La cronaca dei vinti

di Rosario Amico Roxas

Sono stato il cantore del silenzio,
della parola mai proferita,
contentandomi di un fiasco di vino e del pane secco; cercando il succo di un frutto migliore nella borraccia di un pellegrino; contento di una fetta di azzurro e del mattinale tripudio dei bambini; della luna ormeggiata nel suo angolo di cielo; del trascorrere del tempo, dolciastro come le more selvatiche.
Ho tentato, invano, di prestare la mia voce a quanti erano condannati a restare muti.
La giovanile esuberanza
tingeva la mia vita di illusoria eternità.
Ora una cascata di anni
genera la foce di tutte le mie utopie,
che scivolano nell’alveo di una vita intera, per generare un dedalico estuario articolato in mille delusioni.
Il rastrello della memoria rimuove i ricordi che credevo sepolti sotto cumuli di gramigna, per ridare loro nuova linfa, e rinnovare, dentro di me, l’itinerario di una mai sopita sete.
Nella mia mente non c’è spazio per i ricordi, emergono solo nostalgici rimpianti.
L’ansia travolge il quotidiano,
l’ignoto mai vissuto
monta su slitte trainate dai sogni,
mentre solari momenti squarciano le nubi tumultuose, concedendo spazio a nuove illusioni.
La storia che si conferma è solo quella scritta dai vincitori, che si trasforma nella deriva senza meta di ogni valore umano.

Il silenzio dei vinti è una condanna senza appello che si ricollega a tante altre condanne, transitate nelle pagine dell’oblio di una storia mai scritta.
La cronaca della violenza, della sopraffazione della legge del più forte, non finisce mai di finire.
Il tempo scandisce impietoso quotidiane litanie di un itinerario ripetitivo che divide per sempre il popolo dei vincitori da quello dei vinti.
Un attimo diventa un’ora, un giorno, un anno...tanti anni, tutto torna alla mente e riconduce alla memoria storica di quel passato che si materializza in una torre inespugnabile dove il popolo dei vinti ritrova le sue origini e la sua identità.

Solenne mediocrità di tarlati ricordi,
inutile ricerca di una genesi
che si è perduta nello scempio della sconfitta.


(Rosario Amico Roxas)



Mercoledì, 01 agosto 2007