Questa lettera è stata inviata il 12 giugno al ministro degli Interni; al prefetto di Genova; al presidente della Regione Liguria; al presidente della Provincia di Genova; al sindaco di Genova; ai senatori e deputati eletti in Liguria; a associazioni di base e volontariato operanti nel territorio. Mentre molte voci si levano a esprimere la protesta del mondo dellassociazionismo e del volontariato contro le norme contenute nel «pacchetto sicurezza» richiamandosi alle convenzioni internazionali sui diritti umani, anche noi vogliamo levare la nostra voce perché come cristiani evangelici abbiamo un motivo in più per non tacere: il richiamo alle parole di Cristo: «Ero straniero e mi avete accolto... quello che avete fatto per uno di questi ultimi, lo avete fatto per me». Proprio il concetto evangelico di accoglienza, cioè vedere nellaltro il nostro «prossimo» e limmagine stessa di Cristo, ci spinge a denunciare: - lintroduzione del reato dimmigrazione clandestina che trasforma unirregolarità amministrativa in delitto, punisce una condizione e non un fatto, etichettando automaticamente come criminale ogni straniero senza permesso di soggiorno. Non dimentichiamo che la quasi totalità degli immigrati fugge da condizioni di vita disumane nella speranza di trovare una possibilità di sopravvivenza nel nostro paese. - lapertura di nuovi Cpt e il prolungamento a 18 mesi del cosiddetto «trattenimento» (un eufemismo per non dire «detenzione») in questi luoghi peggiori del carcere in cui sono sospesi i più elementari diritti umani; - gli ostacoli posti alla regolarizzazione di chi sul territorio già vive e lavora, e le restrizioni al ricongiungimento famigliare che faciliterebbe la piena integrazione degli stranieri presenti in Italia. Non possiamo nasconderci le prospettive che il reato dimmigrazione clandestina, se introdotto nelle forme proposte, aprirebbe inevitabilmente la saturazione delle carceri, già oggi sovraffollate e ingestibili, lintasamento dei tribunali che già stentano a smaltire i fascicoli arretrati, ma soprattutto la trasformazione di centinaia di migliaia di persone in latitanti disperati, esposti al rischio di essere arruolati dalla criminalità organizzata. Vogliamo affermare con forza che migrare non è un crimine; è invece criminale un sistema mondiale (l11% della popolazione del pianeta consuma l88% delle risorse) che obbliga la gente a fuggire dal proprio paese per sopravvivere. Ci mortifica appartenere a un paese che ha assoluto bisogno di immigrati per funzionare, ma poi li rifiuta, li umilia, li tratta da mezzi e non da persone. Infatti, accogliendo linvito evangelico a esaminare noi stessi e a guardare la nostra trave prima del fuscello dellaltro, non possiamo dimenticare che limmigrato irregolare è spesso vittima di comportamenti ben più gravi di quello che può essere laver varcato una frontiera senza permesso. Riflettiamo su quante volte noi italiani non abbiamo esitato a sfruttare la situazione di debolezza e di bisogno degli immigrati irregolari per speculare sulla loro pelle. Pensiamo a esempio agli imprenditori che sfruttano la forza lavoro degli immigrati assunti in nero a salari di fame e senza norme di sicurezza; a chi approfitta della debolezza delle donne immigrate costringendole alla prostituzione in condizioni vicine alla schiavitù: a chi affitta (sempre in nero e a prezzi da capogiro) immobili fatiscenti a frotte di immigrati; a chi brucia i campi nomadi, abitati anche da donne e bambini. Auspichiamo dunque che il Governo e il Parlamento di questo Paese, che ha una tradizione di emigrazione non lontana nel tempo, sappiano rispettare i principi di solidarietà e di tutela dei più deboli già sanciti nella nostra Costituzione. Il presidente del Cdc. Higlesia-ispano-americana, past. Teodoro Fanlo y Cortés; il presidente del Cdc. metodista di Genova-Sestri, past. Stefano Mercurio; il presidente del Cdc. valdese di Sam-pierdarena, Silvia Ricca; il vicepresidente del Concistoro valdese, Giacomo Grasso, a nome dei rispettivi Consigli di chiesa. Il presente articolo è tratto da Riforma - SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI Anno 144 - numero 26 - 27 giugno 2008. Ringraziamo la redazione di Riforma (per contatti: www.riforma.it) per averci messo a disposizione questo testo
Giovedì, 26 giugno 2008
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