VIOLENZA E DISAGIO SOCIALE
“No alla tolleranza zero”
“Una mostruosità il reato di clandestinità”
La pastora Anna Maffei, presidente dellUnione cristiana evangelica battista dItalia (UCEBI), sconcertata per il clima di violenza che sta percorrendo la società italiana
Roma, 20 maggio 2008 (NEV-CS27) - “La violenza di branco dei ragazzi su coetanei. Torture, stupri, omicidi. La violenza contro i Rom. Gli incendi. Gli sgomberi. La deportazione”: la pastora Anna Maffei, presidente dellUnione cristiana evangelica battista dItalia (UCEBI), si dice “sconcertata” per le notizie che occupano le prime pagine dellinformazione in Italia. Parla di “malattia sociale endemica che sta esplodendo, cieca, acuta con la complicità delle istituzioni”. In particolare Maffei si riferisce alle notizie che parlano di violenza pubblica e privata: “Le retate. Gli arresti di massa. Pulizia di Stato. Esseri umani spazzatura. Si è affacciato nel clima di tolleranza zero il reato di clandestinità: una mostruosità perfino averla concepita! La sicurezza è il nuovo idolo cui si sacrifica tutto, si accantonano le garanzie democratiche, si calpestano i diritti individuali, si giustificano le ingiustizie e le violenze sommarie. Ci sentiamo sicuri quando cacciamo via il nemico, lo allontaniamo, lo eliminiamo. Il nemico prende i nomi che servono ai manovratori. Sono i terroristi. Sono gli extracomunitari. Sono i rumeni. Sono gli zingari. Sono i musulmani. Sono...”. “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”, ricorda questa citazione di Martin Luther King, Anna Maffei, e conclude: “Il popolo è formato da cittadini. La massa, la gente, va dove vuole chi la manovra. Il crocifiggilo del racconto evangelico dellassassinio di Gesù serva da monito perenne! Noi credenti evangelici crediamo nella verità che rende liberi. Per questo dobbiamo aborrire il pregiudizio diffuso e accollarci la fatica di uninformazione critica e plurale. Dobbiamo cercare di capire la realtà che ci circonda con le sue complessità. E il momento di credere nella forza creativa della nonviolenza e cercare ogni possibile alleanza per affermare il principio biblico delluguaglianza e i diritti di tutti e di ciascuno alla vita, al futuro”.
VIOLENZA E DISAGIO SOCIALE
“No” alla perdita di ogni senso di umanità e di moralità Lo afferma il decano della Chiesa luterana, Holger Milkau, preoccupato per la pericolosa e ingiusta campagna dodio contro i rom
Roma, 20 maggio 2008 (NEV-CS26) - Forte preoccupazione per il clima di violenza instauratosi nella società italiana è stata espressa oggi dal pastore Holger Milkau, decano delle Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI). In seguito ad alcuni gravissimi fatti di cronaca, ma anche in risposta alle misure per la sicurezza e contro limmigrazione del governo italiano, Holger Milkau ha dichiarato quanto segue:
«Di fronte a drammatiche violenze come luccisione di una ragazza di 14 anni a Niscemi e di un giovane a Verona non possiamo più tollerare lindifferenza, né possiamo limitarci a riconoscere la nostra impotenza di fronte alla perdita di ogni senso di umanità e di moralità. Come evangelici luterani, sentiamo allora nostro dovere riaffermare e testimoniare il valore e la dignità della vita di ogni uomo e di ogni donna, creature a immagine e somiglianza di Dio. Al tempo stesso denunciamo lirresponsabilità e la leggerezza con la quale vengono costruiti dei “mostri” sui quali scaricare le nostre paure e il nostro disagio sociale. Oggi è la volta dei rom contro i quali si è scatenata una pericolosa quanto ingiusta campagna dodio che non fa differenza tra una grande maggioranza di onesti ed una minoranza che delinque. Per questo, come chiesa luterana, soprattutto nei confronti dei giovani, intendiamo impegnarci con sempre maggiori energie per testimoniare e promuovere una cultura della vita e della fiducia, nella quale tutti possano identificarsi, sentirsi gratificati e cristianamente amati».
Martedì, 20 maggio 2008
|