Con questa breve missiva intendo rivolgermi principalmente ai militanti e simpatizzanti di base del Prc, a tutti i compagni
che non sono stati ancora corrotti dal virus del potere e dellideologia borghese, che invece ha contagiato una parte
consistente dei quadri dirigenti, quei "forchettoni rossi" che si accingono ad affossare definitivamente un partito in
agonia, senza concedergli nemmeno la cerimonia delle esequie. Anzi, la liturgia funebre sta per essere celebrata
direttamente nella fase congressuale in corso in questi giorni.
E ormai evidente che il Prc è un partito profondamente e irrimediabilmente malato, incancrenito, praticamente esanime, che
sopravvive solo grazie alle ingenti trasfusioni di sangue generosamente (ed ingenuamente) donato dai compagni della base.
Lo si intuisce da molteplici sintomi, anche (ma non solo) dal riemergere di pratiche, metodi e comportamenti che sono a dir
poco discutibili, indegni di un partito realmente libero, democratico, progressista, a maggior ragione se si tratta di una
forza politica che si dichiara ancora "comunista" (almeno in alcuni proclami teorici e propagandistici), un organismo
politico che annovera al suo interno diverse componenti e soggettività (si pensi, ad esempio, ai sedicenti "poeti" quali
Vendola) che si richiamano ad una tradizione di civiltà, correttezza e moralità pubblica. Per la serie "da che pulpito
viene la predica".
Non che in passato il partito fosse esente da "stranezze" e "anomalie" di ordine non semplicemente formale, ma i frequenti
e deprecabili casi di doping del tesseramento (tanto per essere espliciti) nellattuale fase congressuale di Rifondazione
sono la spia inquietante di una crescente degenerazione burocratica, di una corruzione morale, ideologica e politica
dilagante, che non trova riscontri e precedenti nella sua storia. Tali "episodi" sono il segnale di un declino
inarrestabile che preannuncia la fine più ignobile ed ingloriosa.
Dopo la disfatta elettorale era lecito attendersi un tentativo di riscossa e rinascita, ma se lo sforzo per riprendersi
dallo stato comatoso è quel deprecabile tipo di gestione, per nulla corretta e trasparente, quella partecipazione dopata a
cui si assiste in numerosi congressi di circolo, allora significa che il partito, già esangue da tempo, è ormai ridotto
alla fase terminale della sua lunga degenza clinica. Invece di essere loccasione per promuovere un momento di autentica ed intensa partecipazione politica diretta, di
"democrazia orizzontale" (un concetto che piace tanto, almeno a chiacchiere, a personaggi ambigui ed ipocriti quali
Bertinotti, Vendola e i loro adepti) a partire dalle istanze di critica e di rinnovamento effettivo, dai bisogni radicali
di trasparenza e di libero confronto, dalle legittime richieste e rivendicazioni democratiche provenienti dal basso, ossia
dagli attivisti e dai militanti della base (e, perchè no, anche dai semplici simpatizzanti, pur non potendo esercitare
alcun diritto di voto), questo congresso si sta rivelando unaltra amara e fallimentare esperienza che tradisce la reale
natura autoritaria, liberticida e antidemocratica del Prc: un covo di burocrati forchettoni.
Si sta consumando latto finale di una triste vicenda in cui riaffiorano procedure, stili e orientamenti che sono
quantomeno esecrabili. Lucio Garofalo
Giovedì, 03 luglio 2008
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