Il Mattinale del direttore
Giovanni Sarubbi

IL CAPITALISMO HA FATTO ANCHE COSE BUONE? (3)
Quella degli infortuni e dei morti sul lavoro è una drammatica realtà che non riguarda solo l’Italia. La prima legge sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro risale al 1898. Non ho trovato dati sugli infortuni sul lavoro del 1800. Ho però quelli INAIL dal 1951 al 2013. Ci sono stati in tale periodo 70.752.103 infortuni sul lavoro con 161.766 morti e attualmente ci sono 665.981 invalidi che ricevono una pensione INAIL.
Dal 2013 ad oggi ci sono una media di tre omicidi sul lavoro al giorno e gli infortuni complessivamente denunciati superano le 650mila unità annue.
E poi ci sono le malattie professionali che dal 2006 in poi sono più che raddoppiate. Negli anni 2006-2010 le malattie professionali sono aumentate del 58,5% passando da 26.745 a 42.397. Gli ultimi dati relativi ai primi 10 mesi del 2019 parlano di 51.055 denunce, 1.295 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+2,6%).
Significati i dati relativi alla pandemia in atto con oltre 37mila contagi sul lavoro e 129 morti denunciati all’INAIL. Il 73,2% delle denunce e quasi il 40% dei casi mortali riguardano il settore della sanità e assistenza sociale, infermieri, fisioterapisti, OSS e medici con l’80% delle denunce concentrate nel Nord-Ovest (53,9% del totale) e nel Nord-Est (25,2%), con la Lombardia al primo posto con oltre una denuncia su tre (34,2%) e quasi il 43% dei casi mortali.
E dietro ad ogni numero ci sono persone, famiglie, affetti, vite distrutte o segnate per sempre dalla morte di un congiunto o dalle malattie che trasformano chi le subisce in “morti viventi”. Ed è inaccettabile. (Continua)

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06/06/20 : 8:57:19
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