IN occasione del 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato, il JRS sollecita i governi di tutto il mondo ad aumentare gli
aiuti umanitari alle popolazioni che si trovano in situazioni di vulnerabilità, nonché ad adottare misure intese ad
accrescere la produzione di generi alimentari nei paesi in via di sviluppo. Ricorda, peraltro, a quegli stessi governi
l’obbligo di proteggere i rifugiati e li invita ad adottare le opportune iniziative volte a far sì che gli sfollati si
rendano autosufficienti.
I prezzi dei generi alimentati sono cresciuti dal 2005 ad oggi in media dell’83%, con particolare incidenza su prodotti
base come il frumento, il riso, il mais e il latte. Come conseguenza di questo “tsunami silenzioso”, rischiano di scivolare
in condizioni di povertà ulteriori 100 milioni di persone, tra cui i rifugiati e altre categorie di sfollati.
Molti sono i rifugiati costretti a vivere in campi in cui la libertà di movimento è limitata. È loro negata la possibilità
di coltivare un po’ di terra per ricavarne di che vivere, o di avere un lavoro retribuito: per la loro sopravvivenza sono
quindi totalmente dipendenti dagli aiuti umanitari. L’aumento dei prezzi ha comportato una riduzione quantitativa delle
razioni individuali a livelli insostenibili, con conseguente situazione oltre che di fame, anche di minore tutela.
“I maggiori prezzi dei generi alimentari hanno di fatto ridotto gli acquisti di cibo, le possibilità di alloggio e di
godere di altri generi di prima necessità. Costretti a cercare lavoro al di fuori dei campi, i rifugiati rischiano
l’arresto e il rimpatrio. D’altronde, o così o la fame. Se sono gli insegnanti a dover cercare lavoro fuori dal campo, ciò
va a discapito dell’educazione dei bambini. Invitiamo con forza il governo thailandese a prendere in considerazione
soluzioni alternative e durevoli perché i rifugiati divengano autosufficienti, in modo da alleggerire questa drammatica
situazione”, ha detto il direttore del JRS Thailandia, Aden Raj.
La scarsità di cibo e l’escalation dei prezzi incidono anche su chi vive al di fuori dei campi. I soggetti inurbati, che di
aiuti umanitari spesso godono solo in minima parte, seppure ne ricevono, vivono le medesime difficoltà. Ciò salta agli
occhi soprattutto nelle grandi città, come nella capitale ugandese Kampala, dove la crisi alimentare grava pesantemente
sulle popolazioni vulnerabili, e in particolare sui richiedenti asilo e i rifugiati.
“Il JRS è l’unica organizzazione presente a Kampala che fornisce generi alimentari di emergenza e assistenza materiale a
rifugiati e richiedenti asilo. I recenti aumenti del prezzo del riso hanno creato notevoli ostacoli alle nostre attività, e
chi ne ha più risentito sono le famiglie numerose a basso reddito”, ha spiegato Stephen Kuteesa, direttore del Programma
urbano del JRS Kampala in Uganda.
Garantire la disponibilità di generi alimentari alle popolazioni che vivono in zone di conflitto rappresenta una sfida
costante. Situazioni di violenza, infrastrutture inadeguate, mancanza di operatori umanitari, fattori politici e condizioni
ambientali avverse ostacolano sempre e ovunque la protezione dei rifugiati. A ciò va ad aggiungersi la carenza di aiuti
alimentari, che finisce col colpire più pesantemente proprio i soggetti in condizioni di maggiore vulnerabilità, in
particolare i bambini.
“Nel Dar Sila, regione orientale del Ciad, la distribuzione di alimenti, in particolare ai 120 000 sfollati interni che qui
hanno trovato rifugio, è stata regolarmente ostacolata. Ciò ha esercitato un impatto negativo sulla frequenza scolastica,
in quanto i bambini sono costretti ad aiutare la famiglia nella ricerca di cibo. In effetti la frequenza scolastica ha
segnato un significativo incremento da quando è stato istituito un programma di refezione scolastica. Nel contesto del
grave aumento dei prezzi dei generi alimentari, bisogna che i governi donatori assicurino priorità al finanziamento dei
programmi di refezione scolastica a favore dei bambini rifugiati dipendenti dagli aiuti umanitari”, ha dichiarato il
direttore del JRS Ciad, Ferran Puig.
Gli aiuti alimentari sono necessari urgentemente anche per prevenire nuove ondate di sfollamento. Molti di coloro che
vivono in condizioni di estrema povertà vengono costretti a scappare dai rispettivi paesi dalle condizioni di instabilità
politica determinate dalla scarsità di cibo. È necessario che i governi donatori adottino misure atte a impedire che
l’attuale crisi alimentare determini ulteriori sfollamenti. Inoltre, agli agricoltori dei paesi in difficoltà vanno forniti
aiuti economici e tecnologici tali da consentire loro di incrementare la produzione alimentare.
Nota per il Redattore:
Il JRS opera in oltre 50 paesi di sei continenti. Conta più di 1000 dipendenti, tra laici, gesuiti e altri religiosi
impegnati nel far fronte alle necessità educative, sanitarie e di altra natura di 500 000 rifugiati e IDP, di cui oltre la
metà sono donne. I suoi servizi sono forniti ai rifugiati indipendentemente dalla loro razza, origine etnica o credo
religioso.
Per ulteriori informazioni contattare:
James Stapleton, International Communications
Coordinator; tel: +39 06 68 977390; +39 346 234 3841; email:
international.communications@jrs.net; www.jrs.net
................ James Stapleton, Communications Coordinator
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Giovedì, 19 giugno 2008
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