Gli interventi di Mario Giordano, portavoce attraverso il giornale di famiglia, di Berlusconi, hanno perfezionato limpressione generale della mancanza di argoneti che affrigge la parte politica
berlusconiana. Non potendo fermarsi agli slogan, ha dovuto improvvisare domande ritenute provocanti, facendo la figura del
pifferaio di montagna, partito per suonare e finire suonato Rosario Amico Roxas
Grazie, grazie, grazie, sig. Direttore Mario Giordano,
Lei ha ridato speranza a tanti, tantissimi italiani, dei quali vorrei farmi portavoce, pur se usurpo un ruolo che non
merito.
Nella odierna puntata di “Porta a porta”, terminata da pochi minuti, è riuscito a rivalutare, agli occhi dei telespettatori
e domani elettori, la figura di Walter Veltroni; più volte mi sono ritrovato a criticare la politica di Veltroni per via
dell’eccessiva “confidenza” che ha dato al suo padrone; ma dopo questa puntata di “Porta a porta”, malgrado le ciambelle di
salvataggio che le buttava Bruno Vespa, la figura dell’ex sindaco e prossimo presidente del consiglio ha giganteggiato nel
panorama politico. Le su domande, che nel suo pensiero, dovevano essere provocanti, hanno rappresentato l’inconsistenza
degli argomenti per contrastarne la leadership e dell’intero apparato che ruota intorno al cavaliere. Lei è riuscito a
mettersi su un piano ancora inferiore a quello del povero Bonaiuti, del poetesso Bondi, di Cicchitto, di Schifani e,
financo di Michela Vittoria Brambilla.
Mi duole per lei a titolo prettamente umano, ma dopo questa penosa (ma per me brillantissima) esibizione, il cavaliere le
assegnerà, al massimo, un posto di posteggiatore abusivo in Piazza San Babila, dove lui è di casa. Ma se sa suonare la
chitarra potrà fare un duetto con Apicella, anche se vi divide la passione politica, in quanto il noto menestrello è un
militante nascosto di Rifondazione Comunista, infiltrato nella folla dei popolani delle libertà.
Con infiniti ringraziamenti, invio questa ai suoi (ex) colleghi che avranno certamente assistito alla sua performance e
avranno di che ridere fino al 13 aprile. Rosario Amico Roxas Giovedì, 14 febbraio 2008
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