Rastafarianesimo
Il profeta o molto più Bob

di Ester Giuseppina Coppola

Molto spesso nel campo della musica si associa a un musicista la parola Dio, in Italia basti pensare al popolo dei “vasconvolti” (fan di Vasco Rossi) che osanna il “Komandante” alla stregua di un Dio in terra. Trasportandoci oltre-oceano, in un passato non molto remoto, ritroviamo un piccolo grande uomo che è partito dal paradiso caraibico ed ha conquistato il mondo oltre che generazioni.
Oggi 6 febbraio, un giorno apparentemente come un altro, compleanno di chissà quante persone che conosciamo o che forse avremmo voluto conoscere. Al 6 febbraio 1945 si attribuisce la data di nascita dell’”immortale” Robert Nesta Marley, meglio conosciuto come Bob Marley, data di nascita incerta che avvicina di molto Marley all’imperatore etiope Hailè Selassiè I di Etiopia (imperatore che secondo la religione rastafariana è l’incarnazione di Dio, chiamato Ras Tafari, l’unico che, secondo tale religione, sarebbe stato in grado di riunire i popoli) perché, nella credenza rastafariana, egli non essendo mai nato non può morire.
Bob Marley si avvicina e nel 1967 si converte al rastafarianesimo, in quanto avendo avuto molto influenza nella sua vita l’amicizia con un missionario che nell’anno prima accompagnò l’imperatore Hailè Sailessiè I in Giamaica, lo portò ad abbandonare il cristianesimo e ad abbracciare tale fede.
È indiscutibilmente stato ed è ancora , tendendo presente la cultura rastafariana secondo cui Marley non può morire, trascinatore di masse. L’artista ha saputo ben traslitterare in musica sentimenti pacifici contrari alla coercizione politica e contro il razzismo, come auspicio di unione dei popoli di colore come via per diventare liberi.
Bob la religione la portava devotamente in testa, aveva i dreadlock, uno dei tanti tratti caratterizzanti di chi professa il rastafarianesimo e che purtroppo spesso ancor oggi è causa di discriminazione. A causa del cancro, che andò ad intaccare il piede destro e che indebolì la sua capigliatura, dovette tagliare i dreadlock, decidese di non amputare il piede e purtroppo alla prematura età di 36 anni passò a miglior vita.
Marley quindi non è stato solo un musicista che ha contribuito a diffondere la musica reggae nel mondo, ma anche un missionario d’eccezione avendo egli saputo ben diffondere la cultura rastafariana in quanto il sentimento religioso che si promana dai suoi testi è molto forte.
Bob Marley essendo considerato dal rastafarianesimo una guida spirituale, ogni anno il 6 febbraio, in Giamaica, vi è una festa nazionale in suo onore.
Marley è considerato per il movimento del rastafarianesimo un Dio ed è senz’altro un profeta di tutte le religioni in quanto si è prodigato nel diffondere la pace tra i popoli.



Sabato 06 Febbraio,2016 Ore: 17:48