"lettere dal palazzo"
Zibaldone settimanale

di Lidia Menapace

26 novembre 2007
Ho dormito quasi due giorni per lo stress della finanziaria e sono ricomparsa a Roma il martedì 20, per i lavori della commissione Difesa. Eravamo stati convocati ancora venerdì per martedì, per discutere dei primi eventi calamitosi annunciati dall’Afghanistan e dovevamo ascoltare uno dei sottosegretari del ministero della Difesa a riferire. Consultati tutti i commissari della Sinistra, ho preso la parola in apertura (come si dice: sull’ordine dei lavori) per dire che tutta la Sinistra sosteneva che non si può discutere dell’Afghanistan militarmente, essendo evidente che il terrorismo o la resistenza armata non si vincono con le armi, ma si affrontano politicamente diplomaticamente socialmente, che eravamo interessati a ciò che il governo italiano aveva concordato con quello tedesco in materia e perciò chiedevamo una riunione congiunta con la Commissione esteri e con i due ministri. La proposta è stata approvata, anche se noi abbiamo detto che essa preludeva all’intrapresa di trattative per il rientro dei nostri militari (come già hanno fatto altri paesi -Canada e Olanda da ultimo, e forse Australia dati i nuovi equilibri politici). Secondo me abbiamo fatto bene, Prodi prima ha detto (come Badoglio nel 1943) "La guerra continua", ma poi ha corretto saggiamente che bisogna avere una strategia politica. Siamo infatti di fronte a un paese sovrano e a forze politico-militari, i Talebani, come ne abbiamo conosciute anche in Europa (Baschi, Irlandersi) e sappiamo che si deve trattare politicamente come si farà o si è già fatto anche con Hezbollah e si dovrà fare con Hamas.

A ppuntamenti vari per tutto il martedì,,mercoledì vado a Ciampino, perchè il Liceo scientifico Volterra che sta lì (1200 studenti ) ci ha invitato per la presentazione del libro "Ancora dalla parte delle bambine" di Lorefana Lipperini. Una aula magna piena di ragazzi e ragazze molto attenti motivati e coinvolte. Il libro che ha la prefazione di Elena Gianini Belotti (come dire un lancio solennissimo) è molto bello e racconta e aggiorna sulla condizione delle preadolescenti e adolescent,i, alle prese più che con l’oppressione e l’autoritarismo della famiglia, come un tempo, con le insidie del mercato che al grido "tornare ai generi"! (tornare è sempre sospetto perchè si torna solo indietro) mette in gioco solo una immagine di ragazza bella a mo’ di bambola, un po’ stupida e perpetuamente sorridente, in mostra per essere comprata dal suo futuro signore e padrone, insomma siccome deve anche essere dotata di cervello emotivo (dato che la ragione spetta all’altro genere), mi aspetto che ripartano le "prove" sul peso del cervello ecc.:un pianto! L’incontro è stato però molto bello e importante. Era in previsione della giornata del 24 ed ha fruttato -credo- dato che la manifestazione del 24 era piena di giovani e giovanissime persone, non bambole. Non ho potuto essere presente per le disavventure che ho già raccontato, ma le ho viste in Tv, fortissime giovanissime allegrissime arabbiatissime, un altro testimone passato. Bene! evviva! .

M ercoledì pomeriggio avevo altri appuntamenti e la sera cena da Prodi: il presidente aveva invitato tutte e sole le senatrici della maggioranza. Non so se per felicitarsi con la buona notizia della finanziaria passata al Senato senza ricorso al voto di fiducia o perchè vuol far capire che lui può invitare la maggioranza (e trova risposta), mentre ad esempio Veltroni può convocare solo quelli e quelle del PD. Insomma, per qualsiasi ragione, va bene. Cena in piedi, molto alla buona, il presidente e la moglie hanno versato da bere e anche mostrato l’appartamento, con vista da restare incantati direttamente sulla Colonna antonina, ma antico, un po’ sovraccarico di damaschi e lampadari a goccia, ma soprattutto fatto senza corridoi di disbrigo, sicchè tra camera da letto, sala verde, dispensa ,bagni, salotti e cucina è tutto in fila con alquanti pasticci e possibili indiscrezioni. Ho raccontato al presidente come mi ero mossa alla commissione Difesa e mi pareva d’accordo, e gli ho anche raccomandato di richiamare in vita il lodo Finocchiaro Prodi, del suo precedente governo, che contiene molte utili disposizioni, e ha detto pure di sì, ha anche simpaticamente confessato che non si ricorda bene di che cosa tratti. Una bella serata.

Intanto Veltroni consulta questo e quello: ma chi gli ha dato l’incarico? Il presidente della Repubblica? non pare; il presidente del Consiglio? non sembra; il suo partito? meno che mai. Dunque è una iniziativa "privata" "extraistituzionale", che salta tutte le consuetudini parlamentari (non è deputato nè senatore). E si permette anche di dire se l’accordo sul Welfare si può o no modificare in Parlamento. Veltroni Montzemolo dicono se si può o no, sicchè l’unico a non avere alcuna voce in capitolo è il parlamento, derubato della sua prerogativa fondamentale, cioè quella di legiferare. Nessuna modifica della Costituzione che sposti il potere legislativo dal Parlamento al governo, ai sindacati e alla confindustria (cioè una riforma pericolosamente corporativa e autoritaria) è ancora passata, facendo del parlamento una pura camera di ratifica della volontà del capo: a questo punto può anche essere fatto da pochi cortigiani, o no?.Tanto per risparmiare .

Giovedì sono partita per Catania, dove ho preso parte in due mezze giornate a un seminario sulla stampa e la mafie e sulla nuova legga per l’editoria per la quale il governo ha previsto una corsia preferenziale. Giornate molto interessanti, ma rese un po’difficili da qualche disguido organizzativo. Erano presenti, il primo pomeriggio, anche i genitori di Emanuele Scieri e ho rinnovato il mio impegno per la questione. Molto importante l’accuratissima e approfondita relazione con le proposte di emedamenti alla proposta di legge sull’editoria (che dovrà venire presto in aula) fatta da Aresta del manifesto..
La sede erano i Benedettini, uno splendido convento secentesco di un barocco favoloso e leggero, abitato un tempo (ora è parte del’Università) da padri molto bon vivants, veri feudatari che -essendo molto ricchi- pagavano i Francescani -poveri- perchè recitassero in vece loro le preghiere del breviario, e avevano una cucina ricercatissima e capace di preparare per tutta la Quaresima cibi di carne, per così dire camuffati, come le favette di Dio, svuotate del loro contenuto vegetale e ripiene di carne e di aromi, una cosa da veri golosi.. Il convento fu anche investito da una colata lavica, che infatti arrivò fino ai cortili (la si vede imponente e minacciosa) e nelle cucine e i frati costruirono sulla lave nuove cucine, mostrando quella familiarità con l’Etna che Catania ha col vulcano che la sovrasta , tanto che è detto comune che la "sciara dell’Etna è buona". Infatti quando andai all’aeroporto per partire a tempo per la manifestazione romana, l’Etna con uno sberleffo buttò fuori cenere lavica in tale quantità che le piste divennenro inagibili e mi tocco quel vagabondaggio siciliamo che ho raccontato. E siamo ad oggi.



Luned́, 26 novembre 2007