Perché parliamo.
La Diocesi di Genova e la città tutta stanno affrontando un fondamentale momento di passaggio: la nomina del nuovo Vescovo. È noto che Papa Francesco ha chiesto, come per altre situazioni, una consultazione allargata per raccogliere contributi e proposte. Come credenti attivi in diverse realtà ecclesiali della città, come parte del “popolo di Dio in cammino”, desideriamo partecipare alla consultazione e offrire al Vescovo di Roma e al Nunzio in Italia un contributo per la scelta del nuovo Vescovo, in base alla nostra coscienza e al sacerdozio battesimale che viviamo.
La chiesa cattolica è oggi ad un bivio tra un processo di rinnovamento missionario che rimette al centro i valori evangelici (processo favorito e incarnato da Papa Francesco) e la tendenza ad un “accanimento dottrinale”, di difesa e conservazione dell’esistente, di separazione tra “puri e impuri”, spesso in nome di tradizioni che hanno caratterizzato solo una parte della chiesa e un pezzetto della sua storia.
Noi crediamo in una “chiesa in uscita” che ascolta e lavora per conformarsi di più al Vangelo di Gesù, e per farsi “ospedale da campo” dell’umanità sofferente. Credere in questa conversione richiede applicazione e competenza, non un semplice consenso di facciata né una timida gestione dell’ordinario.
Noi crediamo nel percorso partecipativo che coinvolge tutte le componenti ecclesiali e che si esprime nella dimensione della sinodalità, quella esistente ma soprattutto quella da sviluppare come sta succedendo ai livelli più alti della chiesa e nelle diocesi di tutto il mondo.
Le sfide della chiesa di Genova.
Offriamo una sintesi di priorità che il nuovo Vescovo e con lui le varie realtà ecclesiali dovrebbero affrontare, per una chiesa che sia rilevante nel contesto contemporaneo della città. Sono proposte nate dal confronto, dall’ascolto e dalla discussione di gruppo che abbiamo vissuto, ma auspichiamo che ogni comunità possa riflettere su ciò che ritiene urgente per una primavera della chiesa di Genova.
-
Le comunità devono farsi interlocutrici attive, ed essere chiamate ad esserlo, in occasione di questa nomina come delle prossime nomine ai vari incarichi che hanno una ricaduta su tutti.
-
Occorre aggiornare la formazione dei preti, perché sia fortemente radicata nel Concilio Vaticano II e consenta così di abitare la complessità del mondo di oggi. Occorre incoraggiare un capillare aggiornamento biblico nel clero e nei laici, perché si sappia “spezzare” la Parola tra la gente e liberarla da concezioni fuorvianti, che non riescono a interpellare e nutrire l’uomo di oggi. Occorre applicare e vivere la riforma liturgica per passare da celebrazioni asettiche o teatrali a celebrazioni comunitarie.
Occorre mettere a sistema percorsi di catecumenato per giovani e adulti riferendosi ai primi secoli della chiesa, per rimediare all’assenza di una concreta, credibile formazione cristiana delle persone adulte.
-
Le parrocchie vivono la crisi di non corrispondere più alla vita dei quartieri e delle persone, come anche di dipendere eccessivamente dalla centralità del parroco, volente o nolente. Occorre un ripensamento della presenza territoriale, degli impegni quotidiani, e una desiderata, preparata, crescente autonomia dei laici. Occorre investire sul diaconato permanente e coniugato per promuovere l’animazione pastorale ed organizzativa nelle comunità parrocchiali.
-
Occorre una visibile e determinata promozione della donna, della parità di genere e del coinvolgimento nei ruoli decisionali, senza retoriche paternalistiche ma lasciando e aprendo spazi effettivi e paritari.
-
L’attuale contesto storico e il Vangelo stesso richiedono un rinnovato impegno per la giustizia, che sia centrale e diffuso nella comunità, non un optional delegato ad alcuni incaricati. In particolare va colta e affrontata sul lungo termine la sfida dell’accoglienza e inclusione dei migranti. La risposta umana e sociale alle povertà e all’emarginazione deve unirsi ad un’azione coraggiosa, profetica di denuncia dei meccanismi di ingiustizia strutturale, delle mancanze dei poteri costituiti e delle violazioni dei diritti umani.
-
Occorre costruire un ampio piano pastorale sulla cura della casa comune come definita nella Laudato Si’. L’ambiente è la sfida del secolo e la Madre Terra è il dono di Dio che non possiamo continuare ad uccidere, a partire dalla nostra città e dai nostri stili di vita.
-
Occorre una riforma dell’informazione diocesana perché sia capace di dare voce alla pluralità di una chiesa “poliedrica”, perché sia attenta ad evitare linguaggi e approcci clericali, perché sviluppi strumenti aggiornati e coordinati, con una maggiore autonomia di professionisti laici e del mondo giovanile.
-
Occorre generare meccanismi di trasparenza nella gestione economica, con la pubblicazione di entrate ed uscite. Occorre ripensare evangelicamente la presenza diocesana e i rapporti di potere in consigli di amministrazione di enti e aziende, responsabilizzando persone laiche.
-
Occorre un maggiore coordinamento inclusivo con i movimenti ecclesiali, scoraggiando l’eventuale ricerca di spazi di potere per ambiti di influenza.
-
Una primavera nella chiesa genovese non può che partire da un processo di ascolto e di confronto, per una lettura comunitaria e sincera dei segni dei tempi. È fondamentale la convocazione di un inedito Sinodo diocesano che abbia il coraggio di favorire una reale e plurale partecipazione, a servizio della chiesa diocesana e della città.
La chiesa di Genova contiene già in sé molte energie vitali e iniziative meritevoli che potrebbero se valorizzate e armonizzate costituire i semi per una stagione di rinnovamento.
La persona di cui abbiamo bisogno.
Desideriamo chiamare, accogliere e accompagnare a servizio della nostra città un Vescovo in grado di mettersi con umiltà e determinazione di fronte a tutto questo; che abbia la capacità di ascoltare, chiedere consigli e sintetizzare la pluralità; che abbia la volontà di rendere conto delle sue scelte e delle sue azioni; che cerchi di includere e non di allontanare chi la pensa diversamente; che frequenti abitualmente le periferie esistenziali e gli “ultimi” del territorio. Una persona che sia presente ogni giorno e che sia facilmente accessibile. Un Vescovo che intenda seguire, imitare e applicare il magistero e lo stile di Papa Francesco.
PRIMI FIRMATARI
Angelo Cifatte
Angelo Chiapparo
Carlo Ferraris
Anna Raybaudi
Giuseppe Rolandi
Marina Sartorio
Lunedì 17 Febbraio,2020 Ore: 18:21 |