Egregio fra Calvino, voglio sperare che non ti abbiano per sempre tolto la parola. Mi mancheresti! Ora volevo dirti che a leggere lenciclica ultima, arrivo alla conclusione, forse un po affrettata, ma ugualmente preoccupata che lattuale pontefice sia il clou di una sorta di schizofrenia degenerativa che pervade la gerarchia cattolica: fanno rabbrividire talune “grette” espressioni che riportano ad una visione pessimistica sulluomo “sporcaccione” che, pur creato a immagine, appare come una dolente escrescenza in metastasi, espulsa da sé da un dio “schifato”. Cito: “molta sporcizia copre la purezza, di cui, tuttavia, è rimasta la sete e che, ciononostante, riemerge sempre di nuovo da tutta la bassezza e rimane presente nellanima”. “Che cosa avviene di simili individui quando compaiono davanti al Giudice? Tutte le cose sporche che hanno accumulate nella loro vita diverranno forse di colpo irrilevanti?” E meno male che, in corner, un sussulto di franchezza, fa dire al papa che “in fin dei conti, questa sporcizia è già stata bruciata nella Passione di Cristo”. La sporcizia riferita al genere umano mostra radici sessuofobiche talchè si apprezza una correlazione tra la prima enciclica e la seconda: siccome la sporcizia, il male del mondo, nel profondo psicoanalitico è il peccato “sessuale”, si capisce adesso perché papa Ratzinger ha varato “Deus charitas” dove, rinunciando alla predilezione di Gesù per “agàpe” (Dio-papà-amore che si dona gratuitamente), ha tentato di salvare la pur “sporcizia sessuale procreativa” attribuendo a Dio quello che i filosofi greci concepivano come “eros”: "QeòV hròs estin", avrebbe detto, questo papa, scrivendo in greco e non usando la maschera latina “charitas”. Ma mi si dice che “eros” nella cultura greco-romana non aveva significato “procreativo” e molto lontanamente poteva riguardare lamore-piacere tra uomo e donna. Posso avere un tuo parere? Grazie Giorgio
Domenica, 09 dicembre 2007
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