Da tutta Europa un chiaro no all'omofobia

Bruno Gambardella

E’ stata celebrata ieri, per il quarto anno di seguito, la Giornata Internazionale contro l'Omofobia, promossa dall'Unione Europea a partire dal 2007. La data scelta non è casuale: proprio il 17 maggio del 1990, infatti, l'OMS depennò l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali. L'idea di istituire una giornata di sensibilizzazione contro l'intolleranza verso ogni orientamento sessuale si deve a Louis - George Tin, docente dell'Ecole de Hautes Etudes en Science Sociales di Parigi e autore, nel 2003, di un "Dizionario dell'omofobia".

Noi che viviamo tra Sparta e Atene siamo persone pratiche, talvolta ciniche, e le celebrazioni non ci piacciono molto, ma per questa abbiamo fatto volentieri un’eccezione. Siamo convinti che, al di là del buonismo di facciata, l’omofobia sia un pregiudizio  ancora resistente in tante persone. In tutta Europa e in oltre cinquanta città italiane, si sono svolte numerose iniziative sul tema, con un unico obiettivo: chiedere ai leader religiosi di dichiarare pubblicamente la loro opinione sulla violenza contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Ricordiamo che in molti Paesi l'omosessualità è fuorilegge e dichiarare un “diverso” orientamento può comportare il carcere o la pena di morte, spesso con il pieno consenso delle autorità religiose.

In Italia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto al Quirinale le associazioni per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e trans gender e ha pronunciato parole chiare, inequivocabili contro tutte le discriminazioni: una lezione di civiltà e di buona politica.

Molto significativa l’iniziativa del portale Gay.it che ha raccolto e consegnato  più di diecimila firme al Capo dello Stato affinché sia conferito a Maria Luisa Mazzarella, una ragazza di Napoli, un riconoscimento al valore civile. La giovane lo scorso anno ha rischiato la propria vita nel tentativo di salvare un suo amico omosessuale da un'aggressione omofoba consumatasi in una piazza centrale di Napoli nell'indifferenza generale. In un’Italia dove molte persone indegne ricevono encomi e premi vari  sarebbe bello vedere indicata come esempio alle giovani generazioni chi ha sfidato la paura e la noncuranza delle persone “normali”.

 

 



Marted́ 18 Maggio,2010 Ore: 23:58