FRANCIA 29/7/2008 9.12 “Abbattere i muri che possono esistere tra le culture e lattenzione non su ciò che ci differenzia ma su ciò che ci avvicina”: è l’invito di Christophe Roucou, direttore del Servizio per le relazioni con l’islam presso la Conferenza dei vescovi di Francia, in occasione della 54esima edizione della processione islamica-cristiana che – come scrive Giovanni Zavatta sulle pagine dell’Osservatore romano - dal 1954 si svolge nel piccolo villaggio di Vieux-Marché, nel dipartimento francese delle Côtes-dArmor, in Bretagna e che quest’anno ha avuto come tema ‘La conversione in un mondo multiculturale’. “Questo appuntamento – ha sottolineato Mohamed Loueslati, cappellano musulmano nelle carceri, che dal 2001 partecipa alla manifestazione – fa da intermediario tra i musulmani e i cristiani che vivono nello stesso paese, lavorano insieme, condividono la stessa cittadinanza e hanno desiderio di ritrovarsi attorno a uneredità spirituale comune”. Il mondo attuale “non è più quello di una sola religione, è divenuto culla spirituale di dialogo e di amicizia per costruire una società fraterna” ha aggiunto il professor Ghaleb Bencheikh, musulmano, presidente della Conferenza mondiale delle religioni per la pace. La processione, dedicata alla leggenda dei Santi sette dormienti di Efeso, si tiene generalmente nellultimo fine settimana di luglio e raduna centinaia di persone intorno a preghiere e a dibattiti. Il pellegrinaggio fu ideato da Louis Massignon (1883-1962), grande studioso delle civiltà orientali convertitosi allislamismo nonché teologo, docente al Collège de France oltre che sacerdote della Chiesa melchita; nel 1953, mentre assisteva al pardon (tradizionale processione religiosa bretone), notò le sorprendenti similitudini tra le parole di un antico cantico locale (gwerz) e i versetti presenti in una parte della sura XVIII del Corano, intitolata Al-Kahf (la caverna). Entrambi i testi raccontano la storia di sette giovani cristiani di Efeso vissuti nel III secolo, murati vivi in una caverna per aver rifiutato di rinnegare la loro fede e risvegliatisi due secoli dopo. Per Massignon, ma anche secondo altri orientalisti, i sette dormienti non sono altro che le “persone della caverna” evocate nella sura XVIII; decise allora di fare di questo tradizionale appuntamento un pellegrinaggio che avrebbe dato ai cristiani e ai musulmani unoccasione di incontro e di dialogo, affinché fosse anche noto a tutti che il Corano valorizza alcuni santi martiri cristiani. [CO] Copyright © MISNA Riproduzione libera citando la fonte. Inviare una copia come giustificativo a: Redazione MISNA Via Levico 14 00198 Roma misna@misna.org www.misna.org
Mercoledì, 30 luglio 2008
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