Larnaca - Infopal, 11 novembre. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza peggiora di giorno in giorno. Ad essa si aggiunge il dramma della divisione dei palestinesi: nella sede del Consiglio Legislativo di Gaza sono appese le foto del defunto Yasser Arafat, dellattuale presidente Abu Mazen (di Fatah), a fianco di quella del presidente del CLP, Aziz Dwaik prigioniero di Israele da due anni. A Ramallah, invece, lavorano contro Hamas: non ne riconoscono la vittoria alle elezioni e ne perseguitano i membri e i simpatizzanti con retate quotidiane e torture. Le carceri dellANP di Mahmoud Abbas (Abu Mazen) sono piene di prigionieri politici di Hamas e di altre fazioni, mentre il governo di Gaza ha liberato tutti quelli di Fatah. Il governo di Gaza vuole lunità nazionale, ma gli altri, i leader di Ramallah, evidentemente no. Sono dentro un "disegno" che prevede la divisione tra Striscia e Cisgiordania, e il conflitto interpalestinese. Gli Stati Uniti, che finanziano copiosamente e addestrano le forze di sicurezza dellANP, e Israele, che le appoggia, fomentano al meglio le divisioni. E la vecchia logica del divide et impera, che funziona sempre. Essi vogliono far fuori la componente più rigorosa (a torto definita "fondamentalista") di Hamas, quella meno corrotta e realmente patriottica. Quella che, a gennaio del 2006, ha votato quasi il 70% del popolo palestinese. In questi tre giorni di permanenza a Gaza (da sabato 8 a lunedì 10 novembre), abbiamo visitato tante realtà: una di quelle che ci ha colpiti di più è stata la situazione sanitaria e ospedaliera. Davvero tragica! Lospedale pediatrico è al collasso. Macchinari moderni non funzionano per la mancanza di pezzi di ricambio. Nulla funziona. Mancano le medicine e i bambini continuano a morire. Ce ne sono di piccolissimi, appena nati. Bimbi affetti da varie patologie - cancro compreso -, da malnutrizione, da infezioni dovute allacqua ormai contaminata e sporca. Abbiamo visitato lospedale Ash-Shifa di Gaza, che accoglie 360 malati di cancro, molti dei quali a causa dei bombardamenti israeliani (soprattutto quelli dellestate del 2006, dove furono usate armi di distruzione di massa): per loro non ci sono medicine, chemio, e i macchinari sono fuori uso perché non arrivano i ricambi. Chi ottiene il permesso, va in Egitto o in Israele, agli altri non rimane che la morte. E muoiono donne, giovani, anziani, genitori di figli piccoli, bambini. La morte non risparmia nessuno. E incredibile che, di fronte a tale tragedia, lUnione Europea e i paesi europei - Italia compresa - inviino soldi al governo, non eletto, di Ramallah, mentre a Gaza non arriva nulla... Abbiamo incontrato i pescatori che vivono e lavorano in gravi difficoltà: le navi da guerra israeliane impediscono loro con la forza delle armi di uscire in mare, al largo (come permetterebbe invece il diritto marittimo internazionale), per pescare e portare a casa il cibo per sfamare le famiglie. Subiscono continue aggressioni e bombardamenti: vengono attaccati con cannoni ad acqua mescolata a escrementi e ad agenti chimici pericolosissimi. Tanto che gli stessi militari israeliani indossano tutte e maschere per proteggersi. La loro è una vergognosa guerra contro padri e figli di famiglia, la cui sola colpa è quella di essere palestinesi e di voler pescare nel proprio mare. Abbiamo visitato anche le famiglie dei prigionieri, rinchiusi da anni nelle carceri israeliane. A loro non sono concesse le visite dei familiari. Mi è rimasto impresso il caso di un giovane di 28 anni che non ha mai conosciuto suo padre, prigioniero nei territori israeliani. Una simile crudeltà e mancanza di rispetto del diritto umanitario non ha precedenti nella Storia. Persino i peggiori regimi del XX secolo, prima della degenerazione finale dei Campi, permettevano ai loro prigionieri politici di ricevere le visite dei propri familiari. Ai palestinesi non è concesso neanche questo. Qui siamo ben oltre la degenerazione. Siamo oltre le dittature sudamericane degli anni 70-80. Siamo di fronte a qualcosa di nuovo, assurdamente tollerato dal "civile" e "democratico" Occidente che di fronte a Israele "non sente non vede e non parla". Ci vorrebbe qualcuno che coraggiosamente studiasse il "caso Israele"e lo denunciasse per Crimini contro lUmanità. Perché questo silenzio internazionale è una vergogna. E inconcepibile e scandaloso. Israele si avvale di una mostruosità giuridica che si chiama "detenzione amministrativa": cittadini palestinesi vengono incarcerati senza capi di imputazione e senza processi, per anni. Israele, Paese propagandato come "unica democrazia del Medio Oriente", non tiene in alcun conto la vita umana e i diritti civili delle persone (dei palestinesi). Mentre gli ebrei in tutto il mondo rivendicano il diritto di mantenere le proprie tradizioni, religione e culture, essi lo negano nel "loro" Stato, Israele, ai palestinesi. Uno Stato che, per il regime sionista, deve essere esclusivamente ebraico. I cittadini palestinesi vengono "trasferiti" con la forza, con lintimidazione, come fu nel 1947-48, attraverso la pulizia etnica. Come può lOccidente, che sbandiera la propria superiorità democratica, tollerare queste cose? Tra gli eventi e gli incontri importanti di questi giorni, cè stato il ricevimento ufficiale al Parlamento (CLP) di Gaza e al governo. Siamo stati trattati con tutti gli onori: ad accompagnarci sulla nave, ieri, cera pure un drappello di militari palestinesi. Il premier Ismail Haniyah è arrivato al porto, per salutarci. Nei giorni scorsi ci ha chiesto di "studiare una fase superiore": lavorare affinché delegazioni del governo e del parlamento palestinese di Gaza possano uscire dalla Striscia e recarsi in Europa, per incontrare ufficialmente i leader europei. Non sarà certo una cosa facile.
(*) Ex senatore della Repubblica italiana e leader del movimento Per il Bene Comune. E già stato in Palestina a Natale, con una delegazione di Gaza Vivrà. E membro del nostro Comitato scientifico. Ha fatto parte della recente delegazione parlamentare del Free Gaza e dellEuropean Campaign to break the siege in Gaza.
Mercoledì, 12 novembre 2008
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