Riprendiamo questo articolo dal sito
www.osservatoriosullalegalita.org
IL Garante per la privacy ha chiarito ieri di non aver espresso alcun assenso sulla raccolta di impronte varata dal governo nei confronti dei Rom. Con riferimento alle notizie che continuano a comparire su cronache locali di testate nazionali, riguardo a schede informative per il censimento dei nomadi che sarebbero state adottate dai singoli Commissari di Governo nelle diverse realta, il Garante per la protezione dei dati personali precisa di non averle mai ricevute e, quindi, di non aver potuto ne esaminarle ne esprimere su di esse alcun parere. Il Garante, peraltro, ha reso noto di restare in attesa di ricevere le linee guida predisposte dal Ministero dellInterno secondo i criteri già anticipati allAutorità e di cui essa ha preso atto e che solo su tali linee guida esprimera il suo avviso. La raccolta dei dati attuata per il censimento dei Rom e differente da quela di un normale censimento in quanto include fotografie e impronte, anche per i minori. La circostanza della raccolta delle impronte e quella sulla segnalazione di religione ed etnia presente sulla prima scheda, distribuita a Napoli e poi ritirata dal ministero, nonche il fatto che tale tipo di censimento e stato destinato ai soli campi Rom, ha suscitato molte critiche e timori. Fra questi quelli del parlamento UE, dellUnicef e della Caritas, nonche quelli dei leader delle Comunita ebraiche italiana e romana, i quli ultimi hanno evocato le discriminazioni ai danni degli Ebrei. Il 50% circa dei Rom presenti in Italia sono Italiani figli di Italiani e diverse decine di migliaia dei 150.000 Rom presenti nel nostro Paese sono stanziali e non nomadi.
Mercoledì, 16 luglio 2008
|