SONO anni che sento ripetere dagli esponenti di tutti i partiti lespressione "il paese reclama, nellinteresse del paese bla bla bla, noi facciamo la nostra proposta per il paese, il paese non può sopportare etc etc". Chi più di tutti si sta distinguendo, durante lattuale fase di crisi politica, in questo esercizio retorico di amore viscerale per il "PAESE" è Veltroni. Lui, laltro uomo della Provvidenza, imperversa sui media, chiama a pronunciarsi i poteri organizzati, espressione dei padroni e dei lavoratori, per essere espliciti confindustria e sindacati concertativi,per farsi sostenere nel suo disperato tentativo di sottrarsi al confronto elettorale, mentre egli è ancora sotto il peso della responsabilità di avere co-determinato la instabilità del governo, fino alla crisi, con le sue insulse e altalenanti proposte di legge elettorale e le oscene avances verso il già defunto Berlusconi. Oggi egli invoca una legge elettorale che prefiguri la libertà per il PD di accopiarsi con il prostituto politico più accondiscendente alle sue voglie, sottraendosi allobbligo morale e politico di dire agli elettori non solo cosa vuole fare, ma anche con chi crede di potere realizzare gli impegni elettorali. Ovviamente sempre nellinteresse supremo del PAESE, certificato dalla dirigenza padronale e sindacale. Quella stessa dirigenza che ha fatto in modo che il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti sia diminuito negli ultimi quindici anni di circa il 15/20%; la stessa dirigenza che che ha reso la vita di milioni di giovani non degna di essere vissuta, per via di una umiliante precarietà, che mortifica e degrada la persona umana; la stessa dirigenza che, mentre ha diminuito lammontare delle pensioni pubbliche, ha messo le mani sul TFR dei lavoratori per alimentare finanziariamente un sistema che si è rivelato inaffidabile, almeno sul piano etico (Enron, Parmalat insegnano). Mi chiedo; tutti questi milioni di esseri umani, che vivono sulla loro pelle la sofferenza di unesistenza sempre più povera e precaria, fanno parte del PAESE? Sembrerebe di no, visto che lo sviluppo complessivo dellItalia nellultimo ventennio ha prodotto un aumento di ricchezza, ma questa è andata in massima parte nelle tasche del paese che oggi apoggia Veltroni nella sua invocazione di legge elettorale, ancora più escludente verso i più disagiati. Ma davvero Veltroni può pensare in buona fede che saranno i padroni a garantire i loro lavoratori? Perchè non lhanno fatto finora? La verità tragica è che la parte del paese numericamente minoritaria , ma economicamente forte, tende ad imporre il suo predominio politico sulla maggioranza della gente con laffermazione di una oligarchia sempre più autoritaria e marginalizzante. Quando si parla di nuovo fascismo, il fascismo bianco?, credo che sia sottesa la consapevolezza che un ceto medio alto sempre più arrogante reclami per sè lassunzione e la gestione del potere. Operazione non difficile, considerando che esso possiede quasi tutti gli strumenti della persuasione di massa. Per fortuna internet sfugge ancora al suo controllo, ma laccesso ad essa è tuttora elitario e quasi ininfluente. Ed allora: di quale PAESE va cianciando Veltroni? Si intende che il suo interfaccia Berlusconi non è da meno, posto che pontifica in nome degli italiani, come se fossero unentità indistinta ed amorfa. Mi viene in mente a proposito di invadenza del ceto medio alto un saggio di Edward Luttvak su "LEspresso" ,di oltre 15 anni fa- quando egli non era ancora consigliere di Bush!- in cui parlava di rischio di fascismo negli USA. Egli fondava il suo giudizio sulla costatazione che il potere economico e finanziario si andava concentrando sempre in più in poche mani, mentre il grosso del ceto medio scivolava verso soglie di poverà. Lungimirante! E noi nel frattempo ci siamo americanizzati. A metà, però, perchè questo schifoso sistema elettorale proporzionale non permette ancora di buttare fuori dalle istituzioni parlamentari i rappresentanti il 50% degli elettori, come avviene il più delle volte negli USA. Ed allora direi a Veltroni di smetterla con questa messinscena di esaltazione della democrazia e di accettare il fatto che il PAESE non sono i suoi sponsor confindustriali e le sue burocrazie sindacali, ma esso è la sintesi armonica ed equilibrata, equa, fra i tanti paesi che costituiscono il sistema. Penso che ciò sia anche nellinteresse di quel suo paese da lui incoffessato. Che abbia ragione chi dice che il PD non è un partito e non è democratico?
Venerd́, 01 febbraio 2008
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