Riprendiamo questo articolo da http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3. Esprimiamo ovviamente solidarietà a Don Sante e ci auguriamo che si tratti solo della iniziativa di un mitomane. Purtroppo il clima politico violento nel quale viviamo ha come conseguenza anche quello di mettere in movimento persone che altrimenti non penserebbero mai di darsi ad azioni del tutto riprovevoli, schegge impazzite di un sistema che genera in continuità mostri su mostri per restare a galla. In questi casi la paura è lultima cosa che deve venire in mente a chi subisce tali azioni intimidatorie perchè così si farebbe solo il gioco di chi pesca nel torbido. Coraggio don Sante. Sergio Grande Abano Terme «Uno è per te, uno per la tua donna, uno per il tuo bambino e uno nel caso qualcuno di voi riuscisse a scappare».
Queste le poche righe che accompagnavano un pacco recapitato in canonica a Monterosso venerdì a don Sante Sguotti. A fianco al biglietto cerano quattro proiettili per la caccia al cinghiale. Tutto è accaduto mentre lex parroco di Monterosso non cera. A ricevere il pacco è stata una ragazza dei fedelissimi del prete ribelle. Fin da subito quel pacco aveva destato sospetti. Dopo aver chiamato don Sante per chiedere un parere, il parroco e la stessa ragazza hanno deciso di avvertire i carabinieri e di non aprire il pacco prima dellarrivo delle forze dellordine.
Solo negli uffici della stazione dei carabinieri di Abano, con le dovute cautele, i militari hanno aperto il pacco, scoprendo le quattro cartucce e il biglietto allegato. A seguire la descrizione dettagliata delluso da fare di quei quattro proiettili. Una sequela di insulti di ogni tipo rivolti allex parroco, alla sua donna e al bimbo di un anno (la cui paternità deve essere ancora chiarita).
Ora ad occupare la mente del prete innamorato cè un solo sentimento: la paura. Paura perché nessuno, se non uno squilibrato, sarebbe mai arrivato a tanto. E proprio perché squilibrato è imprevedibile. Ma daltra parte don Sante laveva previsto quando il vescovo Antonio Mattiazzo aveva additato il prete ribelle definendolo come "Il principe delle tenebre" e come Satana.
«Don Brusegan e il vescovo hanno alimentato questo tipo di azioni - ha spiegato don Sante - visto che hanno parlato fin da subito e con toni pensanti di una condanna nei miei confronti. Avevo solo chiesto un dialogo, ma questo è quello a cui si arriva quando un dialogo non è possibile e chi ti dovrebbe ascoltare vuole solo puntare il dito e usare parole pesanti di condanna». Come a dire che la dura presa di posizione seguita da parte della curia alle posizioni di don Sante avrebbe fomentato lazione di qualche esagitato (con ogni probabilità della zona, se non proprio di Monterosso), che è arrivato a minacciare così gravemente lex parroco, la donna che lui ama e quel bambino di un anno nato (forse) dalla loro unione.
Riccardo Bastianello
Domenica, 04 novembre 2007
|