La bella ministra addormentata nel bosco

Bruno Gambardella

Sicuramente ha il bell’aspetto della principessa delle favole. E come una Biancaneve qualsiasi, la ministra Carfagna sembra risvegliarsi solo oggi scoprendo di vivere  un Paese razzista. A far aprire gli occhi alla bella deputata salernitana non è stato il leggendario principe azzurro, ma la testimonianza apparsa alcuni giorni fa su Repubblica, dello scrittore Pap Khouma, italiano di pelle nera, che raccontava le multiple discriminazioni e pregiudizi di cui è vittima nella quotidianità. Khouma aveva descritto la difficile vita ad ostacoli di un cittadino regolare, con passaporto italiano, ma con la pelle "diversa".

La ministra, che si è detta molto colpita dalla vicenda, ha dichiarato guerra al razzismo: "Siamo pronti a sanzionarlo",  ricordando anche  la recente creazione dell'Unar (l'Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità). Strano che la ministra non ricordasse che l'Italia è da anni un Paese dove ci sono ripetute violenze e omicidi a sfondo razziale, da Abba a Navtej Singh Sidhu (e non cito le decine di altri casi, tanto la lista è lunga); un Paese dove, gli amministratori pubblici, ormai forti del "reato di immigrazione clandestina" emanano, da Nord a Sud, provvedimenti comunali dichiaratamente razzisti; dove, a Coccaglio, il sindaco osa proporre l'oscenità razziale di un "Bianco Natale", guest star il Suo collega di governo Maroni; dove, a Milano, un bus rastrella i presunti clandestini; ad Alzano Lombardo, dove i parcheggi sono riservati ai italiani; dove, ovunque, rom adulti e piccini  sono sgomberati e cacciati.

Che strano questo Paese “ancorato alle radici cristiane”, dove le ronde sono una voce della legge finanziaria e i cittadini, mutati in "residenti-sentinella" (leggasi: "delatori"), con tanto di numero verde al quale denunciare presunti "clandestini" e in assenza di ogni prova sullo statuto di una persona... Quante scene dell'nuovo apartheid all'italiana ci vorranno per risvegliare davvero la Carfagna?

Non bisogna essere tanto esperti di storia o di psicologia delle masse per rendersi conto che questa dilagante xenofobia è ormai vera e propria malattia mentale collettiva. Mostrando una straordinaria sensibilità e leggendo nelle vicende di oggi il riproporsi dei fatti tragici di un passato non troppo lontano,   il 12 dicembre scorso l’Anpi, durante una manifestazione a Mirano (Ve), ha richiamato il popolo italiano a unirsi contro i pericoli del razzismo, in ricordo delle vittime delle infami leggi nazifasciste, invitando tutti coloro che ritengono la democrazia un valore essenziale a scendere in campo, indipendentemente dalla propria convinzione partitica. Ha ragione l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani: è' nuovamente tempo di resistenza!

La ministra Carfagna probabilmente non legge le decine di rapporti dell'Arci, della Caritas-Migrantes, delle tante associazioni che operano sul territorio, le quali lanciano da mesi l'allarme xenofobia. Di sicuro non sa delle decine di rappresentanti degli immigrati che proprio questi giorni, con il sostegno dei soliti radicali, sono in sciopero della fame per chiedere il rispetto della legalità in materia di titoli di soggiorno. Se la cosa non fosse tragica ci sarebbe da ridere: una legge ispirata alla severità nella concessione del permesso di soggiorno prevede tempi brevi nel rilascio dell’attestato a chi ne ha diritto, ma in realtà possono trascorrere degli anni prima che l’interessato possa ricevere la documentazione e quindi integrarsi realmente nel Paese.

E’ molto demagogico richiamare i facili valori italiani (ma quali?)  che "presunte sacche d'immigrazione (leggasi: di fede musulmana) non avrebbero assimilato", dissertare sulla presunta invasione di "infedeli", fomentare le paure dei suoi concittadini,  gettando così ulteriore benzina sul fuoco e poi svegliarsi una mattina e scoprire che l'Italia è un Paese xenofobo, dove non è ancora accettato l'italiano  "di colore"!

Cara ministra, occorrono più che mai nuove e ferme risoluzioni per condannare seriamente ed estirpare ogni erbaccia di istigazione all'odio razziale. Occorre impegnare la scuola, i mass media, gli “esperti”: fare cultura dell’integrazione e  educazione all’accettazione di tutte le diversità. Sarei lietissimo nell’apprendere che Lei davvero è interessata a questa battaglia epocale: sappia però che questa volta non se la sbrigherà con i suoi famosi “valori cristiani che fanno parte del dna degli italiani”... ci vuole davvero ben altro!

 



Mercoledì 30 Dicembre,2009 Ore: 22:01