Conoscere
l'IslamIl Jihad, l'Islam e il mondo di
oggi. di Adel Jabbar |
|
Il jihad costituisce un nodo cruciale della questione islamica. Partiamo innanzi tutto dal significato letterale di questo termine, che può essere tradotto come "sforzarsi", "applicarsi". Nella tradizione musulmana, jihad fi sabil Allah significa "impegnarsi sulla via di Dio", e non contiene alcuna implicazione di natura violenta o aggressiva. Giorgio Vercellin, professore e studioso islamista sostiene che "( ) da un punto di vista etimologico la parola araba [jihad] non ha alcuna accezione che possa in un qualche modo avvicinarla ai concetti occidentali. Jihad, infatti, è etimologicamente parola derivata dalla radice Jhd, che indica 'sforzarsi', 'applicarsi con zelo' ( )". Lo sforzo, il jihad, maggiormente gravoso, è quello richiesto dal vivere in armonia seguendo gli insegnamenti religiosi. Così recitano due detti del Profeta: "Il jihad più meritevole è un pellegrinaggio compiuto piamente"; "Il più eccellente jihad mira alla conquista di se stessi". Uno sforzo minore richiede eventualmente la difesa (si parla in termini difensivi, mai aggressivi) della comunità da aggressioni esterne. Il che significa dunque che l'impegno più faticoso è quello individuale, e in particolare è quello che si assume verso se stessi, mentre lo sforzo minore è quello dato dall'azione collettiva. La concezione originaria del jihad si riassume in altri termini nell'impegno con cui i musulmani mettono in pratica l'insegnamento di Dio. D'altra parte, anche nell'Islam - come nell'ambito di altre religioni, pensieri, correnti - sono comparse delle figure che hanno svolto un ruolo importante nell'ambito della testimonianza sulla nonviolenza come, ad esempio, Abdul Ghaffar Khan, chiamato Badshah Khan, il quale, entrato in contatto con Gandhi e con altri pensatori musulmani indiani, ne assorbì l'influenza, si impegnò per i diritti dei poveri, investendo molte energie nell'ambito dell'educazione, considerata una via importante anche per la conquista della libertà, prestando attenzione anche all'emancipazione della donna. Egli fondò il primo esercito nonviolento della storia, Khudai Khidmatgar (servi di Dio), il cui giuramento recitava: "Sono un Khudai Khidmatgar, e poiché Dio non ha bisogno di essere servito, ma servire la sua creazione è servire lui, prometto di servire l'umanità nel nome di Dio. Prometto di astenermi dalla violenza e dal cercar vendetta. Prometto di perdonare coloro che mi opprimono o mi trattano con crudeltà. Prometto di astenermi dal prendere parte a litigi e risse e dal crearmi nemici. ( )." Per arrivare ai giorni nostri, il tema del Jihad è di grande attualità e ed è oggetto di riflessione anche all'interno della società islamica. Tuttavia erroneamente si tende spesso a pensare che questo tema sia un nodo centrale dei rapporti fra Islam e occidente, quando invece posizioni autorevoli riguardo a tale rapporto sono di ben altro tenore. Indicativa ad esempio è la riflessione di Mohammad Khatami, l'attuale presidente dell'Iran, su come il musulmano vive nel mondo di oggi e sul potenziale ruolo dell'Islam. "Per quanto riguarda "noi", ( ) intendo questo termine nel senso di "noi musulmani"; ( ) noi musulmani nel passato abbiamo creato una civiltà, abbiamo svolto un ruolo nella storia dell'umanità, mentre oggi la nostra situazione è differente, non ricopriamo più quel ruolo; eppure desideriamo ritrovarci nel tessuto profondo della storia, e se possibile costruirci un futuro che sia diverso dal nostro presente e persino dal nostro passato, senza voler togliere spazio a chi non fa parte di noi, e senza trascurare le conquiste della scienza, degli studi e del pensiero speculativo e pratico dell'umanità. Quale è, invece, il significato che attribuisco all'altro termine, "il mondo di oggi"? In breve, per "mondo di oggi" intendo la "civiltà occidentale". Ovvero, tutto quanto in questa fase domina e gestisce il mondo e l'umanità, esercita una influenza potente sulla nostra vita economica, politica, culturale e sociale, e senza di cui - senza la sua impronta, senza le sue conquiste - la vita sarebbe impossibile anche per chi non è occidentale. ( ). Il mondo di oggi, o è esso stesso occidente (un occidente di concezioni, di valori, di pensieri e teorie, non per forza l'occidente geografico), e dunque la sua vita è occidentale in tutte le sue dimensioni; oppure pur non essendo collocato all'interno dell'occidente geografico o nell'ambito della civiltà occidentale, ne subisce intensamente l'influenza, e non ha alcuna possibilità di vivere senza di esso. Tale è il nostro mondo attuale". A fronte della consapevolezza che vede nelle condizioni economiche, materiali e culturali dettate dall'Occidente una realtà con la quale oggi è necessario confrontarsi, vi è però la coscienza di un ruolo culturale che l'Islam, con la propria visione del mondo, con la propria concezione etica - può dialogare con l'Occidente. Adel Jabbar |
"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi
Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996