. Non solo. Il vero guaio è che noi ci indigniamo solo per poco tempo, poi dimentichiamo. A me ha fatto ridere Bersani che – interpellato in merito alla MPS – ha detto che il Pd non si occupa di banche. Ma pensa che ci siamo dimenticati la telefonata di Fassino in proposito della BNL? Eppure Fassino è diventato sindaco di Torino. Sta’ tranquillo che alle prossime votazioni i leghisti dimenticheranno quanto ha lucrato il cerchio magico di Bossi, i ciellini non si ricorderanno dei giri di Formigoni e della CdO, quelli che votano a destra non ricorderanno quel che è successo nella Regione Lazio. Potrei continuare, ma mi fermo qui. Quanto alla passerella della Scala, mi interessa poco: l’alta società mi ha sempre fatto venire l’orticaria, come l’alta gerarchia ecclesiastica”.
“ Credo che Mario Capanna ci possa insegnare poco. Anche lui, dopo le contestazioni degli anni settanta, s’è infilato nella casta, ha fatto il parlamentare e anche lui adesso sta comodo con il suo vitalizio. Non solo c’è una caduta di stile, ma addirittura di senso civico. Quando in un Paese manca il senso civico, tutto va a rotoli”.
“Il gruppo di Riccardi, Olivero, Montezemolo ecc. nasce da Todi. Ricorderai nel 2011 il Todi 1 e nel 2012 il Todi 2. Il primo vide anche la presenza del card. Bagnasco. L’idea era dare corpo all’unità politica dei cattolici, ma la cosa è naufragata subito. Riccardi ha avuto la sua visibilità (anche se era ben visibile prima) perché cooptato nel governo Monti. Olivero non ha esitato a mettersi in lista, ma in sostanza, il gruppo che poteva essere una vera fucina di un movimento cristiano in politica, indipendente dalla gerarchia ecclesiastica, che facesse cultura politica e si impegnasse nella formazione politica a medio-lunga gittata, ha mostrato le sue debolezze: per la fregola di entrare nelle stanze del potere, hanno abbandonato il progetto. Non credo una parola quando sento affermare che entrano in politica per cambiare le cose dal di dentro. Qui occorre una nuova cultura, un nuovo modo di vivere la realtà sociale del nostro Paese e questo è possibile solo lavorando da fuori”.
“Sì, concordo. Le primarie sono state un bel momento di vita sociale e politica, anche se alle ultime primarie non mi sono recato a votare perché non ho accettato il diktat bersaniano di firmare che sarei stato elettore del centro sinistra. Non ho capito perché avrei dovuto firmare un’autodafè per votare. Se, per ipotesi, fossi un elettore del centrodestra, ma mi sarebbe piaciuto indicare il premier che avrei voluto che governasse in caso di vittoria della parte opposta, perché non avrei potuto farlo? Chi mi impedisce di preferire Tabacci a Bersani o Renzi? Che vinca il Pd potrebbe essere vero, ma è tutto da vedere. In America, prima delle elezioni presidenziali che solitamente avvengono in novembre, si fanno gli scongiuri per il mese di ottobre perché può sempre saltar fuori qualcosa che comprometta l’esito delle elezioni e della vittoria del presidente dato vincente. Alla luce di quel che sta succedendo con la Monte dei Paschi di Siena, anche noi dovremmo fare gli scongiuri di rito. Temo molto i partiti o i movimenti outsider (Grillo, Ingroia, lo stesso Monti…). Le percentuali con cui il Pd vincerà saranno a mio avviso molto risicate. Sarà una vittoria di misura”.
“Renzi è la vera novità del Pd, ma è stato subito relegato all’angolo dall’establishment (o dal soviet). Ha tentato di portare novità in un partito vecchio, ma i vecchi non gliel’hanno permesso. E’ un puledro che ha voglia di correre e mi sembra che abbia una certa onestà nei sentimenti e negli intenti. Vedremo come si comporterà quando la buriana elettorale sarà finita. Non ho letto il suo discorso, ho solo recepito brani che hanno riportato i giornali. Il problema sarà comunque dopo le elezioni: come sarà valorizzata la risorsa Renzi? Su questo punto, come su probabili ministri e persone di governo il Pd ha la bocca cucita. Sarebbe interessante, invece, saper qualcosa perché anche questo potrebbe condizionare il nostro voto. Per esempio: D’Alema non si ripresenta, ma gira voce che si è reso disponibile per il ministero degli esteri. Allora: quel che esce dalla porta rientra dalla finestra?”.
“Alfano è sempre stato un burattino nelle mani di Berlusconi. E’ uno che vuole potere e brama il potere. Se così non fosse non avrebbe accettato di essere designato capo di una coalizione al posto di Berlusconi e poi essere ancora defenestrato dallo stesso. Lui, come altri, non hanno dignità, hanno solo sete di potere e di soldi. La mia opinione su Giorgia Meloni ed il suo gruppo è diversa: erano con Fini, si sono attaccati al carro di Berlusconi mostrando poca lungimiranza politica quando Fini ha operato lo strappo, adesso – fiutato che non sarebbe stati ricandidati nel PdL – hanno creato un altro gruppuscolo dando implicitamente ragione a Fini. Questa non è una destra, è un’armata Brancaleone”. “Fino a quando gli italiani daranno il voto a questa gente. Non mi pare, però, che la Lega non gridi più Padania libera, anzi, da quel che vedo ho l’impressione che Maroni rispolveri i vecchi slogan per far presa sullo zoccolo duro dell’elettorato leghista. Per quanto riguarda le pensioni della Minetti e di Renzo Bossi, sono d’accordo, ma nel calderone ci metterei anche gente del PdL e del Pd che non valgono una sverza, ma che hanno saputo prostituirsi al capo di turno”.
“Lo dico: andrò a votare per le regionali e voterò Ambrosoli. Non voterò il Pd, ma Ambrosoli. E’ veramente una bella persona e una persona perbene. Il Pd ha scelto per la Lombardia il candidato giusto. Spero davvero che vinca non solo per mettere fine allo strapotere ciellino, ma anche per evitare che il Nord abbia le tre regioni maggiori in mano alla Lega. Albertini è una persona seria, preparata ed onesta. Gli fa onore aver scelto di correre per conto suo, nonostante il parere contrario del suo partito di riferimento. Credo che eroderà voti a Maroni, ma anche al Pd, soprattutto dopo la recente vicenda MPS”. 13.Non è riuscita a passare la legge contro la corruzione. Quali sono stati ancora gli inghippi? Non avevano nessuna voglia di voltare pagina? “Esattamente. Nessuno aveva voglia di voltare pagina. L’inghippo è stato uno solo: il ritardo della presentazione della legge e questo è da imputare ai rispettivi presidenti di commissione di Camera e Senato. Non ci vuole molto a capire che il ritardo della calendarizzazione della legge in commissione sia da imputare a consigli venuti da fuori”.
“Certamente! Anche con il precedente sistema elettorale (mattarellum) e con quello precedente ancora era possibile che i segretari dei partiti candidassero i favoriti in collegi sicuri, ma entrami non erano così spudorati. Se fossero stati in vigore quelli, ci saremmo forse risparmiati un Parlamento nazionale e Parlamenti regionali pieni di incompetenti, di inquisiti e di figli di papà o di preferiti del potente di turno. Ci saremmo risparmiati squallide vicende di potere da basso impero e casi che ci hanno reso lo zimbello del mondo intero come quello in cui un intero parlamento vota che Ruby rubacuori è la nipote di Mubarak”.
“Quello dei magistrati che vanno in politica è un problema che mi meraviglio non sia stato risolto dai padri costituenti. Forse non lo contemplarono perché sognavano uno stato serio con una magistratura responsabile. La magistratura, si sa, è il terzo potere dello Stato e come tale deve essere e rimanere sempre indipendente dalla politica e dal governo. Purtroppo – e qui dobbiamo incolpare democristiani, socialisti e comunisti della prima repubblica – anche qui la politica ha voluto mettere le mani volendo propri rappresentanti anche in questi organi. E’ una vergogna! E’ vero che non succede solo in Italia, ma è pur vero che noi – che siamo la patria del diritto – dovremmo essere maestri e probati auctores in tal senso. Invece, no. La giustizia non è al palo! La giustizia è imbalsamata e narcotizzata. Si continuano a sfornare leggi senza avere un minimo senso dei principi legislativi. Con il rischio che poi la Corte Costituzionale bocci una legge che magari è già stata applicata con tutte le conseguenze del caso. Ma con il rischio ancor più grave che una legge contraddica l’altra. Il che fa la gioia degli avvocati azzeccagarbugli e dei mascalzoni criminali”.
“Reputo Ingroia una persona seria ed un magistrato di specchiata onestà. E’ per questo che guardo con indulgenza sia la sua breve fuga oltre oceano, sia la sua candidatura politica. Ciò detto, penso che lui, Di Pietro, D’Ambrosio ecc. non avrebbero dovuto schierarsi politicamente. Persone di spessore eguale al loro (penso al dr. Borrelli e al dr. Davigo) non hanno mai ascoltato le voci della politica. Mi ripeto: il magistrato deve essere sopra ogni sospetto, sopra ogni politica, sopra ogni possibile ombra che possa attaccare la sua persona e la sua missione (perché di missione si tratta) di applicare la legge”.
“Bersani parla di moralità, ma poi non ci dice concretamente cosa farà per la moralità. Parla di lavoro, ma ha votato la riforma Fornero. Non vi è una priorità, ma vi sono delle emergenze. A mio avviso sono: Istruzione, Sanità, Beni Culturali, politiche giovanili e della famiglia, Lavoro, costi della politica. Se il prossimo governo gestisse per tutto il resto l’ordinaria amministrazione e si concentrasse a fare cose serie su queste emergenze, credo che potremmo guardare con grande speranza il prossimo ventennio. E’ inutile che ci promettano che abbasseranno le tasse. Ci promettano che beccheranno gli evasori ad uno ad uno e li additeranno al pubblico ludibrio. Ci promettano che abbasseranno i costi del carburante eliminando le accise e prendendo questi soldi da altre poste di bilancio che sono un vero spreco come i costi della politica. Mi piacerebbe molto parlare dell’Istruzione e dei Beni Culturali, ma il discorso sarebbe lungo”.
“Secondo me Monti non si sarebbe candidato, se non avesse avuto forti pressioni da parte dei poteri finanziari nazionali e internazionali. I suoi sostenitori dicono che compie un sacrificio avendo uno scranno assicurato da senatore a vita. Così dicendo non si accorgono di buttarci sabbia negli occhi perché la nostra costituzione prevede che sia nominato senatore a vita (oltre al presidente della Repubblica dimesso) una persona che ha illustrato la Patria per ragioni sociali, culturali, scientifiche ecc. Mario Monti non è stato quasi nulla di questo. Gli è stato dato il laticlavio (a mio avviso immeritatamente) solo per formare un governo che ci tirasse fuori dalle secche economiche perché gli eletti al Parlamento non hanno avuto il coraggio di prendere una posizione seria. Se avessero avuto spina dorsale, interesse al bene del Paese e non al proprio tornaconto politico, ci avrebbero mandato alle urne allora”.
E’ complesso rispondere a questa domanda. Anzitutto non credo che la politica sia decisa a Bruxelles. Al massimo Bruxelles è abbastanza invadente in merito alla politica finanziaria, soprattutto per colpa (o merito) di Angela Merkel. Anche qui: siamo corsi a creare l’euro, prima di creare l’Europa,convinti che l’euro avrebbe fatto l’Europa. Ma nessuno ha qualche cognizione di storia? Nessuno sa che è uno stato forte che batte moneta forte e che non è una moneta forte a fare uno stato forte? Il granducato di Toscana era uno staterello di quattro ettari, ma aveva una solida rete commerciale, governatori credibili e carismatici e batteva il fiorino che era una moneta ambita in tutta Europa al punto che i banchieri toscani prestavano soldi a principi e re. Ma torniamo a noi: Monti – come commissario europeo – si è comportato bene e ha guadagnato la fiducia di molti diplomatici e governanti e questo l’ha favorito nella sua missione di premier non eletto. Adesso si è messo in gioco. Non ce la farà e perderà la faccia. L’Europa, secondo me, ci giudica giocando a testa o croce. In Europa, quando si parla dell’Italia, si butta la monetina: se esce testa si pensa al popolo italiano che è serio, risparmiatore, lavoratore. Se esce croce si pensa ai politici italiani ed a tutto il sottobosco di annessi, connessi, compromessi et similia della politica”.
“Non mi sembra che Grillo lavori in silenzio, ma che urli. Non mi piace perché mi sembra un imbonitore, una specie di Vanna Marchi in politica. Non accetta mai confronti e non ammette repliche. Ha sempre ragione solo lui. Di buono ha una cosa: ha detto che accetta l’incarico di governo solo se ha i numeri per farlo. Questo significa due cose: la prima che se non ha la maggioranza, non farà compromessi con nessuno per governare; la seconda che – siccome non avrà la maggioranza – non avremo un comico al governo”.
“Penso solo ad Emma Bonino”.
“Il premio di maggioranza su base regionale è un dispositivo della legge Calderoli, nota come legge porcellum. Riguarda solo il Senato e significa che la legge assicura alla coalizione vincente almeno il 55% dei seggi in Senato. Le regioni più importanti sono le più popolose (Lombardia, Piemonte, Campania, Lazio…) ma anche qui si vede la truffa della legge: basta un voto in più e la coalizione vincitrice si aggiudica il pieno dei seggi. Quando penso che il Pci di Togliatti bollò come legge truffa la proposta di De Gasperi del 1953 che avrebbe assegnato un modesto premio di maggioranza al partito (partito, non coalizione nel senso di coacervo di oves et boves) che avrebbe vinto le elezioni, mi viene il delirium tremens!”.
“Penso che rispetterei l’ordine che hai dato tu”.
Significa semplicemente che il datore di lavoro non accantona il TFR per conto del lavoratore, ma esso viene corrisposto in busta paga ogni mese, oppure ogni anno. E’ un modo serio per non impegnare economicamente il datore di lavoro quando si risolve il rapporto, ma soprattutto è un modo per insegnare al lavorare a risparmiare: quei soldi può accantonarseli lui, come vuole”.
“Non credo che si debba regolamentare il mercato delle agenzie immobiliari. E’ vero che vi sono immobiliaristi senza scrupoli, ma è anche vero che vi sono immobiliaristi seri. Siamo nel commercio e, per fortuna, ancora nel libero mercato dove l’acquirente ha il dovere di esercitare il suo diritto di approfondire fino in fondo l’acquisto e anche il diritto di recedere da esso entro un determinato tempo stabilito dalla legge. I giovani possono farsi aiutare dai genitori per capire il valore dell’immobile, il suo rapporto qualità-prezzo, la classe energetica dell’edificio ecc. I giovani,poi, debbono fare come abbiamo fatto noi: costruirsi il futuro da soli. Nel caso concreto dell’acquisto di una casa possono dapprima andare in affitto, imparare a risparmiare e nel frattempo guardarsi attorno, vedere se vi sono serie cooperative che costruiscono seriamente, documentarsi in Internet…”.
“La politica è l’arte del possibile e quindi non mi stupirei se dopo tutto quello che si sono detti in campagna elettorale, andranno a braccetto dopo le elezioni. Del resto credo che tutti ricorderanno Fini (mai più un caffè con Bossi: fu al governo con il baluba della Lega per due legislature), Berlusconi (Casini è inaffidabile. Poi lo ha chiamato per tenere in piedi la sua maggioranza che stava cadendo e adesso ha abboccamenti per liste di desistenza), Bersani (Vendola non ci rappresenta. Adesso Vendola è assieme al Pd): vuoi che continui? Mi chiedi un giudizio su questa gente? Penso che la risposta la possa immaginare. Bersani e Monti non debbono essere uno più tecnico e l’altro più politico: entrambi, se sanno scegliersi i collaboratori giusti, sapranno essere l’una e l’altra cosa al momento opportuno”.
“Manca il senso civico. La prima cosa da fare è educare gli italiani al senso civico e questo lo si fa partendo dalla famiglia e dalla scuola. Se non capiamo che pagando tutti le tasse, tutti le pagheremmo di meno, ma tutti avremmo migliori servizi, non progrediremo mai. Il vero problema è che noi non amiamo pagare le tasse perché non abbiamo senso civico e senso dello Stato. La colpa è nostra e solo nostra. Se pagassimo le tasse tutti, senza cercare scappatoie e senza pagare apposta un commercialista perché ci trovi ogni cavillo per pagare un euro in meno, avremmo il coraggio di scendere in piazza contro i Busi, i Fiorito, i Belsito, i Bossi, ecc.ecc. Avremmo il coraggio di non eleggere in Parlamento gente che ha fatto la legge per i capitali scudati e che ha votato un’altra legge per cui il reddito minimo dichiarabile per un artigiano è di “x” euro: tutti capiscono che in questo modo chi porta i capitali all’estero, prima o poi fruirà di una sanatoria e chi fattura all’anno “x” euro, quando ha raggiunto quella cifra, fa il resto del lavoro in nero. Se non chiediamo fatture, ricevute o scontrini - quando usufruiamo di servizi quali il barbiere, il caffè al bar, ci serviamo dal panettiere o abbiam bisogno del meccanico o del carrozziere – è evidente che i primi evasori siamo noi: preferiamo uno sconto per non pagare l’Iva. Però…però…pretendiamo che i servizi ci siano e leviamo cori indignati se nostra moglie deve aspettare due mesi per una mammografia e via elencando. Che l’agenzia delle entrate possa fare di più, non dubito. Ripeto sempre la solita cosa: tutti noi abbiamo il codice fiscale. Sarebbe sufficiente che si strisciasse il codice fiscale per ogni operazione di ogni genere: all’ospedale, dal medico, in farmacia, al bar, dal carrozziere…Tutti questi esercizi, attraverso un sistema telematico, confluirebbero in un cervellone PROVINCIALE (lo scrivo in maiuscolo perché così si capisce a cosa potrebbero servire le province che dissennatamente si vogliono abolire) dove addetti della guardia di finanza potrebbero fare immediati controlli sui redditi e – qualora riscontrassero anomalie – inviare un avviso bonario di richiesta di documentazione. Perché non lo si fa? Semplicemente perché manca la volontà politica. Hai mai sentito un politico che dica che promette rigore fiscale, lotta all’evasione, licenziamento per assenteismo sul lavoro, ecc., ecc.?”.
“Vale la risposta che ho dato sopra. Il redditometro appena in vigore, secondo me, complica la vita agli onesti anche perché l’agenzia delle entrate chiede al malcapitato l’onere della prova. Sarebbe come se io sospettassi che tu sei un ladro e ti dicessi: “Lei per me è un ladro. Mi porti le prove che non lo è”. Penso che ti troveresti a mal partito. La stessa cosa può accadere a me che pago le tasse fino all’ultimo cent. Poi le cose si possono certamente sistemare, ma il cittadino onesto si trova a dover perdere tempo per giustificare richieste pur legittime. L’evasore totale NON è conosciuto dall’agenzia delle entrate. Eppure usufruisce di beni pubblici quali la sanità, la scuola, l’energia elettrica…Non si può scovare attraverso il codice fiscale?”.
“Adesso sta ingrassando. Vedremo cosa sapranno fare i nuovi eletti. Le riforme che vengono lasciate al governo che succede sono sempre quelle impopolari. In Italia non siamo capaci di programmazione. Facciamo leggi e diamo disposizioni solo su emergenze. Faccio un esempio: siamo in zona sismica. Lo sappiamo da tempo immemorabile. Eppure non siamo in grado di fare una legge che indichi un modo di costruire e che obblighi in tale senso Progettisti e Costruttori con tanto di controllo PRIMA dell’agibilità dell’edificio. Succede il terremoto e ci sono i morti. Altro esempio: la scuola andava riformata. Siamo andati a casaccio, senza un programma. Mussolini – che non era certo un esempio di persona acculturata – diede l’incarico a Gentile di fare la riforma della scuola e questo signore riuscì a presentare una scuola che tutto il mondo ci invidiava. Poi arrivarono le riforme (che erano dovute, ma furono fatte con il sedere): cominciammo con innalzare la scuola dell’obbligo alle medie inferiori, abbassando il livello culturale e quasi inibendo le scuole professionali; continuammo dichiarando che era discriminatorio, per chi aveva studiato da geometra o da ragioniere, non poter conseguire una laurea in lettere; riformammo l’università e creammo la cretinata della laurea breve. Vediamo a cos’è ridotta la nostra scuola. Altri esempi te le potrei fare in materia di Beni Culturali (siamo il paese più ricco del mondo e siamo il paese che ogni giorno getta oro dalla finestra per l’incuria che mostriamo), di Sanità, di Giustizia, di Lavoro…”.
“ Bisognerebbe conoscere davvero a fondo i conti dello Stato per poter disquisire su tale materia. Io non li conosco e sono certo che non li conoscono neppure i più ferrati esaminatori di bilancio perché al nostro Stato manca una cosa fondamentale: un mastrino di tutti i conti. Paghiamo profumatamente il ragioniere generale dello stato il quale non è in grado neppure di far questo. Ogni volta, a bilancio fatto, si scopre che c’è qualche conto di spesa o di entrata che non è stato considerato. Se fossi al governo non toccherei una sola tassa e mi occuperei di due cose: della possibilità di mettere a punto un sistema che scovi gli evasori e di togliere tasse che favoriscano i consumi (benzina, IVA) vedendo come posso avere la copertura del denaro mancante”.
“Mi pare che mischi un po’ le cose. L’Italia a me non pare un paese deindustrializzato, ma piuttosto un paese che non sa dove andare a livello industriale perché gli stessi industriali non hanno progetti. Chi ha progetti sa come muoversi, anche se è piccolo. Altra cosa è la delocalizzazione delle imprese. E qui tutti i governi hanno una colpa che è quella di aver saputo solo tassare le imprese favorendo la fuga delle stesse verso paradisi fiscali. Dici che Marchionne va a produrre all’estero. Perché? Perché il costo del lavoro (e forse anche della materia prima) è inferiore. Bene. Non c’è problema. Basterebbe che a livello europeo i ministri si mettessero d’accordo che tutti gli stati che producono in Europa paghino le tasse secondo le aliquote del Paese da cui provengono. Inustrializzazione e nuove tecnologie sono un capitolo a parte che secondo me riguardano più gli imprenditori che i governi. Un governo deve favorire la industrializzazione, le nuove tecnologie, ma non deve farsene carico”.
“Eh, sì. La chiesa (intesa come gerarchia, perché il popolo di Dio è meglio di chi si è arrogato il diritto di governarlo), sta a guardare. Ha sempre fatto così. La chiesa è piena di don Abbondio che sta con il più forte facendo capire al più debole che, se fosse forte, sarebbe dalla sua parte. E’ questo il vero problema. In verità a me piacerebbe che stesse a guardare, ma dovrebbe stare alla finestra fino in fondo e preoccuparsi della diffusione del Vangelo. Invece sta a guardare e s’accoppia – somma prostituta – con il potente di turno per salvaguardare i propri interessi materiali, salvo poi lasciarlo alla deriva quando la fortuna gira da un’altra parte. Non fu così con Berlusconi? La chiesa gerarchica dovrebbe occuparsi solo della pastorale, della evangelizzazione, della carità e lasciare che i morti seppelliscano i morti. Lei deve seguire Gesù che è risorto nonostante i politici del tempo l’avessero ucciso appendendolo alla croce”.
“Non ho fatto i conti, ma credo che andrò in pensione con una normale pensione di vecchiaia. Mi ritroverò vecchio e spero di poter avere le forze per occuparmi di quel di cui non mi sono potuto occupare perché preso dal lavoro. Sono molto preoccupato non solo per i miei figli, ma per i giovani in generale i quali non solo faticano a trovare lavoro, ma debbono essere invitati ad una forma di risparmio pensionistico perché quando sarà il momento, se questa riforma rimane, avranno solo i soldi per comprare fazzoletti per asciugarsi le lacrime. Il futuro non sarà roseo, né l’immediato futuro, né il futuro a lungo termine. Dal punto di vista economico il sistema finanziario ha mostrato (e mostrerà ancora) tutta la sua fragilità. L’economia reale è diversa da quella della finanza. L’economia della carta di credito (che mi pare più carta di debito) è diversa da quella dei soldi fruscianti da spendere quando ci sono e soprattutto da spendere con parsimonia senza lasciarsi adescare dalle sirene della pubblicità. Ci risolleveremo, ma non perché ci aiuteranno i politici, ma perché in ognuno di noi vi è la forza della sopravvivenza e la voglia di migliorare. Torneranno i valori della serietà, dell’onestà, del senso civico e verrà il momento che i ladri, i disonesti i truffatori, i criminali non si sentiranno a proprio agio nella società in cui vivono. Io spero in questo futuro e lotto con tutte le mie forze perché questo futuro venga”. (CARLO CASTELLINI). Martedì 29 Gennaio,2013 Ore: 18:30 |