Roma permette a un prete sposato di esercitare il suo ministero

di Anna Kubista

Traduzione di Stefania Salomone


9 giugno 2008

Non è certo una prassi usuale per la Chiesa Cattolica. Il papa ha riconosciuto a un prete sposato, padre di quattro figli, il diritto di essere ordinato prete ed esercitare il ministero. Quest’uomo è Jan Kofron, segretario del vescovo di Praga Vàclav Maly, e la sua storia mette in luce un aspetto sconosciuto della Chiesa Cattolica in questi termini.
Alla base di questo caso senza precedenti, ci sono 50 anni di passato comunista: sotto il regime totalitario, alcuni preti e vescovi sono stati ordinati in segreto. Fra questi, ce ne sono alcuni che hanno scelto di sposarsi per non attirare l’attenzione. Parlando in generale, la sopravvivenza della Chiesa Cattolica in un regime totalmente refrattario alla religione passa attraverso il superamento di alcune regole canoniche. Infatti, sono state ordinate anche alcune donne.
Tutte queste "anomalie" hanno avuto un merito: mantenere attiva la chiesa anche sotto persecuzione. Jan Kofron è stato ordinato in segreto sotto il regime comunista, quando era già sposato. E’ entrato poi a far parte della "Chiesa sotterranea" cecoslovacca, che potremmo definire, in analogia ai movimenti di dissidenti "Chiesa underground".
Il 1989 porterà la libertà, ma al contempo porterà reali problemi al Vaticano, che guarda con sospetto questa comunità ecclesiale sotterranea in Cecoslovacchia. Roma richiede ai preti di essere ordinati 1989 "sub conditione", come si dice in gergo ecclesiastico. Questa procedura è stata utilizzata già nei casi in cui i preti anglicani si sono convertiti al cattolicesimo. I preti cecoslovacchi celibi invece sono rientrati automaticamente nei ranghi della chiesa di Roma. I preti sposati invece sono entrati nella chiesa di rito orientale che non prevede il celibato obbligatorio.
Sono già tre settimane che il vescovo di Praga, Vàclav Maly, ha ordinato l’anziano prete clandestino, Jan Kofron "sub conditione", che ne aveva fatto domanda dopo lunga riflessione:
"Ho deciso di fare il passo in un momento di crisi personale. Inoltre sono 17 anni che svolgo servizio presso l’ospedale psichiatrico Bohnice di Praga, e mi reco in queste case per anziani per parlare con loro. Mi sono reso conto che potevo svolgere il servizio amministrando loro i sacramenti".
Una decisione inizialmente difficole, poiché dal punto di vista della chiesa tale ordinazione prevede che un soggetto non sia mai stato ordinato prima. E’ difficile per questi preti clandestini anziani ammettere questo poiché si tratterebbe di invalidare l’ordinazione precedente.
Per Jan Kofron, questo evento è stato una sorta di liberazione interiore:
"Dapprima ho avuto problemi ad accettarla. Ma i timori sono spariti e ho accolto questa ordinazione con gioia. Il supporto della mia famiglia è stato particolarmente importante, specialmente dopo aver preso la mia decisione. Questa ufficializzazione mi ha dato la possibilità di vedere mia moglie veramente felice".
Il fatto che Papa Benedetto XVI abbia permesso l’ordinazione di Jan Kofron è considerato un passo in avanti da tutta la comunità ecclesiale clandestina cecoslovacca, che si è sempre sentita abbandonata da Roma.


Testo Originale
Traduzione di Stefania Salomone



http://www.radio.cz/fr/article/104928



Giovedì, 17 luglio 2008