5 Maggio, ricorre l’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte, la cui figura venne esaltata in quella risibile
filastrocca, untuosa, melliflua, servile scritta da Alessandro Manzoni:
Ei fù. Siccome immobile dato il mortal sospiro…..
…Ne sa quando una simile orma di piè mortale la sua cruenta polvere a calpestar la polvere verrà….;
l’italico Alessandro si pose un quesito angosciante: quando nascerà un altro come Napoleone ?
Siamo stati tutti con il cuore sospeso, con il patema d’animo con questa incertezza, con questa speranza, con questa attesa
spasmodica.
Ma quel Dio, che si era scomodato ad assistere quel figlio prediletto nel momento del trapasso, per scortarlo nella gloria
dell’eternità, ha voluto essere provvido con i suoi indegni figli, ed ha rimandato sulla terra l’emulo, colui (pardon
Colui) che ne imiterà le gesta e ne supererà la dimensione storica.
In fondo Dio è un generoso; dimentico del trattamento ricevuto ha voluto colmare il vuoto che si era creato il quel lontano
5 maggio 1821.
Gli storici, gli agiografi, i cantore delle gesta, gli storiografi personali si sono lanciati in una campagna di
esaltazione collettiva, per storicizzare fin da vivente l’immagine che riempirà le pagine della storia per il prossimi
millennio.
La nuova filastrocca che esalta le gesta, in una sola frase ne compendia la dimensione universale: “Meno male che $ilvio
c’è” Rosario Amico Roxas
Lunedì, 05 maggio 2008
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