Per il dialogo cristianoislamico

Promuovere le

"feste del perdono e della riconciliazione"

di Antonino Drago

 

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ALLA VOLONTA' DI IMPORRE L'INCUBO PARANOICO PER IL TERRORISMO. RISPONDIAMO CON LA RICOSTRUZIONE DELLA FIDUCIA E DELL'INTERCULUTRA MEDIANTE DELLE "FESTE DEL PERDONO E DELLA CONCILIAZIONE" CON GLI ISLAMICI IN iTALIA

La situazione

C'è capitata una disgrazia. A qualcuno, gli afgani e i militari inviati là, è caduta la guerra addosso; a noi la disgrazia di avere dei capi irresponsabili che vogliono una nuova guerra.

Quale guerra?

Manteniamo la testa fredda.

Contro chi? Un fantasma?

Con quali prove? Nessuno le ha viste. Ci saranno?

Con quali capi di accusa? Mai visti

Con quale tribunale penale internazionale, se gli USA si sono opposti ad istituirlo?

Con quale giustizia? Il più forte di tutti contro il quasi più debole

Quali obiettivi si bombarda? I monti (oltre la CRI, l'ONU e i civili)?

Con quale controllo concesso all'opinione pubblica? La guerra è stata preannunciata come "invisibile" e di immagini non se ne vedono.

Con quali tempi? Hanno reclamato una "giustizia... infinita"!

Ma perché passano alla fantascienza? Per vendetta belluina, come Polifemo quando Nessuno (Ulisse) lo accecò? Oppure per mettere in atto il progetto dichiarato in questi giorni da Rumsfeld, di un controllo mondiale mediante basi USA in tutti punti geo-strategici per una guerra continua contro tutti i paesi poveri del mondo (i nuovi nemici)?

Nel frattempo come può il governo italiano andare contro al sua Costituzione, lasciando in piedi solo le leggi per il furto, l'assassinio spicciolo, la mafia, ecc.? Ha rotto il patto costitutivo della solidarietà sociale. Sappiamo bene che quando qualcuno attenta la Costituzione, nascono disastri sociali. Noi, come cittadini,  abbiamo il dovere di difenderla, a costo anche della vita.

Via d'uscita: quattro proposte

1) Individualmente si può benissimo METTERSI UN BOTTONE NERO DI LUTTO e sopra incollarci una strisciolina di carta con su una scritta: Pace. E' una obiezione di coscienza alla volontà golpista della maggioranza destra-sinistra e sinistra-destra del Parlamento. E' ben di più che usare uno straccio per la pace. E' manifestare agli altri che il 55% degli italiani non vuole la guerra, segnalarsi tra quelli per la pace, dare un segno di riconoscimento tra noi e di incoraggiamento a fare cose ulteriori.

2) PARTECIPARE AL DIGIUNO LANCIATO DA PAX CHRISTI, BCP E MOVIMENTO DELL'ARCA. Vedere i siti appositi.

3) In gruppo. Incoscienti come sono questi capi, hanno proiettato l'esercito a migliaia di km. di distanza; e ci hanno lasciato la società civile; la quale è vero che non si agita finché non viene attaccata; ma è anche vero che la continuazione di questa guerra dipende dal suo consenso. Allora la imboniscono di propaganda; che però non costruisce convinzioni; essa può indurre emozioni ma non le sa  controllare. Noi invece possiamo costruire un porcesso alternativo alla guerra lontana e fantasmatica agendo tra la gente per creare convinzioni alternative.

FARE MANIFESTAZIONI DAVANTI AI DISTRETTI, I DIRETTI RAPPRESENTANTI DI QUEL POTERE MILITARE CHE SI E' ASSERVITO GLI USA E CHE OGGI SI PONE COME BRACCIO ARMATO DI UNA VENDETTA INTERNAZIONALE SENZA LEGALITA'.

Basta andare là e mostrare uno striscione con su scritto "Costituzione"; basta questo per intaccare il loro morale, che si basa invece su una retorica che li fa illudere che tutto il paese sia alle loro spalle. Sono le FF:AA. che hanno sempre rivendicato la necessità di essere gli ultimi difensori, anche con le armi, della Costituzione; ora invece che cosa difendono, lo stipendio? La manifestazione non è difficile, perché Questura e Distretto soo amministrazioni differenti e non collaborano molto tra loro. Di solito questo tipo di manifetsazione non si fa perché nel passato la sinistra ha fatto un tacito patto di non belligeranza sui temi del militare e della pace internazionale (Nato per prima). Ma tutta la gente conosce bene il distretto come massima espressione di quella costrizione sulla vita che i militari impongono in caserma; e certamente non solidarizza con questa rappresentanza sociale della repressione interna.

4) In gruppo.

Mentre loro sfogano la loro pulsione anale di bombardare, facciamo di più che cercare di contrastarla, prendiamo la questione alla radice, liberiamo la nostra creatività con iniziative nella società civile: organizziamo una FESTA DEL PERDONO E DELLA RICONCILIAZIONE, una riconciliazione che ricostruisca tra noi la fiducia, senza temere quanto dice la televisione, che ormai è uno strumento di propaganda e che avrà tutte le debolezze di tali strumenti.  

Tra qualche giorno incomincerà il Ramadan. E' la grande occasione per avviare un processo di riconoscimento e accettazione popolare della minoranza islamica, oggi la seconda religione in Italia. Il fatto che anche nopi digiuniamo, sia pure a staffetta, ci autorizza a chiedere loro di essere presenti ed eventualmente dire qualcosa ai fedeli che iniziano il Ramadan; o comunque ad un incontro-festa la sera dopo il tramonto.

D'altra parte, un giorno anche questa guerra, se non sarà la fine della storia, finirà; e dovrà portare ad una convivenza e ad una riconciliazione. Prepariamola sin da ora e dal basso, costruendo rapporti di riconoscimento reciproco e di pace. Tra le loro bombe e le nostre feste vincerà chi avrà accumulato più consensi nella popolazione. Non partiamo svantaggiati, il 55% degli italiani è contrario alla guerra. 

Napoli 12 novembre 2001    

P.S. Segnalo l'ottimo articolo di Bruno Forte "La scelta del perdono", sul Mattino di Napoli del 4 novembre, ancora recuperabile in rete (è l'ultimo giorno!).


"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

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