IL POTERE IDRICO
Se l’acqua avesse la memoria...
di Agostino Spataro
1… In questo nostro, bellissimo Pianeta, abitato da 7,4 miliardi (mld) di persone, che saranno oltre 10 mld nel 2050, (popolazione quintuplicata rispetto ai 2,2 mld del 1950), anche l'acqua è divenuta una risorsa scarsa e pertanto una merce, un lusso per pochi che ne fanno uso ed abuso. Ovviamente, al consumo umano bisogna aggiungere quelli, più rilevanti, derivati dell’agricoltura, dall’industria, dai servizi e dai tanti disservizi. Secondo taluni studi, nella prima metà del prossimo secolo, anche l’Europa entrerà in una fase acuta di aridità che colpirà in particolare i Paesi rivieraschi del Mediterraneo, per raggiungere, addirittura, le propaggini della pianura sarmatica. Uno di questi studi, commissionato dal governo italiano a gruppi interdisciplinari di scienziati, fu elaborato nella prima metà degli anni ’80 del 900 e dovrebbe trovarsi presso gli archivi della presidenza del consiglio. Ricerche importanti come altre non divulgate per non disturbare il “manovratore” politico di turno e le grandi corporazioni, soprattutto petrolifere, che dalle "crisi", sovente pilotate, traggono i loro maggiori profitti. Un altro esempio. Agli inizi degli anni ’80, molto tempo prima che Berlusconi e poi Renzi lanciassero le loro promesse elettoralistiche di "mari e ponti", un gruppo unitario di deputati siciliani presentammo alla Camera una mozione sulla fattibilità o meno del ponte sullo Stretto. Come il solito, il governo non diede peso alla questione. E si continuò a fare demagogia a fasi alterne, fino ad oggi. Un giorno, il prof. Giorgio Cortellessa, fisico nucleare e consulente di diversi ministeri, m'invitò nel suo studio romano e m’indicò una pila di circa trenta faldoni (risultanti di uno studio interdisciplinare redatto anni prima) e mi disse: “Vedi là dentro ci sono tutte le analisi e le motivazioni tecniche che dicono che il ponte non si farà mai… Mai!” 2… Chiudo la parentesi dei ricordi, per tornare al tema del “potere idrico” delle multinazionali divenuto fonte di crescente preoccupazione poiché si è appropriato di una risorsa vitale che è un bene pubblico, un diritto naturale dell’uomo. Oggi, all’interno di uno scenario fortemente idrovoro, tale diritto è seriamente condizionato, minacciato. Con meno acqua e, per giunta, inquinata l’umanità non avrà un futuro degno. A causa della crescita esponenziale dei consumi, degli sprechi, l'acqua sarà sempre più una risorsa scarsa e difficilmente reperibile e diverrà oggetto di estenuanti contenziosi fra comunità e perfino di sanguinosi conflitti fra gli Stati. Da qui si origina il “potere idrico” che non è quello naturale dell’acqua, ma quello innaturale di un gruppo di speculatori che si sta impadronendo della gran parte delle risorse idriche disponibili. La scarsità, infatti, ha scatenato la corsa all’accaparramento privatistico degli immensi bacini idrografici che hanno consentito, fino ad oggi, la vita sul Pianeta. Com’è noto, gran parte di tali risorse (così come dei consumi) sono concentrate nell'emisfero nord e nell’America del Sud. Si fanno carte false e guerre disastrose per appropriarsene: dalla Mesopotamia alla Palestina occupata, dalla California al Brasile, all’Argentina, dall’Egitto al Sudan, all’Etiopia, ecc. Soprattutto in diverse regioni del vicino Oriente, dove l'acqua e il petrolio sono divenuti pericolosi fattori d'instabilità politica e di sanguinose tensioni militari. Non è un mistero che il conflitto israelo - palestinese è, in gran parte, mirato all'accaparramento delle risorse idriche presenti nei Territori palestinesi occupati e che le turbolente relazioni politiche fra Turchia, Siria e Iraq erano (e probabilmente saranno) fortemente influenzate da un annoso contenzioso per lo sfruttamento delle acque del bacino dell'Eufrate. Nella scala dei poteri vitali (finanziario, energetico, alimentare, mediatico, politico, ecc) quello idrico è destinato a occupare un posto sempre più apicale, senza precedenti nella storia. 3… Se l'acqua avesse la memoria quante storie potrebbe raccontare! Potrebbe spiegare agli increduli e agli ignari, allevati con acqua minerale, il significato più autentico della sua genesi, del ticchettio della pioggia battente sopra i tetti d'argilla, dell'acqua "giogia" che disseta la terra e talvolta la inonda. Bramosia o nostalgia dell'acqua perduta? In questi casi, l’impeto del desiderio può trasformarsi in visione onirica, in miraggio per l'appunto, alla ricerca delle più remote origini i cui segni, inconfondibili, si possono leggere sui letti essiccati dei wadi. Da non credente, mi permetto richiamare ai tanti credenti, che hanno messo le mani sull’acqua, il senso di un passo del Talmud (libro della tradizione ebraica) dove si dice che Dio, non fidandosi pienamente della saggia conduzione dell’uomo degli affari del mondo, riservò per sé alcune “chiavi” di valore primario per la vita sulla Terra. Fra queste quella dell’acqua, d’importanza capitale in quanto principio e sostanza della vita. Sabato 07 Luglio,2018 Ore: 17:05 |