Il 20 ottobre 2008, la Corte d Appello di Venezia ha confermato in secondo grado la condanna per il sindaco di Verona Flavio Tosi (e altri cinque leghisti, tra i quali lattuale deputato Matteo Bragantini), a due mesi di reclusione (pena sospesa), per il reato di propaganda di idee fondate sulla superiorità o sullodio razziale o etnico (legge Mancino). Annunciando di ricorrere in Cassazione, Tosi ribadisce la bontà della campagna contro i sinti, scatenatasi nel 2001 allinsegna del "via da casa nostra": "rifarei tutto quello che ho fatto per difendere i miei concittadini" ( "L Arena" 21.10. 08).
A parte il linguaggio violento utilizzato, Tosi non sa o non vuole sapere che i sinti in questione sono veronesi da generazioni, iscritti allanagrafe, suoi cittadini. Evidentemente, non è interessato alla cittadinanza ma all "indiano veronese", al tribalismo urbano, alla "veronesità" come identità naturale. In questo è daccordo anche la Commissione Cultura del Comune di Verona, guidata da Lucia Cametti, esponente di Alleanza Nazionale.
Si può chiamarlo razzismo, forse xenofobia. Politicamente io lo chiamo "populismo etnico" o "religione civile" fondata sulla "patria carnale" assurta a idolo.
Il contrario della tanto sbandierata civiltà "occidentale", liberale-democratica (pluralista), cristiana (Vangelo della pace e della giustizia) o anche cattolica (che vuol dire universale, fraterna). O della civiltà semplicemente e radicalmente umana. Stiamo diventando stranieri a noi stessi. E per questo che abbiamo così tanta paura? Sergio Paronetto
Mercoledì, 22 ottobre 2008
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